Il regista Peter Greenaway ha una formazione artistica complessa: sin da giovane, pittore e conoscitore della Land Art, ricerca le connessioni che esistono tra cinema e arti figurative, e realizza cortometraggi caratterizzati da una struttura compositiva basata su regole matematiche o geometriche in forte contrasto con il carattere delle immagini, metodo che ritroviamo costantemente in tutti i suoi film e che utilizza l’alfabeto, le progressioni numeriche, la catalogazione. Come è stato notato ogni film di Greenaway è scandito da una struttura precisa e ad ogni film corrisponde un elemento figurativo geometrico: dodici disegni e le inquadrature segnate da una griglia quadrata ne I misteri del giardino di Compton House; otto fasi evolutive e le parallele in ogni elemento e spazio ne Lo zoo di Venere; le cifre dall’uno al cento e le linee rette in Giochi nell’acqua; il cerchio del ventre, del Pantheon, dell’architettura di Boullèe ne Il ventre dell’architetto; i nove menù e i colori diversi per ogni ambiente ne Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante, i ventiquattro volumi ne L’ultima tempesta, … Ad ogni film inoltre corrisponde un luogo: il giardino di Compton, lo zoo di Amsterdam, il Vittoriano e il Pantheon, ecc. L'articolo prosegue con l'analisi compositiva dei principali film, de I misteri del giardino di Compton House e dei rapporti tra film di Greenaway e architettura. Il film, di fatto un giallo, è girato in una villa con giardino e parco a Groombridge nel Kent e ambientato alla fine del Seicento, imperniato completamente sulla lettura dello spazio dei giardini e degli spazi aperti e sulla composizione delle immagini dove la fissità e l’importanza del dettaglio è portata all’esasperazione tanto da provocare la sensazione di un totale mutamento del contesto quando cambia un piccolo e apparentemente insignificante particolare.

Peter Greenaway, la composizione del paesaggio

PRINA, VITTORIO
2004-01-01

Abstract

Il regista Peter Greenaway ha una formazione artistica complessa: sin da giovane, pittore e conoscitore della Land Art, ricerca le connessioni che esistono tra cinema e arti figurative, e realizza cortometraggi caratterizzati da una struttura compositiva basata su regole matematiche o geometriche in forte contrasto con il carattere delle immagini, metodo che ritroviamo costantemente in tutti i suoi film e che utilizza l’alfabeto, le progressioni numeriche, la catalogazione. Come è stato notato ogni film di Greenaway è scandito da una struttura precisa e ad ogni film corrisponde un elemento figurativo geometrico: dodici disegni e le inquadrature segnate da una griglia quadrata ne I misteri del giardino di Compton House; otto fasi evolutive e le parallele in ogni elemento e spazio ne Lo zoo di Venere; le cifre dall’uno al cento e le linee rette in Giochi nell’acqua; il cerchio del ventre, del Pantheon, dell’architettura di Boullèe ne Il ventre dell’architetto; i nove menù e i colori diversi per ogni ambiente ne Il cuoco, il ladro, sua moglie e l’amante, i ventiquattro volumi ne L’ultima tempesta, … Ad ogni film inoltre corrisponde un luogo: il giardino di Compton, lo zoo di Amsterdam, il Vittoriano e il Pantheon, ecc. L'articolo prosegue con l'analisi compositiva dei principali film, de I misteri del giardino di Compton House e dei rapporti tra film di Greenaway e architettura. Il film, di fatto un giallo, è girato in una villa con giardino e parco a Groombridge nel Kent e ambientato alla fine del Seicento, imperniato completamente sulla lettura dello spazio dei giardini e degli spazi aperti e sulla composizione delle immagini dove la fissità e l’importanza del dettaglio è portata all’esasperazione tanto da provocare la sensazione di un totale mutamento del contesto quando cambia un piccolo e apparentemente insignificante particolare.
2004
Greenaway; cinema; film; paesaggio; Inghilterra
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/670949
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