La prima consapevole definizione e distinzione della possibilità espressive della luce è contenuta nel magnifico saggio che Hans Sedlmayr scrisse nel 1979 dal titolo “Das Light in seinen kűnsterlischen Manifestationen” pubblicata in Italia per la prima volta nell’89 come “La luce nelle sue manifestazioni artistiche” per Aestetica edizioni di Palermo. In questo breve saggio di 30 pagine, talmente denso e profondo da apparire come l’indice di una futura amplissima ricerca sulle diverse possibilità che la luce ha di manifestare la propria natura, l’Autore mostra come a fianco di un approccio strumentale che fa della luce il mezzo che rende visibile il reale, esista una possibilità storicamente accertabile di un impiego più alto e non utilitaristico delle fonti luminose, poiché “[...]dalla illuminazione si sviluppa, in diversi momenti della storia, un’arte che compone le proprie opere avvalendosi di fonti luminescenti o inglobando le stesse come elemento compositivo”. La lettura di quella che possiamo considerare la prima, sintetica e conclusiva definizione di ciò che noi chiamiamo Light Art, ha ispirato le mie ricerche sulla storia delle manifestazioni spettacolari della luce, riversate nel libro “Breve storia della Luministica. La messa in scena della luce da Erone ad Appia”, da me pubblicato nel 2005. E l’interesse che la definizione di Sedlemayr ha suscitato in chi, come me, fino ad allora si era dedicato esclusivamente al disegno degli apparecchi di illuminazione, ha fatto nascere la voglia di conoscere e di documentare l’Arte della Luce. Ma ora che, insieme a Gisella Gellini siamo giunti alla terza edizione del libro, è forse arrivato il momento di definire meglio il contenuto della Light Art affinché attraverso l’analisi delle modalità e delle tecniche di realizzazione delle diverse opere si giunga ad una sorta di distinzione tipologica tra i molti modi nei quali questa arte oggi si esplica. Così credo che una prima possibile declinazione che tenga conto della distinzione tra le varie modalità del manifestarsi di quest’arte possa definita con il seguente elenco: Sculture di luce - Effetti di luce - Diorami e proiezioni luminose - Graffiti luminosi - Spettacoli luminosi - Spazi luminosi - Luci architetturali - Arredi luminosi - Luminarie. Tutte le voci di questo elenco possono poi essere declinate a seconda dei luoghi e dei tempi del loro svolgimento pertanto le opere di Light Art si attuano ovviamente: In interni - In esterni - In modalità statica - In modalità dinamica. Le opere di Light Art esposte nel libro si attengono alle voci e alle declinazioni suindicate e ne rappresentano degli esempi esplicativi.

Light Art in Italy 2010

MURANO, FRANCESCO;GELLINI, GISELLA
2011-01-01

Abstract

La prima consapevole definizione e distinzione della possibilità espressive della luce è contenuta nel magnifico saggio che Hans Sedlmayr scrisse nel 1979 dal titolo “Das Light in seinen kűnsterlischen Manifestationen” pubblicata in Italia per la prima volta nell’89 come “La luce nelle sue manifestazioni artistiche” per Aestetica edizioni di Palermo. In questo breve saggio di 30 pagine, talmente denso e profondo da apparire come l’indice di una futura amplissima ricerca sulle diverse possibilità che la luce ha di manifestare la propria natura, l’Autore mostra come a fianco di un approccio strumentale che fa della luce il mezzo che rende visibile il reale, esista una possibilità storicamente accertabile di un impiego più alto e non utilitaristico delle fonti luminose, poiché “[...]dalla illuminazione si sviluppa, in diversi momenti della storia, un’arte che compone le proprie opere avvalendosi di fonti luminescenti o inglobando le stesse come elemento compositivo”. La lettura di quella che possiamo considerare la prima, sintetica e conclusiva definizione di ciò che noi chiamiamo Light Art, ha ispirato le mie ricerche sulla storia delle manifestazioni spettacolari della luce, riversate nel libro “Breve storia della Luministica. La messa in scena della luce da Erone ad Appia”, da me pubblicato nel 2005. E l’interesse che la definizione di Sedlemayr ha suscitato in chi, come me, fino ad allora si era dedicato esclusivamente al disegno degli apparecchi di illuminazione, ha fatto nascere la voglia di conoscere e di documentare l’Arte della Luce. Ma ora che, insieme a Gisella Gellini siamo giunti alla terza edizione del libro, è forse arrivato il momento di definire meglio il contenuto della Light Art affinché attraverso l’analisi delle modalità e delle tecniche di realizzazione delle diverse opere si giunga ad una sorta di distinzione tipologica tra i molti modi nei quali questa arte oggi si esplica. Così credo che una prima possibile declinazione che tenga conto della distinzione tra le varie modalità del manifestarsi di quest’arte possa definita con il seguente elenco: Sculture di luce - Effetti di luce - Diorami e proiezioni luminose - Graffiti luminosi - Spettacoli luminosi - Spazi luminosi - Luci architetturali - Arredi luminosi - Luminarie. Tutte le voci di questo elenco possono poi essere declinate a seconda dei luoghi e dei tempi del loro svolgimento pertanto le opere di Light Art si attuano ovviamente: In interni - In esterni - In modalità statica - In modalità dinamica. Le opere di Light Art esposte nel libro si attengono alle voci e alle declinazioni suindicate e ne rappresentano degli esempi esplicativi.
2011
Maggioli S.p.A.
9788838760198
Luce; Arte; Light Art
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