Allo scopo di definire una integrazione tra architettura di servizio e spazi aperti circostanti, gli edifici sono stati disegnati planimetricamente come aste parallele, di lunghezze e profondità diverse. Le architetture si potranno adattare alle diverse necessità ed avranno differenti forme, lunghezze e larghezze; anche la loro mutua posizione potrà variare all’interno del lotto per assecondare al meglio le necessità progettuali e di servizio al visitatore. Gli spazi aperti e le architetture si confrontano e si pongono in mutuo dialogo grazie a spazi dedicati alla loro intersezione, che si delineano anche a livelli altimentrici differenti. Al piano terra vi saranno alcune porzioni dell’involucro esterno che saranno interrotte, creando degli atri aperti, comunicanti direttamente con l’esterno. All’interno di questi spazi coperti si trovano gli elementi di distribuzione ai vari servizi, connessi direttamente sia al piano superiore, che al piano terra stesso. Si potrà attraversare gli edifici proprio grazie a tali spazi coperti che consentono un collegamento trasversale tra gli spazi aperti del lotto su cui insiste la stecca di servizi. Il costruito sarà quindi un elemento fisico entro cui si insinua lo spazio circostante, consentendo una compenetrazione degli spazi e dei percorsi, fino a condurre il visitatore all’interno, ai punti di distribuzione verticale ed orizzontale dell’edificio e poi raggiungere il percorso in quota del piano coperture. Il lungo percorso in quota, accessibile dall’interno dell’edificio e culminante in un belvedere parzialmente coperto ad una delle estremità dell’edificio, è un percorso di osservazione dell’intorno e del paesaggio circostante. Esso stesso consente di apprezzare la compenetrazione di spazi aperti e spazi edificati anche grazie alla discontinuità degli spazi aperti e chiusi che si devono attraversare per giungervi. Allungando infine lo sguardo oltre le “mura” che cingono e circoscrivono l’expo, si riesce a percepire la connessione dell’expo con il paesaggio circostante, con la possibilità di riconoscere quei tratti urbani e paesaggistici che dall’intorno andranno a interagire con la nuova, effimera città dell’esposizione internazionale. I collegamenti longitudinali e quelli trasversali, perimetrali al lotto ed interni al costruito, sono le vie interne ed esterne agli edifici, come accadeva nella città medioevale, che disegnano la rete di passaggi pedonali, esattamente allo stesso modo di quanto riscontrabile nelle città murate. Questa continuità di percorsi esterno/interno, particolarmente attraverso l’edificio, fa sì che non esista una vera e propria distinzione tra costruito e spazio verde esterno e inoltre tali percorsi divengono anche una sorta di invito, di cannocchiale visivo che consente di traguardare il paesaggio circostante attraverso le vedute suggerite dai percorsi stessi. Gli spazi aperti sono quindi in correlazione con tutte le porzioni di spazio ed i servizi contenuti nelle varie architetture. Chiaramente, ove è necessaria una separazione fisica, vi è il vetro, elemento naturale, riciclato e riciclabile, che è elemento di unione visiva contemporaneamente a separazione fisica, che consente di “aprire” gli spazi interni agli spazi esterni e viceversa, collegando ulteriormente interno ed esterno, in un unico insieme omogeneo.

Architetture di Servizio del Sito di Expo Milano 2015 - Progetto di concorso

BIANCHI, ALESSANDRO;
2012-01-01

Abstract

Allo scopo di definire una integrazione tra architettura di servizio e spazi aperti circostanti, gli edifici sono stati disegnati planimetricamente come aste parallele, di lunghezze e profondità diverse. Le architetture si potranno adattare alle diverse necessità ed avranno differenti forme, lunghezze e larghezze; anche la loro mutua posizione potrà variare all’interno del lotto per assecondare al meglio le necessità progettuali e di servizio al visitatore. Gli spazi aperti e le architetture si confrontano e si pongono in mutuo dialogo grazie a spazi dedicati alla loro intersezione, che si delineano anche a livelli altimentrici differenti. Al piano terra vi saranno alcune porzioni dell’involucro esterno che saranno interrotte, creando degli atri aperti, comunicanti direttamente con l’esterno. All’interno di questi spazi coperti si trovano gli elementi di distribuzione ai vari servizi, connessi direttamente sia al piano superiore, che al piano terra stesso. Si potrà attraversare gli edifici proprio grazie a tali spazi coperti che consentono un collegamento trasversale tra gli spazi aperti del lotto su cui insiste la stecca di servizi. Il costruito sarà quindi un elemento fisico entro cui si insinua lo spazio circostante, consentendo una compenetrazione degli spazi e dei percorsi, fino a condurre il visitatore all’interno, ai punti di distribuzione verticale ed orizzontale dell’edificio e poi raggiungere il percorso in quota del piano coperture. Il lungo percorso in quota, accessibile dall’interno dell’edificio e culminante in un belvedere parzialmente coperto ad una delle estremità dell’edificio, è un percorso di osservazione dell’intorno e del paesaggio circostante. Esso stesso consente di apprezzare la compenetrazione di spazi aperti e spazi edificati anche grazie alla discontinuità degli spazi aperti e chiusi che si devono attraversare per giungervi. Allungando infine lo sguardo oltre le “mura” che cingono e circoscrivono l’expo, si riesce a percepire la connessione dell’expo con il paesaggio circostante, con la possibilità di riconoscere quei tratti urbani e paesaggistici che dall’intorno andranno a interagire con la nuova, effimera città dell’esposizione internazionale. I collegamenti longitudinali e quelli trasversali, perimetrali al lotto ed interni al costruito, sono le vie interne ed esterne agli edifici, come accadeva nella città medioevale, che disegnano la rete di passaggi pedonali, esattamente allo stesso modo di quanto riscontrabile nelle città murate. Questa continuità di percorsi esterno/interno, particolarmente attraverso l’edificio, fa sì che non esista una vera e propria distinzione tra costruito e spazio verde esterno e inoltre tali percorsi divengono anche una sorta di invito, di cannocchiale visivo che consente di traguardare il paesaggio circostante attraverso le vedute suggerite dai percorsi stessi. Gli spazi aperti sono quindi in correlazione con tutte le porzioni di spazio ed i servizi contenuti nelle varie architetture. Chiaramente, ove è necessaria una separazione fisica, vi è il vetro, elemento naturale, riciclato e riciclabile, che è elemento di unione visiva contemporaneamente a separazione fisica, che consente di “aprire” gli spazi interni agli spazi esterni e viceversa, collegando ulteriormente interno ed esterno, in un unico insieme omogeneo.
2012
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