La città meridionale spagnola è bianca (Malaga, Granada, Siviglia), come quasi tutte le città che si affacciano sul Mediterraneo, dall’Europa all’Africa. Quelle europee però - in genere - sono a fondazione romana o medievale, e rispecchiano lo schema a scacchiera, anche quando sono concentriche come Milano, mentre le città andaluse - si sa - risentono fortemente della composizione a “cervello” di origine araba, e a tratti è possibile ancora riconoscere la tipologia del Suk, quale mercato ibrido fra Oriente ed Occidente. Difficilissimo orientarsi per chi è abituato alle città del cardo e decumano, sono ideali per perdersi come amava fare Walter Benjamin. Così è, anche per un architetto abituato ad avere sempre ragione sulle cartine turistiche e sulle relative strade da prendersi. Città che sono al riscatto economico da una lunga stagione prettamente rurale ma che non dimenticano magnifiche tradizioni come quelle delle corride: non spettacoli, ma vere e proprie celebrazioni iberiche della tragedia greca, in cui la morte, cagionata da una messa in scena delle opposte forze dell’Uomo e della Natura, è rispettata più d’ogni cosa.

Il mediterraneo arabo nella Spagna contemporanea

BIANCHI, ALESSANDRO
2006-01-01

Abstract

La città meridionale spagnola è bianca (Malaga, Granada, Siviglia), come quasi tutte le città che si affacciano sul Mediterraneo, dall’Europa all’Africa. Quelle europee però - in genere - sono a fondazione romana o medievale, e rispecchiano lo schema a scacchiera, anche quando sono concentriche come Milano, mentre le città andaluse - si sa - risentono fortemente della composizione a “cervello” di origine araba, e a tratti è possibile ancora riconoscere la tipologia del Suk, quale mercato ibrido fra Oriente ed Occidente. Difficilissimo orientarsi per chi è abituato alle città del cardo e decumano, sono ideali per perdersi come amava fare Walter Benjamin. Così è, anche per un architetto abituato ad avere sempre ragione sulle cartine turistiche e sulle relative strade da prendersi. Città che sono al riscatto economico da una lunga stagione prettamente rurale ma che non dimenticano magnifiche tradizioni come quelle delle corride: non spettacoli, ma vere e proprie celebrazioni iberiche della tragedia greca, in cui la morte, cagionata da una messa in scena delle opposte forze dell’Uomo e della Natura, è rispettata più d’ogni cosa.
2006
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