Limitando l’ambito a nuovi luoghi di lavoro non virtuali, in Pavia è doveroso un breve cenno ad uno degli esempi più eclatanti costituito dal proliferare di centri commerciali e simili lungo la direttrice sud. Una delle cause di questo stato delle cose è stato sicuramente il protrarsi per decenni della redazione di un nuovo Piano Regolatore. Inizialmente solo il tratto di statale in uscita da Pavia era interessato da un susseguirsi di squallidi contenitori di depositi, sedi artigianali o commerciali, svariate concessionarie di autoveicoli, stazioni di lavaggio auto, benzinai, finanche ristoranti e hotels…disposti con assoluta casualità e caratterizzati dai linguaggi più diversi definiti comunque dal criterio di maggior visibilità commerciale e della dotazione di parcheggi, cloni in tono minore di una periferia urbana statunitense. In seguito sono stati edificati i primi centri commerciali nel tratto corrispondente al comune di Cava Manara. Recentemente nel territorio del comune di San Martino Siccomario, sempre a ridosso della statale e principalmente attorno alla grande rotatoria corrispondente all’innesto con la tangenziale ovest di Pavia, sono sorti o stanno sorgendo ulteriori grandi centri. L’estensione di questi ultimi è tale da essere organizzata come una vera e propria porzione urbana organizzata con una rete di percorsi in forma di strade, gallerie e piazzette, e dotata di bar, ristoranti e altro similmente agli esempi del grande polo commerciale situato al termine di questo asse sud nel comune di Montebello della Battaglia. La loro posizione costituisce sempre un punto nodale dal punto di vista viabilistico e quindi commerciale. I cittadini ormai frequentano questi centri non solo per acquisti ma anche per pranzare, cenare o usufruire di intrattenimenti vari trascorrendo in questi luoghi caotici intere giornate. Questi centri comunque sono molto frequentati e questo impone il dovere di analizzare o perlomeno riflettere su questo fenomeno figlio di una società che privilegia una insensata corsa alla produzione ed al consumo invece che alla qualità dei servizi. D’altro canto il nuovo piano regolatore ha dato avvio alla progettazione di importanti, per estensione, quantità volumetrica e qualità nodale della posizione, aree industriali dismesse che, se realizzate, sicuramente determineranno un notevole mutamento delle condizioni di vita in Pavia. A questo proposito segue un breve stralcio della relazione redatta dall’architetto Luciano Bravi responsabile dell’Ufficio Accordi di Programma e PII del Settore Urbanistica, Ufficio Tecnico del Comune di Pavia, che sintetizza le intenzioni relative alle proposte di trasformazione delle citate aree industriali dismesse.

Luoghi del lavoro

PRINA, VITTORIO
2005-01-01

Abstract

Limitando l’ambito a nuovi luoghi di lavoro non virtuali, in Pavia è doveroso un breve cenno ad uno degli esempi più eclatanti costituito dal proliferare di centri commerciali e simili lungo la direttrice sud. Una delle cause di questo stato delle cose è stato sicuramente il protrarsi per decenni della redazione di un nuovo Piano Regolatore. Inizialmente solo il tratto di statale in uscita da Pavia era interessato da un susseguirsi di squallidi contenitori di depositi, sedi artigianali o commerciali, svariate concessionarie di autoveicoli, stazioni di lavaggio auto, benzinai, finanche ristoranti e hotels…disposti con assoluta casualità e caratterizzati dai linguaggi più diversi definiti comunque dal criterio di maggior visibilità commerciale e della dotazione di parcheggi, cloni in tono minore di una periferia urbana statunitense. In seguito sono stati edificati i primi centri commerciali nel tratto corrispondente al comune di Cava Manara. Recentemente nel territorio del comune di San Martino Siccomario, sempre a ridosso della statale e principalmente attorno alla grande rotatoria corrispondente all’innesto con la tangenziale ovest di Pavia, sono sorti o stanno sorgendo ulteriori grandi centri. L’estensione di questi ultimi è tale da essere organizzata come una vera e propria porzione urbana organizzata con una rete di percorsi in forma di strade, gallerie e piazzette, e dotata di bar, ristoranti e altro similmente agli esempi del grande polo commerciale situato al termine di questo asse sud nel comune di Montebello della Battaglia. La loro posizione costituisce sempre un punto nodale dal punto di vista viabilistico e quindi commerciale. I cittadini ormai frequentano questi centri non solo per acquisti ma anche per pranzare, cenare o usufruire di intrattenimenti vari trascorrendo in questi luoghi caotici intere giornate. Questi centri comunque sono molto frequentati e questo impone il dovere di analizzare o perlomeno riflettere su questo fenomeno figlio di una società che privilegia una insensata corsa alla produzione ed al consumo invece che alla qualità dei servizi. D’altro canto il nuovo piano regolatore ha dato avvio alla progettazione di importanti, per estensione, quantità volumetrica e qualità nodale della posizione, aree industriali dismesse che, se realizzate, sicuramente determineranno un notevole mutamento delle condizioni di vita in Pavia. A questo proposito segue un breve stralcio della relazione redatta dall’architetto Luciano Bravi responsabile dell’Ufficio Accordi di Programma e PII del Settore Urbanistica, Ufficio Tecnico del Comune di Pavia, che sintetizza le intenzioni relative alle proposte di trasformazione delle citate aree industriali dismesse.
2005
AL
Lavoro; professione; terziario; Pavia; centri commerciali; aree dismesse; programmi integrati
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/670945
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