L'articolo esamina la tecnologia stratificata a secco (fondata sulla tradizione esecutiva anglosassone e mitteleuropea), impostata sulla ricerca prestazionale del progetto, tale da rendere la costruzione basata sulle performance energetiche e sull'approccio ecologico, in completa affinità con le preoccupazioni attuali circa la tutela ambientale e lo sviluppo sostenibile. Allo stesso tempo, tale tecnologia si coniuga alla notevole richiesta di alloggi nei paesi a forte sviluppo demografico, nei quali i sistemi costruttivi ordinari mostrano i loro limiti e il ricorso a nuovi processi di edificazione si rende essenziale: questo, come anche le esigenze di flessibilità morfo-tipologica, degli involucri e degli spazi, in relazione alle necessità di modificare gli apparati tecnici per rispondere alle mutate esigenze d'uso (per cui risulta fondamentale l'esecuzione strutturale principale a telaio e le sezioni di tamponamento non sono elementi caricati staticamente, consentendo interventi senza incidere sull'apparato portante). Pertanto, la tecnologia stratificata a secco, che i progettisti francesi Eric Dubosc e Marc Landowski hanno definito come "filiera SCISL" (Systèmes Composites Interactifs Sec et Légers), si esplicita come traduzione delle prestazioni in "pacchetti" funzionali, come metodologia costruttiva diretta tesa a ottenere un prodotto edilizio a prestazioni calibrate (termoigrometriche, acustiche, funzionali, antincendio, energetiche, ecologiche) attraverso la totale libertà espressiva, con la possibilità di denunciare o di celare la tettonica esecutiva. La calibrazione prestazionale, in particolare, si determina mediante l'utilizzo sinergico e combinato degli esiti evoluti della ricerca produttiva intorno ai materiali per l'involucro, quali pannelli industrializzati, materassini isolanti, strati in fogli e guaine, semilavorati e componenti: questo insieme alla possibilità di reperire sul mercato elementi lineari per le intelaiature strutturali (in acciaio o in legno). Su queste basi, la tecnologia stratificata a secco si oppone alla resistenza del settore edilizio (soprattutto italiano), molto spesso distante dalla possibilità di ottimizzare il processo costruttivo: la proposta dell'approccio meccanico "struttura/rivestimento" (structure/envelope, per Dubosc) afferma l'applicazione di prodotti industriali esistenti sul mercato (proprio nell’ottica "supply chain" del settore automobilistico), l'assemblaggio a secco per bullonature e avvitature, l'indipendenza funzionale degli strumenti tecnici (soprattutto relativi all'involucro, grazie a singole prestazioni di prodotto nei confronti delle sollecitazioni esterne), l'evoluzione ergotecnica per i processi di cantiere.

Boldone, E3, l'Aquilone. Tecnologie involucro stratificato a secco

NASTRI, MASSIMILIANO
2011-01-01

Abstract

L'articolo esamina la tecnologia stratificata a secco (fondata sulla tradizione esecutiva anglosassone e mitteleuropea), impostata sulla ricerca prestazionale del progetto, tale da rendere la costruzione basata sulle performance energetiche e sull'approccio ecologico, in completa affinità con le preoccupazioni attuali circa la tutela ambientale e lo sviluppo sostenibile. Allo stesso tempo, tale tecnologia si coniuga alla notevole richiesta di alloggi nei paesi a forte sviluppo demografico, nei quali i sistemi costruttivi ordinari mostrano i loro limiti e il ricorso a nuovi processi di edificazione si rende essenziale: questo, come anche le esigenze di flessibilità morfo-tipologica, degli involucri e degli spazi, in relazione alle necessità di modificare gli apparati tecnici per rispondere alle mutate esigenze d'uso (per cui risulta fondamentale l'esecuzione strutturale principale a telaio e le sezioni di tamponamento non sono elementi caricati staticamente, consentendo interventi senza incidere sull'apparato portante). Pertanto, la tecnologia stratificata a secco, che i progettisti francesi Eric Dubosc e Marc Landowski hanno definito come "filiera SCISL" (Systèmes Composites Interactifs Sec et Légers), si esplicita come traduzione delle prestazioni in "pacchetti" funzionali, come metodologia costruttiva diretta tesa a ottenere un prodotto edilizio a prestazioni calibrate (termoigrometriche, acustiche, funzionali, antincendio, energetiche, ecologiche) attraverso la totale libertà espressiva, con la possibilità di denunciare o di celare la tettonica esecutiva. La calibrazione prestazionale, in particolare, si determina mediante l'utilizzo sinergico e combinato degli esiti evoluti della ricerca produttiva intorno ai materiali per l'involucro, quali pannelli industrializzati, materassini isolanti, strati in fogli e guaine, semilavorati e componenti: questo insieme alla possibilità di reperire sul mercato elementi lineari per le intelaiature strutturali (in acciaio o in legno). Su queste basi, la tecnologia stratificata a secco si oppone alla resistenza del settore edilizio (soprattutto italiano), molto spesso distante dalla possibilità di ottimizzare il processo costruttivo: la proposta dell'approccio meccanico "struttura/rivestimento" (structure/envelope, per Dubosc) afferma l'applicazione di prodotti industriali esistenti sul mercato (proprio nell’ottica "supply chain" del settore automobilistico), l'assemblaggio a secco per bullonature e avvitature, l'indipendenza funzionale degli strumenti tecnici (soprattutto relativi all'involucro, grazie a singole prestazioni di prodotto nei confronti delle sollecitazioni esterne), l'evoluzione ergotecnica per i processi di cantiere.
2011
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/667265
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