Il saggio ed il volume danno conto di un nuovo filone di ricerca sviluppato negli anni recenti sull’intreccio tra pianificazione urbana, uso del tempo libero e, dunque, attrezzature ad esso destinate (sport, ma non solo). La ricerca origina dall’intrecciarsi di diversi ordini di questioni: l’interesse lungamente coltivato per Sesto San Giovanni come caso emblematico – forse unico in Italia - delle trasformazioni urbanistiche di una vera città fabbrica; la riflessione sulle politiche di rinnovo e recupero delle brown areas sestesi che hanno dichiarato il tema dell’ambiente, dei “parchi” e del tempo libero, come loro asse portante. Questo approccio ha portato quasi subito ad incrociare, da un lato un filone ormai consolidato, quello della letteratura anglosassone sui mega-events di ambito sportivo; dall’altro, alcune letture di carattere sociologico sullo sport, il tempo libero e le pratiche sociali che li accompagnano in questi anni recenti. Infatti, nella seconda metà degli anni ’90, si è sviluppato un interessante dibattito sul rapporto tra globalizzazione, grandi eventi e politiche urbane, denso di riferimenti socioeconomici e sociologici, che spogliato oggi di certa retorica della crescita, risulta assai stimolante per cogliere nessi inediti tra “usi di città” e “nuovi paesaggi” urbani. In questo coacervo, il filo rosso - ancora da dipanare compiutamente - è quello di una riflessione operativa (e progettuale) sugli spazi e le attrezzature dedicate allo sport e al tempo libero, come possibili chiavi interpretative e progettuali delle grandi trasformazioni urbane sestesi.
Nuovi statuti del tempo libero e paesaggi della città contemporanea
ACUTO, FEDERICO
2011-01-01
Abstract
Il saggio ed il volume danno conto di un nuovo filone di ricerca sviluppato negli anni recenti sull’intreccio tra pianificazione urbana, uso del tempo libero e, dunque, attrezzature ad esso destinate (sport, ma non solo). La ricerca origina dall’intrecciarsi di diversi ordini di questioni: l’interesse lungamente coltivato per Sesto San Giovanni come caso emblematico – forse unico in Italia - delle trasformazioni urbanistiche di una vera città fabbrica; la riflessione sulle politiche di rinnovo e recupero delle brown areas sestesi che hanno dichiarato il tema dell’ambiente, dei “parchi” e del tempo libero, come loro asse portante. Questo approccio ha portato quasi subito ad incrociare, da un lato un filone ormai consolidato, quello della letteratura anglosassone sui mega-events di ambito sportivo; dall’altro, alcune letture di carattere sociologico sullo sport, il tempo libero e le pratiche sociali che li accompagnano in questi anni recenti. Infatti, nella seconda metà degli anni ’90, si è sviluppato un interessante dibattito sul rapporto tra globalizzazione, grandi eventi e politiche urbane, denso di riferimenti socioeconomici e sociologici, che spogliato oggi di certa retorica della crescita, risulta assai stimolante per cogliere nessi inediti tra “usi di città” e “nuovi paesaggi” urbani. In questo coacervo, il filo rosso - ancora da dipanare compiutamente - è quello di una riflessione operativa (e progettuale) sugli spazi e le attrezzature dedicate allo sport e al tempo libero, come possibili chiavi interpretative e progettuali delle grandi trasformazioni urbane sestesi.File | Dimensione | Formato | |
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