L’interpretazione di ciò che osserviamo, letta come luogo di interesse critico-speculativo e quindi posta come giudizio sul merito della cosa in sè, foca- lizza sui due monumenti analizzati per questo studio (BBPR, ‘Monumento in ricordo dei caduti nei campi di concentramento in Germania’, Milano – 1946; Aldo Rossi, ‘Monumento a Sandro Pertini’ in Piazza Croce Rossa, Milano - 1988) una differenza che permea un contenzioso dialettico, ricorso facendo a contenuti – e qui non mi riferisco alle questioni simboliche, ma ai tipi figurativi – che segnano volontariamente la differenza tra una presenza e un’assenza in seno allo stesso tema. Sgombrare l’orizzonte da capziose tas- sonomie architettoniche è sempre operazione divertente e salvifica, ma rende possibile una valutazione obiettiva sulla natura compositiva dell’oggetto infor- mato degli strumenti del solo, generoso Euclide? O dobbiamo ricorrere all’ipotesi dei frattali per giustificare altri e più complessi movimenti del pensiero nel labirinto delle infinite procedure che portano alla stesura del progetto? E in quali casi ci riferiamo al soggetto come tema architettonico, e in quali altri al fantasma sistemato e congelato in opportune e divulgabili categorie che lo trasfigurano in un volgare oggetto di consumo?
Sull’intendere l’architettura a proposito di due ‘cubi’
BIANCHI, ALESSANDRO
1999-01-01
Abstract
L’interpretazione di ciò che osserviamo, letta come luogo di interesse critico-speculativo e quindi posta come giudizio sul merito della cosa in sè, foca- lizza sui due monumenti analizzati per questo studio (BBPR, ‘Monumento in ricordo dei caduti nei campi di concentramento in Germania’, Milano – 1946; Aldo Rossi, ‘Monumento a Sandro Pertini’ in Piazza Croce Rossa, Milano - 1988) una differenza che permea un contenzioso dialettico, ricorso facendo a contenuti – e qui non mi riferisco alle questioni simboliche, ma ai tipi figurativi – che segnano volontariamente la differenza tra una presenza e un’assenza in seno allo stesso tema. Sgombrare l’orizzonte da capziose tas- sonomie architettoniche è sempre operazione divertente e salvifica, ma rende possibile una valutazione obiettiva sulla natura compositiva dell’oggetto infor- mato degli strumenti del solo, generoso Euclide? O dobbiamo ricorrere all’ipotesi dei frattali per giustificare altri e più complessi movimenti del pensiero nel labirinto delle infinite procedure che portano alla stesura del progetto? E in quali casi ci riferiamo al soggetto come tema architettonico, e in quali altri al fantasma sistemato e congelato in opportune e divulgabili categorie che lo trasfigurano in un volgare oggetto di consumo?File | Dimensione | Formato | |
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