(Incipit) Parlare di “paesaggio” dall’angolazione disciplinare del Design può voler dire due cose: in primis, aderendo al basilare significato della parola design, riguardarlo in chiave ‘progettuale’, ovvero con occhio potenzialmente trasformatore (sia esso tutelante, ristrutturante o strutturante); in secundis, accettando la divisione imperante fra involucro e contenuto, laddove l’opera del designer si attesta prevalentemente sul primo, considerarne la ‘scocca’ più esterna, quella a più diretto contatto con l’utente/abitante (sia essa di origine naturale, artificiale o mista). Una tale concezione implica l’evidente posizionamento dell’asse di indagine sul fronte “estetico”, ovvero sull’oggetto paesistico inteso come non separato dalle sollecitazioni sensoriali e percettive che ad esso si riferiscono. D’altra parte, è chiaro da tempo che la particolare natura del paesaggio consiste precisamente nel delicato, e per certi versi indefinibile, rapporto dinamico fra uomo e ambiente fisico, insomma fra territori e comunità. In questo senso l’entità paesaggio ricomprende non solo il sistema delle relazioni fra uomo e ambiente naturale, ma anche quello dei rapporto fra uomo e ambiente artificiale. Rosario Assunto ha ben chiarito, nel monumentale lavoro "Il paesaggio e l’estetica", lo stretto legame fra paesaggio naturale e paesaggio urbano. Duplicità fenomenologica passibile di ulteriori raffinamenti proprio in considerazione degli effetti del gradiente dell’azione umana sui contesti concreti. Possiamo allora aggiungere, alle tradizionli categorie dei "paesaggi naturali" e dei "paesaggi artificiali", le intermedie categorie dei "paesaggi naturalizzati" e dei "paesaggi artificializzati", intendendo queste due ultime come particolari trasformazioni operate su situazioni consolidate. Insieme ad esse possiamo poi considerare una nuova categoria, quella più evanescente dei "paesaggi digitali", sistemi dati dall’interazione "on-line" e "off-line" ormai dotati di consistenza non trascurabile, contenitori dinamici e mutanti di memorie individuali e collettive, particolarmente inclini all’archiviazione e alla sedimentazione di idee, teorie, procedimenti, rappresentazioni. (...).
Accezioni Mediterranee: paesaggio design disegno
COCCHIARELLA, LUIGI
2012-01-01
Abstract
(Incipit) Parlare di “paesaggio” dall’angolazione disciplinare del Design può voler dire due cose: in primis, aderendo al basilare significato della parola design, riguardarlo in chiave ‘progettuale’, ovvero con occhio potenzialmente trasformatore (sia esso tutelante, ristrutturante o strutturante); in secundis, accettando la divisione imperante fra involucro e contenuto, laddove l’opera del designer si attesta prevalentemente sul primo, considerarne la ‘scocca’ più esterna, quella a più diretto contatto con l’utente/abitante (sia essa di origine naturale, artificiale o mista). Una tale concezione implica l’evidente posizionamento dell’asse di indagine sul fronte “estetico”, ovvero sull’oggetto paesistico inteso come non separato dalle sollecitazioni sensoriali e percettive che ad esso si riferiscono. D’altra parte, è chiaro da tempo che la particolare natura del paesaggio consiste precisamente nel delicato, e per certi versi indefinibile, rapporto dinamico fra uomo e ambiente fisico, insomma fra territori e comunità. In questo senso l’entità paesaggio ricomprende non solo il sistema delle relazioni fra uomo e ambiente naturale, ma anche quello dei rapporto fra uomo e ambiente artificiale. Rosario Assunto ha ben chiarito, nel monumentale lavoro "Il paesaggio e l’estetica", lo stretto legame fra paesaggio naturale e paesaggio urbano. Duplicità fenomenologica passibile di ulteriori raffinamenti proprio in considerazione degli effetti del gradiente dell’azione umana sui contesti concreti. Possiamo allora aggiungere, alle tradizionli categorie dei "paesaggi naturali" e dei "paesaggi artificiali", le intermedie categorie dei "paesaggi naturalizzati" e dei "paesaggi artificializzati", intendendo queste due ultime come particolari trasformazioni operate su situazioni consolidate. Insieme ad esse possiamo poi considerare una nuova categoria, quella più evanescente dei "paesaggi digitali", sistemi dati dall’interazione "on-line" e "off-line" ormai dotati di consistenza non trascurabile, contenitori dinamici e mutanti di memorie individuali e collettive, particolarmente inclini all’archiviazione e alla sedimentazione di idee, teorie, procedimenti, rappresentazioni. (...).File | Dimensione | Formato | |
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