In occasione della precedente Conferenza del Colore, l’autore ha proposto alcune possibili angolazioni esplorative che intendevano individuare nel rapporto tra progetto di allestimento contemporaneo ed uso del colore una possibile matrice di cosciente configurazione di situazioni narrative ed emozionali volte a rendere accessibile e a caratterizzare gli eventi messi in mostra. La presenza del colore “allestito”, dunque, come atto concettuale ideativo, piuttosto che semplice esito formale: un primo tentativo “in progress” di lettura sistematica ed analitica del rapporto intercorrente tra allestimento ed affermazione del supporto cromatico come suo apparato specifico di definizione di situazioni ostensive. In questo contributo si propongono gli sviluppi di questa indagine, secondo una ulteriore linea di ricerca che punta sempre all’individuazione di possibili codici identificativi di questa “cogiacenza” non più soltanto attraverso degli esiti classificatori di atteggiamento allora rintracciati (il colore alfabetizzato, il colore materiale, il colore sensoriale, il colore costruito, il colore elettronico), bensì tra sviluppo dell’idea espositiva (vero e proprio atto complesso e stratificato di regia allestitiva ), e matrici riferibili ad “azioni”. Il colore come individuazione di una volontà progettuale unificante, che invera e dona sostanza “solida” (almeno visivamente e “sensorialmente”) ad un agire che rappresenti il tratto caratterizzante ed evidente dell’idea allestitiva, capace di coinvolgere e dirigere il pubblico stesso nell’appropriazione e comprensione dell’evento posto in mostra. Per la definizione di alcuni di questi codici si è preso spunto dalla nota opera-manifesto di Richard Serra “Verb List” del 1967.68, pubblicata per la prima volta in The Avant-garde: Issues or the Art of Seventies: come allora quel testo fermava nel tempo alcuni “toponimi” contenuti da sempre nell’atto artistico, ma elencati come declaratoria di punto di vista diverso e sbilanciato in grado di affermare nuove strade per rinnovati atteggiamenti artistici, così oggi si pone come stimolante guida per la sperimentazione di differenti chiavi di lettura interpretative. to crease, to bend, to dapple, to sever, to knot… azioni che Serra collega (secondo legami che non esplicita ed affida al lettore stesso) a soggetti quali layering, inertia, polarization, simultaneità.

Coloured verb list splashing into exhibition design. Nuove verifiche paradigmatiche.

BORSOTTI, MARCO
2011-01-01

Abstract

In occasione della precedente Conferenza del Colore, l’autore ha proposto alcune possibili angolazioni esplorative che intendevano individuare nel rapporto tra progetto di allestimento contemporaneo ed uso del colore una possibile matrice di cosciente configurazione di situazioni narrative ed emozionali volte a rendere accessibile e a caratterizzare gli eventi messi in mostra. La presenza del colore “allestito”, dunque, come atto concettuale ideativo, piuttosto che semplice esito formale: un primo tentativo “in progress” di lettura sistematica ed analitica del rapporto intercorrente tra allestimento ed affermazione del supporto cromatico come suo apparato specifico di definizione di situazioni ostensive. In questo contributo si propongono gli sviluppi di questa indagine, secondo una ulteriore linea di ricerca che punta sempre all’individuazione di possibili codici identificativi di questa “cogiacenza” non più soltanto attraverso degli esiti classificatori di atteggiamento allora rintracciati (il colore alfabetizzato, il colore materiale, il colore sensoriale, il colore costruito, il colore elettronico), bensì tra sviluppo dell’idea espositiva (vero e proprio atto complesso e stratificato di regia allestitiva ), e matrici riferibili ad “azioni”. Il colore come individuazione di una volontà progettuale unificante, che invera e dona sostanza “solida” (almeno visivamente e “sensorialmente”) ad un agire che rappresenti il tratto caratterizzante ed evidente dell’idea allestitiva, capace di coinvolgere e dirigere il pubblico stesso nell’appropriazione e comprensione dell’evento posto in mostra. Per la definizione di alcuni di questi codici si è preso spunto dalla nota opera-manifesto di Richard Serra “Verb List” del 1967.68, pubblicata per la prima volta in The Avant-garde: Issues or the Art of Seventies: come allora quel testo fermava nel tempo alcuni “toponimi” contenuti da sempre nell’atto artistico, ma elencati come declaratoria di punto di vista diverso e sbilanciato in grado di affermare nuove strade per rinnovati atteggiamenti artistici, così oggi si pone come stimolante guida per la sperimentazione di differenti chiavi di lettura interpretative. to crease, to bend, to dapple, to sever, to knot… azioni che Serra collega (secondo legami che non esplicita ed affida al lettore stesso) a soggetti quali layering, inertia, polarization, simultaneità.
2011
Colori e colometria. Contributi multidisciplinari. VOL. VII/A
883876042X
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