In Filosofia ed in Fisica l'"horror vacui" indica una teoria ideata da Aristotele che afferma che la Natura rifugge il Vuoto, e perciò lo riempie costantemente. Se con "horror vacui" si indica, tipicamente, il "terrore del Vuoto" che dalla Natura si manifesta proprio nell'uomo primitivo, costretto a sopravvivere in un "mondo ancora vuoto di senso e di segni", con "horror pleni" (uno dei più recenti tasselli concettuali di produzione dorflesiana), al contrario, si vuole indicare lo sgomento dell'uomo postmoderno derivante dal sovraccarico di segni e di comunicazioni. Horror vacui o horror pleni? In realtà, in ambedue i casi, si tratta di "rumore ancestrale" che, a livello esistenziale, si amplifica proprio in una implicita potenziale generazione di confusione ad ogni ambito superiore. Certo, proprio come concetti stessi, si possono anche usare in campo artistico, letterario, sociale, scientifico, ecc... Ad esempio, in ambito scientifico, essi danno spazio a riflessioni operative, come sempre derivate da immagini\concetto verificate da esperimenti condivisi e ripetibili, per il continuo avanzamento della conoscenza, senza mai dimenticare la componente fondamentale: Il Vivente. Allora, una prospettiva evolutiva sulla Cibernetica degli ultimi ottanta anni puo' costituire una guida intelligente per lo sviluppo di un solido Approccio Clinico Evolutivo, capace di trarre il massimo vantaggio operativo dalla sistemica della complessita', minimizzando il "rumore ancestrale" di fondo. In questo modo si puo' iniziare dalla modellizzazione sistemica e biologica dell'approccio clinico tradizionale, basato sul Modello Pragmatico Elementare, per passare, in modo affidabile, a quello piu' avanzato dell'Osservatore Ergodico, per arrivare, infine, al concetto di "Interazione Egocentrica", in grado di garantire, ad alto livello, l'osservazione predicibile di un esperimento da parte di un Osservatore Creativo. La relazione triangolare tra Materia, Energia ed Informazione porta ad individuare un limite finito alla velocita' con cui i simboli possono essere elaborati dalla Materia ed alla formulazione di un "Principio Evolutivo" in grado di generalizzare il significato della evoluzione in sistemi complessi: infatti mostra come ogni incremento di Informazione debba essere sempre bilanciato da una corrispondente diminuzione delle altre due principali forme in cui è codificata l'Energia. Tale principio si applica bene alle trasformazioni biofisiche che esprimono le caratteristiche della vita, con il risultato di permettere la migliore auto-organizzazione di "sistemi complessi" quali gli Organismi Viventi. L'Osservatore Creativo determina il co-risultato del Sistema e dell'Osservatore stesso potendo far emergere molteplici realtà. Allora le Implicazioni di Consapevolezza del proprio Paradigma Operativo di Riferimento che determina lo Scenario Operativo Associato devono imporre, di conseguenza, i Limiti Condivisibili di Responsabilità delle proprie Azioni.

Una Prospettiva Cibernetica per un Intelligente Approccio Clinico Evolutivo nella Sistemica della Complessita'

FIORINI, RODOLFO
2011-01-01

Abstract

In Filosofia ed in Fisica l'"horror vacui" indica una teoria ideata da Aristotele che afferma che la Natura rifugge il Vuoto, e perciò lo riempie costantemente. Se con "horror vacui" si indica, tipicamente, il "terrore del Vuoto" che dalla Natura si manifesta proprio nell'uomo primitivo, costretto a sopravvivere in un "mondo ancora vuoto di senso e di segni", con "horror pleni" (uno dei più recenti tasselli concettuali di produzione dorflesiana), al contrario, si vuole indicare lo sgomento dell'uomo postmoderno derivante dal sovraccarico di segni e di comunicazioni. Horror vacui o horror pleni? In realtà, in ambedue i casi, si tratta di "rumore ancestrale" che, a livello esistenziale, si amplifica proprio in una implicita potenziale generazione di confusione ad ogni ambito superiore. Certo, proprio come concetti stessi, si possono anche usare in campo artistico, letterario, sociale, scientifico, ecc... Ad esempio, in ambito scientifico, essi danno spazio a riflessioni operative, come sempre derivate da immagini\concetto verificate da esperimenti condivisi e ripetibili, per il continuo avanzamento della conoscenza, senza mai dimenticare la componente fondamentale: Il Vivente. Allora, una prospettiva evolutiva sulla Cibernetica degli ultimi ottanta anni puo' costituire una guida intelligente per lo sviluppo di un solido Approccio Clinico Evolutivo, capace di trarre il massimo vantaggio operativo dalla sistemica della complessita', minimizzando il "rumore ancestrale" di fondo. In questo modo si puo' iniziare dalla modellizzazione sistemica e biologica dell'approccio clinico tradizionale, basato sul Modello Pragmatico Elementare, per passare, in modo affidabile, a quello piu' avanzato dell'Osservatore Ergodico, per arrivare, infine, al concetto di "Interazione Egocentrica", in grado di garantire, ad alto livello, l'osservazione predicibile di un esperimento da parte di un Osservatore Creativo. La relazione triangolare tra Materia, Energia ed Informazione porta ad individuare un limite finito alla velocita' con cui i simboli possono essere elaborati dalla Materia ed alla formulazione di un "Principio Evolutivo" in grado di generalizzare il significato della evoluzione in sistemi complessi: infatti mostra come ogni incremento di Informazione debba essere sempre bilanciato da una corrispondente diminuzione delle altre due principali forme in cui è codificata l'Energia. Tale principio si applica bene alle trasformazioni biofisiche che esprimono le caratteristiche della vita, con il risultato di permettere la migliore auto-organizzazione di "sistemi complessi" quali gli Organismi Viventi. L'Osservatore Creativo determina il co-risultato del Sistema e dell'Osservatore stesso potendo far emergere molteplici realtà. Allora le Implicazioni di Consapevolezza del proprio Paradigma Operativo di Riferimento che determina lo Scenario Operativo Associato devono imporre, di conseguenza, i Limiti Condivisibili di Responsabilità delle proprie Azioni.
2011
Verso un Modello Integrato della Mente: dalla Psicopatologia Clinica alla Sistemica della Complessita'
Dynamics System Theory; Cybernetics; Complexity Science; Integrated Mind Model; System Modelling; Systemics; Computational Modelling
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/657964
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