Gli aspetti sempre più spettacolari dell’innovazione scientifica si confermano in occasioni come “Spoleto-scienza”, appendice epistemologica del Festival dei Due Mondi. Si è parlato giustamente di “Festival delle Due Culture” a proposito dell’edizione 1990, dedicata a “La narrazione delle origini” (coordinatori Mauro Ceruti e Lorena Preta). Personalità poliedriche ma del tutto eterogenee, provenienti da ogni ambito della cultura: cosmologi, fisici, biologi, epistemologi, mitologi e semiologi (John David Barrow, Isabelle Stengers, Lynn Margulis, Henri Atlan, Marcel Detienne, René Girard, Umberto Eco), hanno potuto discutere dalla stessa tribuna una “ipotesi per una nuova cosmologia”, che estende i suoi orizzonti fino alle origini della vita e alla genesi delle forme simboliche. Si verifica un'intersezione di tutti i livelli dell’impresa scientifica, dove ogni linguaggio è costretto a uscire dal gergo specialistico e a confrontarsi in una zona franca, dove le fisionomie degli oggetti e dei metodi non sono già delineate a priori dalle discipline. Gli scienziati riscoprono vecchi dilemmi metafisici e il loro contenuto di realtà, mentre gli umanisti trovano sempre più familiari i tratti narrativi e speculativi che il pensiero scientifico viene assumendo. La scienza si fa "pubblico racconto": la crescente attenzione per l’aspetto narrativo appare legata a questa ritrovata facoltà di intravedere tutta la storia del cosmo depositata nel dettaglio. L’esigenza di una “narrazione delle origini”, che un tempo fu espulsa dal territorio del sapere rigoroso col miraggio di una conoscenza intemporale e normativa, si pone oggi dall’interno della scienza stessa. Anche nei settori che sembravano più refrattari a ogni storicizzazione, i modelli evolutivi hanno ormai rimpiazzato l’illusione di staticità, e l’idea di un universo in espansione è entrata a far parte del senso comune. Si delinea un nuovo profilo di epistème: è una scienza che recupera l’istanza di un’autentica filosofia della natura, che non si disperde nella cieca proliferazione dei saperi. Una scienza che si nutre di un libero flusso di idee nell’intero paesaggio della cultura, puntando alla creazione di un’immagine pubblica, con tutte le componenti spettacolari e narrative che ciò comporta. Una scienza, infine, che non teme di assomigliare sempre più a un racconto fantastico.

Cosmologie a Spoleto

GIACOMINI, LORENZO
1990-01-01

Abstract

Gli aspetti sempre più spettacolari dell’innovazione scientifica si confermano in occasioni come “Spoleto-scienza”, appendice epistemologica del Festival dei Due Mondi. Si è parlato giustamente di “Festival delle Due Culture” a proposito dell’edizione 1990, dedicata a “La narrazione delle origini” (coordinatori Mauro Ceruti e Lorena Preta). Personalità poliedriche ma del tutto eterogenee, provenienti da ogni ambito della cultura: cosmologi, fisici, biologi, epistemologi, mitologi e semiologi (John David Barrow, Isabelle Stengers, Lynn Margulis, Henri Atlan, Marcel Detienne, René Girard, Umberto Eco), hanno potuto discutere dalla stessa tribuna una “ipotesi per una nuova cosmologia”, che estende i suoi orizzonti fino alle origini della vita e alla genesi delle forme simboliche. Si verifica un'intersezione di tutti i livelli dell’impresa scientifica, dove ogni linguaggio è costretto a uscire dal gergo specialistico e a confrontarsi in una zona franca, dove le fisionomie degli oggetti e dei metodi non sono già delineate a priori dalle discipline. Gli scienziati riscoprono vecchi dilemmi metafisici e il loro contenuto di realtà, mentre gli umanisti trovano sempre più familiari i tratti narrativi e speculativi che il pensiero scientifico viene assumendo. La scienza si fa "pubblico racconto": la crescente attenzione per l’aspetto narrativo appare legata a questa ritrovata facoltà di intravedere tutta la storia del cosmo depositata nel dettaglio. L’esigenza di una “narrazione delle origini”, che un tempo fu espulsa dal territorio del sapere rigoroso col miraggio di una conoscenza intemporale e normativa, si pone oggi dall’interno della scienza stessa. Anche nei settori che sembravano più refrattari a ogni storicizzazione, i modelli evolutivi hanno ormai rimpiazzato l’illusione di staticità, e l’idea di un universo in espansione è entrata a far parte del senso comune. Si delinea un nuovo profilo di epistème: è una scienza che recupera l’istanza di un’autentica filosofia della natura, che non si disperde nella cieca proliferazione dei saperi. Una scienza che si nutre di un libero flusso di idee nell’intero paesaggio della cultura, puntando alla creazione di un’immagine pubblica, con tutte le componenti spettacolari e narrative che ciò comporta. Una scienza, infine, che non teme di assomigliare sempre più a un racconto fantastico.
1990
cosmologia; epistemologia; interdisciplinarità; evoluzione; storicizzazione; narrazione; origini
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