Progettare il territorio è, per sua natura, azione e cultura dell'oggi che si colloca nei futuro. Negli anni '80 questa azione si attua in un contesto di frontiera fra una tradizione ancora pregnante, anche là dove è più profondamente in crisi, e un futuro appena iniziato ma già in grado di imporre il terreno della discontinuità con quel passato e con quella tradizione. Questo lavoro, privilegiando l'indagine degli aspetti qualitativi di rottura, interpreta il fenomeno, già iniziato coi decentramento produttivo, di rivoluzione silenziosa all'interno dei rapporti sociali che la nuova fabbrica, quella che produce merci informazione, sta portando a compimento. Porre al centro dell'attuale processo di trasformazione della metropoli la produzione di informazione permette di assegnare un'origine strutturale ad alcuni codici attorno cui si va organizzando la condizione moderna. «Aspazialità, amorfismo» e «occultamento» risultano allora le categorie fondanti sia del nuovo modello di organizzazione della produzione sia dello spazio della metropoli. «Proprio quando la ricerca riesce a dar forma al brulichio ridondante, rumoroso e caotico che è il sociale della metropoli post-industriale ... proprio allora ... questo modello restituisce un'immagine inquietante, colma di interrogativi: siamo di fronte a una fabbrica invisibile, ma più densa di circuiti energetici delle vecchie catene di montaggio della Fiat ... (che dà), forse, ... minore sofferenza umana e maggiori possibilità di avvicinarsi ai fini della produzione e progettare il futuro» (Alberto Magnaghi). Il volume, indirizzato specificatamente a architetti e urbanisti, si rivolge in realtà a tutti coloro che devono affrontare il problema di una progettazione dello spazio della città del domani. Sandra Bonfiglioli (Modena, 1940) laureata in matematica insegna dal '64 al '72 analisi matematica presso la Facoltà di ingegneria del Politecnico di Milano e successivamente, dal '68. analisi dei sistemi urbani presso la Facoltà di architettura dello stesso Politecnico. alla cui cattedra è associata. Come direttore dell'Istituto di matematica gestisce la trasformazione a Dipartimento di scienze del territorio a cui confluisce anche l'Istituto di urbanistica. E' tra i fondatori della rivista «Quaderni del territorio». Dal '70 svolge ricerca e scrive saggi sulle trasformazioni socioeconomiche e territoriali della metropoli. Marisa Galbiati (Corbetta, Milano, 1950), laureata presso la Facoltà di architettura di Milano nel 1974, è assistente e successivamente ricercatrice di ruolo presso la stessa Facoltà dal 1975. Ha svolto in particolare lavori di ricerca sul ruolo del terziario nelle trasformazioni territoriali della metropoli.
Dopo Metropolis. Rivoluzione scientifico-tecnica, nuovi modelli di organizzazione del lavoro e uso del territorio
GALBIATI, MARIA LUISA;
1984-01-01
Abstract
Progettare il territorio è, per sua natura, azione e cultura dell'oggi che si colloca nei futuro. Negli anni '80 questa azione si attua in un contesto di frontiera fra una tradizione ancora pregnante, anche là dove è più profondamente in crisi, e un futuro appena iniziato ma già in grado di imporre il terreno della discontinuità con quel passato e con quella tradizione. Questo lavoro, privilegiando l'indagine degli aspetti qualitativi di rottura, interpreta il fenomeno, già iniziato coi decentramento produttivo, di rivoluzione silenziosa all'interno dei rapporti sociali che la nuova fabbrica, quella che produce merci informazione, sta portando a compimento. Porre al centro dell'attuale processo di trasformazione della metropoli la produzione di informazione permette di assegnare un'origine strutturale ad alcuni codici attorno cui si va organizzando la condizione moderna. «Aspazialità, amorfismo» e «occultamento» risultano allora le categorie fondanti sia del nuovo modello di organizzazione della produzione sia dello spazio della metropoli. «Proprio quando la ricerca riesce a dar forma al brulichio ridondante, rumoroso e caotico che è il sociale della metropoli post-industriale ... proprio allora ... questo modello restituisce un'immagine inquietante, colma di interrogativi: siamo di fronte a una fabbrica invisibile, ma più densa di circuiti energetici delle vecchie catene di montaggio della Fiat ... (che dà), forse, ... minore sofferenza umana e maggiori possibilità di avvicinarsi ai fini della produzione e progettare il futuro» (Alberto Magnaghi). Il volume, indirizzato specificatamente a architetti e urbanisti, si rivolge in realtà a tutti coloro che devono affrontare il problema di una progettazione dello spazio della città del domani. Sandra Bonfiglioli (Modena, 1940) laureata in matematica insegna dal '64 al '72 analisi matematica presso la Facoltà di ingegneria del Politecnico di Milano e successivamente, dal '68. analisi dei sistemi urbani presso la Facoltà di architettura dello stesso Politecnico. alla cui cattedra è associata. Come direttore dell'Istituto di matematica gestisce la trasformazione a Dipartimento di scienze del territorio a cui confluisce anche l'Istituto di urbanistica. E' tra i fondatori della rivista «Quaderni del territorio». Dal '70 svolge ricerca e scrive saggi sulle trasformazioni socioeconomiche e territoriali della metropoli. Marisa Galbiati (Corbetta, Milano, 1950), laureata presso la Facoltà di architettura di Milano nel 1974, è assistente e successivamente ricercatrice di ruolo presso la stessa Facoltà dal 1975. Ha svolto in particolare lavori di ricerca sul ruolo del terziario nelle trasformazioni territoriali della metropoli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.