A seguito di una sorprendente scoperta archeologica e il recupero, in un’area periferica di Quartucciu, destinata nel piano urbanistico della città a attività produttive, di circa 250 sepolture con corredi funerari di una necropoli risalente a un periodo compreso tra il III secolo a.C. e il V secolo d.C., il Comune di Quartucciu e la Regione Autonoma della Sardegna hanno siglato la volontà di conservare la testimonianza del sito, e di consegnare alla città un museo archeologico fondato per conservare i reperti provenienti da Pill’ è Mata. In una realtà predominata da capannoni, a un’eventuale ‘casa di protezione’ degli scavi spettava anche il ruolo di landmark, pertanto l’intuizione progettuale ha suggerito di far convergere la struttura ‘statica’ (l’impianto architettonico) con quella ‘metaforica’. Il concetto è stato interpretato con la proposizione di due muri paralleli in pietra, in blocchi di grande dimensione posati a secco: un ordine gigante sia per il taglio dei massi sia per le iscrizioni scolpite nella pietra che alludono, soprattutto per la loro decomposizione, a un frammento ricomposto di un monumento ritrovato, piuttosto che a un tetto di protezione, comunque privo di attinenza tipologica alla necropoli. In corrispondenza dell’incrocio stradale, tra i due muri di pietra, è incuneato un volume monolitico rosso sfaccettato, ottenuto con una distorsione/esasperazione prospettica di un archetipo di ‘casa’, destinato allegoricamente a configurarsi come ‘Casa degli Spiriti’.

Necropoli di Pill’ ‘e Mata. Protezione e musealizzazione di un sito archeologico

PALTERER, DAVID
2010-01-01

Abstract

A seguito di una sorprendente scoperta archeologica e il recupero, in un’area periferica di Quartucciu, destinata nel piano urbanistico della città a attività produttive, di circa 250 sepolture con corredi funerari di una necropoli risalente a un periodo compreso tra il III secolo a.C. e il V secolo d.C., il Comune di Quartucciu e la Regione Autonoma della Sardegna hanno siglato la volontà di conservare la testimonianza del sito, e di consegnare alla città un museo archeologico fondato per conservare i reperti provenienti da Pill’ è Mata. In una realtà predominata da capannoni, a un’eventuale ‘casa di protezione’ degli scavi spettava anche il ruolo di landmark, pertanto l’intuizione progettuale ha suggerito di far convergere la struttura ‘statica’ (l’impianto architettonico) con quella ‘metaforica’. Il concetto è stato interpretato con la proposizione di due muri paralleli in pietra, in blocchi di grande dimensione posati a secco: un ordine gigante sia per il taglio dei massi sia per le iscrizioni scolpite nella pietra che alludono, soprattutto per la loro decomposizione, a un frammento ricomposto di un monumento ritrovato, piuttosto che a un tetto di protezione, comunque privo di attinenza tipologica alla necropoli. In corrispondenza dell’incrocio stradale, tra i due muri di pietra, è incuneato un volume monolitico rosso sfaccettato, ottenuto con una distorsione/esasperazione prospettica di un archetipo di ‘casa’, destinato allegoricamente a configurarsi come ‘Casa degli Spiriti’.
2010
Agathòn RFCA PhD Journal. Recupero e Fruizione dei Contesti Antichi
9788889683354
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