Il saggio affronta la questione della toponomastica stradale dopo l’annessione di Milano al Regno di Sardegna e poi allo stato italiano come strumento del consolidamento del sentimento nazionale. Si prendono in esame i dibattiti in Consiglio comunale dove si discute della valenza evocativa dell’intitolazione delle strade ai personaggi simbolo del Risorgimento, agli uomini eminenti nel campo delle lettere, delle arti, della scienza, con particolare riferimento ai milanesi o a coloro che, fissando per un certo periodo la residenza nella città, ne hanno influenzato la vita civile, artistica o letteraria. Tale operazione di “costruzione della memoria” si collega alle esigenze di razionalizzazione e di modernizzazione di quella che si avviava a divenire la “capitale morale” dello stato unitario (sancite dalla legislazione comunale e provinciale del 1865) unitamente all’attenzione per la sopravvivenza delle memorie locali, pur sempre da armonizzare nel contesto di una Italia da costruire anche sul piano linguistico e delle comuni memorie. A ciò si collega la volontà di fissare i capisaldi della storia cittadina con l’apposizione di lapidi, quale sintesi di un “breviario di storia patria” da offrire all’edificazione del popolo.
"Devesi parlare al popolo". Toponomastica risorgimentale e lapidi commemorative nel dibattito in consiglio comunale a Milano, 1859-1878.
DE STEFANI, LORENZO
2012-01-01
Abstract
Il saggio affronta la questione della toponomastica stradale dopo l’annessione di Milano al Regno di Sardegna e poi allo stato italiano come strumento del consolidamento del sentimento nazionale. Si prendono in esame i dibattiti in Consiglio comunale dove si discute della valenza evocativa dell’intitolazione delle strade ai personaggi simbolo del Risorgimento, agli uomini eminenti nel campo delle lettere, delle arti, della scienza, con particolare riferimento ai milanesi o a coloro che, fissando per un certo periodo la residenza nella città, ne hanno influenzato la vita civile, artistica o letteraria. Tale operazione di “costruzione della memoria” si collega alle esigenze di razionalizzazione e di modernizzazione di quella che si avviava a divenire la “capitale morale” dello stato unitario (sancite dalla legislazione comunale e provinciale del 1865) unitamente all’attenzione per la sopravvivenza delle memorie locali, pur sempre da armonizzare nel contesto di una Italia da costruire anche sul piano linguistico e delle comuni memorie. A ciò si collega la volontà di fissare i capisaldi della storia cittadina con l’apposizione di lapidi, quale sintesi di un “breviario di storia patria” da offrire all’edificazione del popolo.File | Dimensione | Formato | |
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