Adalberto Del Bo Responsabilità e autonomia dell’Architettura Napoli, 2010 1. La necessità di fronteggiare con urgenza la grave situazione ambientale riattribuisce autonomia e responsabilità sociale ad una disciplina (e ad un insegnamento) che, ridotta fino a ieri allo stilismo di moda e all’estetica del consumo viene oggi incaricata di rifare il mondo attraverso vasti programmi di sostituzione edilizia e di nuove concentrazioni urbane, occasioni positive di forte e rapida riduzione entropica. 2. Il tema del riordino del presente e della ricerca di un appropriato rapporto con la natura riguarda pienamente l’architettura, senza necessità di aggettivazioni o prefissi: i bio e gli eco non aggiungono nulla di nuovo ad una disciplina che non può che porsi come integrale, unitaria e sostenibile risposta ai problemi che la riguardano dalla sua origine. 3. Ciò vale anche per gli aspetti tecnici che, per quanto rilevanti, non possono sostituirsi all’architettura la quale, in stretta e naturale relazione con l’innovazione, ha il compito di tradurre l’insieme degli elementi in rapporti determinati e in forma architettonica storicamente consapevole, pur con l’avvertenza che variazioni un tempo considerate irrilevanti oggi hanno conseguenze sensibili in termini di consumo di risorse, di costi e di aggravamento della condizione climatica. 4. La tecnica, attraverso soprattutto la ricerca sui materiali, ha fin qui risolto diversi problemi costruttivi degli edifici; oggi, il tema principale per l’architettura è costituito dalla costruzione della città, per la quale occorre riconsiderare le teorie razionali capaci di operare criticamente per la sua trasformazione e per i nuovi insediamenti. 5. La base di queste operazioni è la storia da cui selezionare e studiare le esperienze migliori. Occorre riconsiderare attentamente l’opera del Movimento Moderno, straordinaria fase di approfondimento tecnico-scientifico e momento di rinnovato legame con la tradizione, la classicità e la natura. E’ noto il ruolo attribuito agli aspetti climatici da maestri come Hilberseimer e Le Corbusier che, ben oltre funzionalismi ingenui, hanno elaborato ipotesi scientificamente e storicamente fondate sulla cui attualità occorre nuovamente riflettere con attenzione. 6. La necessità di operare nei progetti di trasformazione attraverso la concentrazione edilizia (in opposizione ai dannosi processi di sprawl) propone un insieme complesso di questioni (connesse ad un apparato tecnico squisitamente architettonico/urbano) sulle quali la ricerca deve indagare. Esse riguardano: densità edilizia, microclima, regime dei venti, presenza e ruolo dell’acqua, isole di calore, rapporto con il verde, orientamento, ombre portate, schermature, ventilazione naturale, isolamento, involucro, ecc. 7. Esempi di studi e progetti elaborati presso il Politecnico di Milano.

Responsabilità e autonomia dell’Architettura

DEL BO, ADALBERTO
2010-01-01

Abstract

Adalberto Del Bo Responsabilità e autonomia dell’Architettura Napoli, 2010 1. La necessità di fronteggiare con urgenza la grave situazione ambientale riattribuisce autonomia e responsabilità sociale ad una disciplina (e ad un insegnamento) che, ridotta fino a ieri allo stilismo di moda e all’estetica del consumo viene oggi incaricata di rifare il mondo attraverso vasti programmi di sostituzione edilizia e di nuove concentrazioni urbane, occasioni positive di forte e rapida riduzione entropica. 2. Il tema del riordino del presente e della ricerca di un appropriato rapporto con la natura riguarda pienamente l’architettura, senza necessità di aggettivazioni o prefissi: i bio e gli eco non aggiungono nulla di nuovo ad una disciplina che non può che porsi come integrale, unitaria e sostenibile risposta ai problemi che la riguardano dalla sua origine. 3. Ciò vale anche per gli aspetti tecnici che, per quanto rilevanti, non possono sostituirsi all’architettura la quale, in stretta e naturale relazione con l’innovazione, ha il compito di tradurre l’insieme degli elementi in rapporti determinati e in forma architettonica storicamente consapevole, pur con l’avvertenza che variazioni un tempo considerate irrilevanti oggi hanno conseguenze sensibili in termini di consumo di risorse, di costi e di aggravamento della condizione climatica. 4. La tecnica, attraverso soprattutto la ricerca sui materiali, ha fin qui risolto diversi problemi costruttivi degli edifici; oggi, il tema principale per l’architettura è costituito dalla costruzione della città, per la quale occorre riconsiderare le teorie razionali capaci di operare criticamente per la sua trasformazione e per i nuovi insediamenti. 5. La base di queste operazioni è la storia da cui selezionare e studiare le esperienze migliori. Occorre riconsiderare attentamente l’opera del Movimento Moderno, straordinaria fase di approfondimento tecnico-scientifico e momento di rinnovato legame con la tradizione, la classicità e la natura. E’ noto il ruolo attribuito agli aspetti climatici da maestri come Hilberseimer e Le Corbusier che, ben oltre funzionalismi ingenui, hanno elaborato ipotesi scientificamente e storicamente fondate sulla cui attualità occorre nuovamente riflettere con attenzione. 6. La necessità di operare nei progetti di trasformazione attraverso la concentrazione edilizia (in opposizione ai dannosi processi di sprawl) propone un insieme complesso di questioni (connesse ad un apparato tecnico squisitamente architettonico/urbano) sulle quali la ricerca deve indagare. Esse riguardano: densità edilizia, microclima, regime dei venti, presenza e ruolo dell’acqua, isole di calore, rapporto con il verde, orientamento, ombre portate, schermature, ventilazione naturale, isolamento, involucro, ecc. 7. Esempi di studi e progetti elaborati presso il Politecnico di Milano.
2010
Abitare il futuro…dopo Copenhagen
9788884971630
città; Architettura; cambiamenti climatici
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