L'itinerario costituito da un saggio introduttivo e dalle schede dei principali progetti e opere, è completato dalla Biografia e Bibliografia. L’opera di Carlo Morandotti è limitata all’ambito della città di Pavia ove negli anni Trenta diventa uno dei principali progettisti di opere pubbliche. Negli anni Venti i suoi progetti sono caratterizzati da una cifra stilistica affine al classicismo e all’eclettismo e solo successivamente negli anni Trenta si converte al razionalismo anche se il suo linguaggio è spesso appesantito da stilemi mutuati da un novecentismo storicistico tipico dell’architettura di regime e affine all’opera del Piacentini bresciano. Durante gli anni Trenta riceve gli incarichi più prestigiosi per la progettazione degli edifici cittadini di maggior importanza quali la sede dei Nuovi Uffici Comunali, del Palazzo del Governo e dell’Amministrazione Provinciale; i suoi interventi non sono caratterizzati da una particolare attenzione per la conservazione di edifici storici anche di pregio, spesso eliminati, ma hanno la peculiarità di proporre soluzioni che interessano parti intere di città che vengono ripensate al fine di dare loro una nuova conformazione. Nel 1933 vince il concorso per il Piano Regolatore caratterizzato da alcune buone soluzioni ma anche da una previsione di sviluppo urbano ipertrofica e da una eccessiva pratica di sventramenti motivata da esigenze di risanamento e di valorizzazione dei principali edifici monumentali. In seguito ad alcune controversie il Morandotti rinuncia successivamente all’incarico e il progetto viene utilizzato e modificato dall’Ufficio Tecnico Comunale per la redazione di nuovo piano. Al Morandotti sono in seguito affidati incarichi per la progettazione urbanistica di quartieri di nuova formazione e per la sistemazione di alcuni spazi urbani.
Itinerari. Carlo Morandotti e Pavia
PRINA, VITTORIO
2003-01-01
Abstract
L'itinerario costituito da un saggio introduttivo e dalle schede dei principali progetti e opere, è completato dalla Biografia e Bibliografia. L’opera di Carlo Morandotti è limitata all’ambito della città di Pavia ove negli anni Trenta diventa uno dei principali progettisti di opere pubbliche. Negli anni Venti i suoi progetti sono caratterizzati da una cifra stilistica affine al classicismo e all’eclettismo e solo successivamente negli anni Trenta si converte al razionalismo anche se il suo linguaggio è spesso appesantito da stilemi mutuati da un novecentismo storicistico tipico dell’architettura di regime e affine all’opera del Piacentini bresciano. Durante gli anni Trenta riceve gli incarichi più prestigiosi per la progettazione degli edifici cittadini di maggior importanza quali la sede dei Nuovi Uffici Comunali, del Palazzo del Governo e dell’Amministrazione Provinciale; i suoi interventi non sono caratterizzati da una particolare attenzione per la conservazione di edifici storici anche di pregio, spesso eliminati, ma hanno la peculiarità di proporre soluzioni che interessano parti intere di città che vengono ripensate al fine di dare loro una nuova conformazione. Nel 1933 vince il concorso per il Piano Regolatore caratterizzato da alcune buone soluzioni ma anche da una previsione di sviluppo urbano ipertrofica e da una eccessiva pratica di sventramenti motivata da esigenze di risanamento e di valorizzazione dei principali edifici monumentali. In seguito ad alcune controversie il Morandotti rinuncia successivamente all’incarico e il progetto viene utilizzato e modificato dall’Ufficio Tecnico Comunale per la redazione di nuovo piano. Al Morandotti sono in seguito affidati incarichi per la progettazione urbanistica di quartieri di nuova formazione e per la sistemazione di alcuni spazi urbani.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.