La lunga e intensa attività di Antonio Piva, architetto e docente universitario, documenta un saldo e costante impegno intellettuale sul progetto di architettura, affrontato con sensibilità, misura e senso di responsabilità. In base a un’idea di ragione e di progresso non riducibile a soluzioni autoreferenziali, la sua azione si confronta con le condizioni e le molteplici mediazioni del contesto, introducendo lo stimolo di argomentazioni teoriche innovative come risorse per il progetto. L’attenzione di Piva ai riferimenti della contemporaneità traccia un nuovo indirizzo della cultura del progetto nella “Scuola milanese”: l’inserimento dell’atto progettuale alla scala architettonica nel quadro interpretativo dell’attualità, come riflesso delle trasformazioni culturali e sociali. Instancabile organizzatore di eventi nella Facoltà di Architettura di Milano, Antonio Piva può essere definito un vero e proprio operatore culturale che ha aperto il progetto ai grandi temi dell’architettura: la città multietnica, la rete musei-territorio, il rapporto giardino-paesaggio, gli archivi di architettura, le relazioni tra architettura e politica. La ricerca dell’integrazione multidisciplinare, praticata nella professione e nella didattica, e la fedeltà costruttiva all’eredità di Franco Albini e Franca Helg sono ulteriori fattori identificativi che fanno emergere la sua figura di architetto protagonista della cultura della seconda metà del XX secolo. Il suo campo di applicazione si avvale di un particolare interesse per la valorizzazione delle preesistenze architettoniche e il progetto del museo, come declinazione specifica del rinnovamento degli spazi per la cultura. Le potenzialità strategiche dell’atto trasformativo del progetto sono messe al servizio di un’interpretazione rivolta al futuro e al senso etico delle decisioni che, in Piva, si delineano in risposte spaziali e formali misurate e “ragionevoli”, in rapporto alle risorse offerte dalla realtà. Realtà, nella professione e nell’insegnamento, significa per Piva assumere progettualmente casi concreti, prendere coscienza delle risorse disponibili (spaziali e aspaziali), aprirsi ai messaggi e alle istanze della società che cambia e avere un ruolo propositivo nei margini di una fattibilità che, avvalendosi della tecnica e di verifiche alla scala di dettaglio, tende a raccordare tradizione e innovazione. ***** Compongono la struttura portante del libro due sezioni di saggi: la prima che inquadra e ripercorre l’itinerario metodologico di Antonio Piva e che si conclude con una selezione di progetti e opere relative al decennio 1998-2008; la seconda che offre un insieme articolato di approfondimenti critici sul suo apporto progettuale e culturale. Scritti di: Pier Carlo Palermo, Maria Antonietta Crippa, Pierfranco Galliani, Vittorio Prina, Emilio Faroldi e Maria Pilar Vettori, Alberto Vignolo, Antonio Vélez Catrain, Francesca Bonicalzi.

Antonio Piva. Architettura e cultura del progetto

GALLIANI, PIERFRANCO
2010-01-01

Abstract

La lunga e intensa attività di Antonio Piva, architetto e docente universitario, documenta un saldo e costante impegno intellettuale sul progetto di architettura, affrontato con sensibilità, misura e senso di responsabilità. In base a un’idea di ragione e di progresso non riducibile a soluzioni autoreferenziali, la sua azione si confronta con le condizioni e le molteplici mediazioni del contesto, introducendo lo stimolo di argomentazioni teoriche innovative come risorse per il progetto. L’attenzione di Piva ai riferimenti della contemporaneità traccia un nuovo indirizzo della cultura del progetto nella “Scuola milanese”: l’inserimento dell’atto progettuale alla scala architettonica nel quadro interpretativo dell’attualità, come riflesso delle trasformazioni culturali e sociali. Instancabile organizzatore di eventi nella Facoltà di Architettura di Milano, Antonio Piva può essere definito un vero e proprio operatore culturale che ha aperto il progetto ai grandi temi dell’architettura: la città multietnica, la rete musei-territorio, il rapporto giardino-paesaggio, gli archivi di architettura, le relazioni tra architettura e politica. La ricerca dell’integrazione multidisciplinare, praticata nella professione e nella didattica, e la fedeltà costruttiva all’eredità di Franco Albini e Franca Helg sono ulteriori fattori identificativi che fanno emergere la sua figura di architetto protagonista della cultura della seconda metà del XX secolo. Il suo campo di applicazione si avvale di un particolare interesse per la valorizzazione delle preesistenze architettoniche e il progetto del museo, come declinazione specifica del rinnovamento degli spazi per la cultura. Le potenzialità strategiche dell’atto trasformativo del progetto sono messe al servizio di un’interpretazione rivolta al futuro e al senso etico delle decisioni che, in Piva, si delineano in risposte spaziali e formali misurate e “ragionevoli”, in rapporto alle risorse offerte dalla realtà. Realtà, nella professione e nell’insegnamento, significa per Piva assumere progettualmente casi concreti, prendere coscienza delle risorse disponibili (spaziali e aspaziali), aprirsi ai messaggi e alle istanze della società che cambia e avere un ruolo propositivo nei margini di una fattibilità che, avvalendosi della tecnica e di verifiche alla scala di dettaglio, tende a raccordare tradizione e innovazione. ***** Compongono la struttura portante del libro due sezioni di saggi: la prima che inquadra e ripercorre l’itinerario metodologico di Antonio Piva e che si conclude con una selezione di progetti e opere relative al decennio 1998-2008; la seconda che offre un insieme articolato di approfondimenti critici sul suo apporto progettuale e culturale. Scritti di: Pier Carlo Palermo, Maria Antonietta Crippa, Pierfranco Galliani, Vittorio Prina, Emilio Faroldi e Maria Pilar Vettori, Alberto Vignolo, Antonio Vélez Catrain, Francesca Bonicalzi.
2010
Gangemi
9788849220995
Antonio Piva; Scuola milanese; continuita'; innovazione; progettazione architettonica; museografia; restauro; ricerca; didattica
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/581477
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact