A Epidauro, Kos, Pergamo, Atene, e in ogni angolo dell’antica Grecia folle di pazienti andavano a consultare il loro medico durante il sonno. La “incubatio”, il sonno sacro nel tempio (che poteva anche essere uno stato intermedio tra sonno e veglia, una sorta di allucinazione), a volte produceva lunghe e dettagliate visioni, le cui implicazioni terapeutiche erano molto tecniche e precise. Le guarigioni miracolose, che fecero di Epidauro una specie di Lourdes pagana, rappresentano l’aspetto più difficilmente accettabile e interpretabile dalla mentalità moderna: tuttavia, i santuari di Asclepio si moltiplicarono proprio nell’epoca che vide la nascita della medicina scientifica. Col tempo i tratti prodigiosi e irrazionali del culto si attenuarono, e la distanza tra la medicina ippocratica e quella del tempio si ridusse. Si diceva che il dio “aveva imparato l’arte medica”, e in effetti l’evoluzione della medicina greca si rispecchia nei resoconti di guarigioni conservati negli “Asclepieia”. Certo è che la religione di Asclepio ci offre una grandiosa rappresentazione della componente psicologica e psicosomatica della medicina. Si tratta di un autentico “teatro della medicina”, che proietta in un universo onirico e trascendente l’evento fin troppo umano della malattia e della guarigione. Tutte le energie in gioco, la tensione interiore che chiama a raccolta il potere risanatore della natura, quel potenziale di autosuggestione emotiva che Carl Alfred Meier ha chiamato “tendenza autoterapeutica della psiche”: tutto ciò trova splendida e irripetibile raffigurazione nel mito di Asclepio. Ma più in generale, si può parlare di una particolare sensibilità delle culture pre-razionali e pre-moderne per il fenomeno del sogno: e in effetti, malgrado ogni sforzo, la scienza occidentale non è riuscita a circoscriverlo entro una griglia categoriale predeterminata. Dopo un secolo di psicoanalisi, è ancora difficile stabilire con certezza se il sogno appartenga alla sfera culturale o naturale, se sia un fenomeno soggettivo o oggettivo, psicologico o fisiologico, logico o simbolico. Il sogno rappresenta probabilmente quell’unità tra i fenomeni e tra spirito e natura, la cui comprensione comporterà la nascita di scienze ben più raffinate di quelle attualmente esistenti. Il sogno ha resistito e resiste alla nostra volontà di scomporre il tutto e di ridurlo alla combinazione delle parti: è quel residuo che non può essere risolto nella mediazione della conoscenza. Gli antichi Greci hanno riconosciuto in esso un potere salvifico e risanatore che si manifesta in modo autonomo, indipendente da ogni intervento tecnico dell’uomo. Perciò la guarigione era per loro nel contempo fenomeno spirituale e processo naturale spontaneo, e il sogno era il luogo insondabile di questa misteriosa sintesi. Il significato originario del termine “terapia” è “assistere” (therapeuein): il terapeuta è colui che aiuta o favorisce il processo naturale di guarigione che, sebbene indotto con ogni mezzo, deve in defintiva avvenire da sé. Asclepio e i suoi sacerdoti in realtà non promettevano miracoli o immortalità: promettevano soltanto aiuto.
Asclepio e la medicina del sogno
GIACOMINI, LORENZO
1990-01-01
Abstract
A Epidauro, Kos, Pergamo, Atene, e in ogni angolo dell’antica Grecia folle di pazienti andavano a consultare il loro medico durante il sonno. La “incubatio”, il sonno sacro nel tempio (che poteva anche essere uno stato intermedio tra sonno e veglia, una sorta di allucinazione), a volte produceva lunghe e dettagliate visioni, le cui implicazioni terapeutiche erano molto tecniche e precise. Le guarigioni miracolose, che fecero di Epidauro una specie di Lourdes pagana, rappresentano l’aspetto più difficilmente accettabile e interpretabile dalla mentalità moderna: tuttavia, i santuari di Asclepio si moltiplicarono proprio nell’epoca che vide la nascita della medicina scientifica. Col tempo i tratti prodigiosi e irrazionali del culto si attenuarono, e la distanza tra la medicina ippocratica e quella del tempio si ridusse. Si diceva che il dio “aveva imparato l’arte medica”, e in effetti l’evoluzione della medicina greca si rispecchia nei resoconti di guarigioni conservati negli “Asclepieia”. Certo è che la religione di Asclepio ci offre una grandiosa rappresentazione della componente psicologica e psicosomatica della medicina. Si tratta di un autentico “teatro della medicina”, che proietta in un universo onirico e trascendente l’evento fin troppo umano della malattia e della guarigione. Tutte le energie in gioco, la tensione interiore che chiama a raccolta il potere risanatore della natura, quel potenziale di autosuggestione emotiva che Carl Alfred Meier ha chiamato “tendenza autoterapeutica della psiche”: tutto ciò trova splendida e irripetibile raffigurazione nel mito di Asclepio. Ma più in generale, si può parlare di una particolare sensibilità delle culture pre-razionali e pre-moderne per il fenomeno del sogno: e in effetti, malgrado ogni sforzo, la scienza occidentale non è riuscita a circoscriverlo entro una griglia categoriale predeterminata. Dopo un secolo di psicoanalisi, è ancora difficile stabilire con certezza se il sogno appartenga alla sfera culturale o naturale, se sia un fenomeno soggettivo o oggettivo, psicologico o fisiologico, logico o simbolico. Il sogno rappresenta probabilmente quell’unità tra i fenomeni e tra spirito e natura, la cui comprensione comporterà la nascita di scienze ben più raffinate di quelle attualmente esistenti. Il sogno ha resistito e resiste alla nostra volontà di scomporre il tutto e di ridurlo alla combinazione delle parti: è quel residuo che non può essere risolto nella mediazione della conoscenza. Gli antichi Greci hanno riconosciuto in esso un potere salvifico e risanatore che si manifesta in modo autonomo, indipendente da ogni intervento tecnico dell’uomo. Perciò la guarigione era per loro nel contempo fenomeno spirituale e processo naturale spontaneo, e il sogno era il luogo insondabile di questa misteriosa sintesi. Il significato originario del termine “terapia” è “assistere” (therapeuein): il terapeuta è colui che aiuta o favorisce il processo naturale di guarigione che, sebbene indotto con ogni mezzo, deve in defintiva avvenire da sé. Asclepio e i suoi sacerdoti in realtà non promettevano miracoli o immortalità: promettevano soltanto aiuto.File | Dimensione | Formato | |
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