E' possibile parlare oggi della complessità dell'oggetto infrastrutturale in termini di bellezza? In che termini può enuclearsi una riflessione estetica su queste opere dell'ingegno umano, con l'obiettivo di sottrarle al loro storico appannaggio funzionalista del dibattito interno ai saperi tecnici del Genio Civile? In altri termini è possibile ripartire da una mise en culture delle opere infrastrutturali affinché esse ritrovino il giusto posto nella dottrina del progetto urbano e, emancipandosi dalla “tirannide” della coppia firmitas-utilitas, possano essere giudicate e fruite anche a partire dai canoni estetici della terza componente della triade vitruviana? Da questi primi interrogativi, che rappresentano i postulati di partenza della nostra breve analisi, si apre una riflessione sul ruolo che questi oggetti assumono nella formulazione di una nuova interfaccia fra domanda e offerta estetica nei processi di costruzione dello spazio materiale della urbs e del contesto immateriale della civitas contemporanea. The purpose of this contribution is to investigate the role of the infrastructures into the production of the urban aesthetics imaginary and the possibility of consider their beauty potential independently from the contemporary merchandizing process of a globalized beautification society. We will study the contemporary design tendencies to consider the merely functional and structural aspects (according to the Vitruvius categories utilitas and firmitas) of these fundamentals components of the net-city and to speculate on their aesthetics aspect (venustas) only when they concern a picturesque or out-of-ordinary dimension. The contemporary camouflage design strategy and the frequent solution of laying the infrastructure underground the urban surface, engender a sublime experience of this piece of (art) work.
La bisbetica interrata. Ascesa e declino dell'opera infrastrutturale nei ranghi della Beautification Society
PERROTTI, DANIELA
2011-01-01
Abstract
E' possibile parlare oggi della complessità dell'oggetto infrastrutturale in termini di bellezza? In che termini può enuclearsi una riflessione estetica su queste opere dell'ingegno umano, con l'obiettivo di sottrarle al loro storico appannaggio funzionalista del dibattito interno ai saperi tecnici del Genio Civile? In altri termini è possibile ripartire da una mise en culture delle opere infrastrutturali affinché esse ritrovino il giusto posto nella dottrina del progetto urbano e, emancipandosi dalla “tirannide” della coppia firmitas-utilitas, possano essere giudicate e fruite anche a partire dai canoni estetici della terza componente della triade vitruviana? Da questi primi interrogativi, che rappresentano i postulati di partenza della nostra breve analisi, si apre una riflessione sul ruolo che questi oggetti assumono nella formulazione di una nuova interfaccia fra domanda e offerta estetica nei processi di costruzione dello spazio materiale della urbs e del contesto immateriale della civitas contemporanea. The purpose of this contribution is to investigate the role of the infrastructures into the production of the urban aesthetics imaginary and the possibility of consider their beauty potential independently from the contemporary merchandizing process of a globalized beautification society. We will study the contemporary design tendencies to consider the merely functional and structural aspects (according to the Vitruvius categories utilitas and firmitas) of these fundamentals components of the net-city and to speculate on their aesthetics aspect (venustas) only when they concern a picturesque or out-of-ordinary dimension. The contemporary camouflage design strategy and the frequent solution of laying the infrastructure underground the urban surface, engender a sublime experience of this piece of (art) work.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.
