Molteplici sono le intersezioni o contaminazioni tra arte contemporanea, in tutte le sue forme, e città; cito solo qualche esempio maggiormente significativo sia in generale che in particolare per una realtà refrattaria al contemporaneo quale è Pavia. 1- Decisamente interessante appare una corrente pittorica di artisti italiani la cui opera, limitatamente definita nuova figurazione neo espressionista, è dedicata alle periferie urbane e restituisce tensioni e dinamiche della città contemporanea: tra le proposte migliori i paesaggi periferici e le dinamiche prospettive a volo d’uccello di metropoli infinite eseguite da Jonathan Guaitamacchi, reticoli di pennellate incrociate in bianco e nero, con un occhio a Kline, che toccano gli opposti dell’astrazione o della perfezione fotografica; le vedute di edifici-simbolo e della smisurata periferia di Milano nelle tele del comasco Velasco recentemente esposte a palazzo della Ragione; le ossessive stratificate e deserte prospettive, restituite su tela da fotografie, di interni di edifici industriali dismessi di Andrea Chiesi, recente vincitore del Premio Cairo Communication; i paesaggi urbani, restituiti con grandi pennellate e con l’uso della spatola guardando a Rauschenberg, di Bernardo Siciliano; le intense cromie di stazioni e spazi urbani a ridosso di linee ferroviarie, memoria di viaggi in treno, del brindisino Massimiliano Alioto; i dipinti di infrastrutture urbane di Paolo Picozza, dinamiche rappresentazioni al limite dell’informale restituite da vaste pennellate gocciolanti di bitume e smalto; i dipinti di Günter Pusch, pittore e architetto tedesco che vive e lavora a Pavia, composizioni astratte con inserti di viste o frammenti di archeologia industriale pavese. 2- Un ulteriore aspetto è costituito da sculture o installazioni in punti nodali della città: lo scultore pavese (di adozione) Carlo Mo, recentemente scomparso, è autore a Pavia di alcune sculture astratte di grandi dimensioni in acciaio inox tra le quali ricordiamo “Alboino e Teodolinda re Longobardi”, simbolica composizione collocata al centro della rotatoria di ingresso alla città per chi proviene da Milano. Mo inoltre aveva recentemente proposto un grande portale mobile sul prospetto del Duomo. Purtroppo la maggior parte della cittadinanza ha sempre risposto con toni polemici, a volte derisori, agli interventi di arte contemporanea, gradendo peraltro bieca paccottiglia pseudofigurativa locale. Ricordo la posa in opera nel 1986, al centro della rotonda di Borgo Calvenzano, della “Triade” di Arnaldo Pomodoro, modello in poliestere della fusione in bronzo: tre grandi colonne bianche scavate e corrose che costituivano un magnifico segno urbano d’ingresso alla città per chi provenisse da nord lungo il Naviglio. Contemporaneamente l’allestimento in piazza della Vittoria di una mostra di grandi sculture in bronzo, sempre di Pomodoro, regalava uno spettacolo unico di forme primarie, scavate e segnate da ferite, con i toni caldi del bronzo che ben si sposavano con i colori della piazza e della città. Pesanti e insensate polemiche, che proseguono ancora oggi, con raccolta di firme per la rimozione dell’opera, hanno provocato, dopo la rimozione della Triade nel 2002 per restauro, la decisione da parte dell’autore amareggiato di revocare il dono alla città. 3- Attualmente le operazioni artistiche più significative coinvolgono parti urbane estese (...)

Contaminazioni artistiche e trasformazioni urbane

PRINA, VITTORIO
2005-01-01

Abstract

Molteplici sono le intersezioni o contaminazioni tra arte contemporanea, in tutte le sue forme, e città; cito solo qualche esempio maggiormente significativo sia in generale che in particolare per una realtà refrattaria al contemporaneo quale è Pavia. 1- Decisamente interessante appare una corrente pittorica di artisti italiani la cui opera, limitatamente definita nuova figurazione neo espressionista, è dedicata alle periferie urbane e restituisce tensioni e dinamiche della città contemporanea: tra le proposte migliori i paesaggi periferici e le dinamiche prospettive a volo d’uccello di metropoli infinite eseguite da Jonathan Guaitamacchi, reticoli di pennellate incrociate in bianco e nero, con un occhio a Kline, che toccano gli opposti dell’astrazione o della perfezione fotografica; le vedute di edifici-simbolo e della smisurata periferia di Milano nelle tele del comasco Velasco recentemente esposte a palazzo della Ragione; le ossessive stratificate e deserte prospettive, restituite su tela da fotografie, di interni di edifici industriali dismessi di Andrea Chiesi, recente vincitore del Premio Cairo Communication; i paesaggi urbani, restituiti con grandi pennellate e con l’uso della spatola guardando a Rauschenberg, di Bernardo Siciliano; le intense cromie di stazioni e spazi urbani a ridosso di linee ferroviarie, memoria di viaggi in treno, del brindisino Massimiliano Alioto; i dipinti di infrastrutture urbane di Paolo Picozza, dinamiche rappresentazioni al limite dell’informale restituite da vaste pennellate gocciolanti di bitume e smalto; i dipinti di Günter Pusch, pittore e architetto tedesco che vive e lavora a Pavia, composizioni astratte con inserti di viste o frammenti di archeologia industriale pavese. 2- Un ulteriore aspetto è costituito da sculture o installazioni in punti nodali della città: lo scultore pavese (di adozione) Carlo Mo, recentemente scomparso, è autore a Pavia di alcune sculture astratte di grandi dimensioni in acciaio inox tra le quali ricordiamo “Alboino e Teodolinda re Longobardi”, simbolica composizione collocata al centro della rotatoria di ingresso alla città per chi proviene da Milano. Mo inoltre aveva recentemente proposto un grande portale mobile sul prospetto del Duomo. Purtroppo la maggior parte della cittadinanza ha sempre risposto con toni polemici, a volte derisori, agli interventi di arte contemporanea, gradendo peraltro bieca paccottiglia pseudofigurativa locale. Ricordo la posa in opera nel 1986, al centro della rotonda di Borgo Calvenzano, della “Triade” di Arnaldo Pomodoro, modello in poliestere della fusione in bronzo: tre grandi colonne bianche scavate e corrose che costituivano un magnifico segno urbano d’ingresso alla città per chi provenisse da nord lungo il Naviglio. Contemporaneamente l’allestimento in piazza della Vittoria di una mostra di grandi sculture in bronzo, sempre di Pomodoro, regalava uno spettacolo unico di forme primarie, scavate e segnate da ferite, con i toni caldi del bronzo che ben si sposavano con i colori della piazza e della città. Pesanti e insensate polemiche, che proseguono ancora oggi, con raccolta di firme per la rimozione dell’opera, hanno provocato, dopo la rimozione della Triade nel 2002 per restauro, la decisione da parte dell’autore amareggiato di revocare il dono alla città. 3- Attualmente le operazioni artistiche più significative coinvolgono parti urbane estese (...)
2005
AL
arte; installazione; città; allestimenti
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/670947
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