La regionalizzazione dei trasporti, intesa in particolar modo come assunzione decentrata di scelte di cui si sia poi politicamente e fiscalmente responsabili, rientra nel più ampio dibattito sul federalismo che negli ultimi tempi ha assunto un ruolo sempre più rilevante in Italia. L'articolo si propone di analizzare il contesto attuale per quattro settori di trasporto cercando di evidenziare le ricadute per gli utenti. I trasporti sono uno dei settori su cui può essere più condivisibile un sostanziale decentramento di potere decisionale poiché, contrariamente a quanto spesso percepito, gli spostamenti di merci e persone avvengono per il 75% circa in ambito regionale (con costi e problemi ambientali relativi). Purtroppo l'enfasi posta dai governi di centro-destra sulle "grandi opere" ha distorto questo ovvio elemento fattuale, facendo intendere che soprattutto le infrastrutture per le lunghe distanze fossero essenziali per famiglie e imprese. L'articolo si propone di analizzare negli elementi essenziali le esperienze che si sono verificate nei diversi comparti dei trasporti in seguito ai diversi tentativi fatti di regionalizzare alcuni aspetti importanti del settore. Verranno pertanto ripercorse brevemente le alterne vicende relative al trasporto pubblico locale e al trasporto regionale su ferro fino ad arrivare ai recenti sviluppi che hanno di fatto visto una sostanziale attenuazione di quelle che erano le premesse contenute nelle leggi emanate nella seconda metà degli anni novanta. Per quanto riguarda il settore autostradale, l'articolo analizza i nuovi soggetti misti ANAS-Regioni istituiti per la realizzazione delle autostrade regionali; infine vengono proposte alcune riflessioni sullo stato attuale del settore aeroportuale e portuale evidenziando le implicazioni per gli enti locali. Anticipando le conclusioni, si osserva che di regionalizzazione reale nel settore dei trasporti ve né è piuttosto poca, se si intende regionalizzazione come assunzione decentrata di scelte di cui si sia poi politicamente e fiscalmente responsabili. Per quanto riguarda i trasporti pubblici locali, si evidenzia una forte presenza e dipendenza dal governo centrale per il finanziamento dei servizi. Una soluzione possibile sarebbe quella di finanziare questi servizi tramite la fiscalità locale, introducendo contemporaneamente dispositivi aggregati di riequilibrio tra aree con diversi livelli di reddito, validi per tutti i servizi. Per le infrastrutture (ferrovie, strade, aeroporti, porti, metropolitane), sarebbe opportuno anche qui operare un decentramento vero, escluso un numero limitato di opere di sicura valenza sovra-regionale. Una volta decentrate risorse e prelievi fiscali relativi, è fondamentale la creazione di un'autorità regolatoria nazionale indipendente a difesa degli utenti (ma anche delle imprese concessionarie). Infine sarebbe da auspicare che, con l'aumento delle responsabilità di gestione ed investimento a livello regionale o sub-ragionale, vengano istituiti uffici locali dell'autorità centrale in grado di supportare l'applicazione della tutela degli utenti a livello decentrato.

Utenti e regionalizzazione dei trasporti

PONTI, MARCO GUIDO;LAURINO, ANTONIO
2011-01-01

Abstract

La regionalizzazione dei trasporti, intesa in particolar modo come assunzione decentrata di scelte di cui si sia poi politicamente e fiscalmente responsabili, rientra nel più ampio dibattito sul federalismo che negli ultimi tempi ha assunto un ruolo sempre più rilevante in Italia. L'articolo si propone di analizzare il contesto attuale per quattro settori di trasporto cercando di evidenziare le ricadute per gli utenti. I trasporti sono uno dei settori su cui può essere più condivisibile un sostanziale decentramento di potere decisionale poiché, contrariamente a quanto spesso percepito, gli spostamenti di merci e persone avvengono per il 75% circa in ambito regionale (con costi e problemi ambientali relativi). Purtroppo l'enfasi posta dai governi di centro-destra sulle "grandi opere" ha distorto questo ovvio elemento fattuale, facendo intendere che soprattutto le infrastrutture per le lunghe distanze fossero essenziali per famiglie e imprese. L'articolo si propone di analizzare negli elementi essenziali le esperienze che si sono verificate nei diversi comparti dei trasporti in seguito ai diversi tentativi fatti di regionalizzare alcuni aspetti importanti del settore. Verranno pertanto ripercorse brevemente le alterne vicende relative al trasporto pubblico locale e al trasporto regionale su ferro fino ad arrivare ai recenti sviluppi che hanno di fatto visto una sostanziale attenuazione di quelle che erano le premesse contenute nelle leggi emanate nella seconda metà degli anni novanta. Per quanto riguarda il settore autostradale, l'articolo analizza i nuovi soggetti misti ANAS-Regioni istituiti per la realizzazione delle autostrade regionali; infine vengono proposte alcune riflessioni sullo stato attuale del settore aeroportuale e portuale evidenziando le implicazioni per gli enti locali. Anticipando le conclusioni, si osserva che di regionalizzazione reale nel settore dei trasporti ve né è piuttosto poca, se si intende regionalizzazione come assunzione decentrata di scelte di cui si sia poi politicamente e fiscalmente responsabili. Per quanto riguarda i trasporti pubblici locali, si evidenzia una forte presenza e dipendenza dal governo centrale per il finanziamento dei servizi. Una soluzione possibile sarebbe quella di finanziare questi servizi tramite la fiscalità locale, introducendo contemporaneamente dispositivi aggregati di riequilibrio tra aree con diversi livelli di reddito, validi per tutti i servizi. Per le infrastrutture (ferrovie, strade, aeroporti, porti, metropolitane), sarebbe opportuno anche qui operare un decentramento vero, escluso un numero limitato di opere di sicura valenza sovra-regionale. Una volta decentrate risorse e prelievi fiscali relativi, è fondamentale la creazione di un'autorità regolatoria nazionale indipendente a difesa degli utenti (ma anche delle imprese concessionarie). Infine sarebbe da auspicare che, con l'aumento delle responsabilità di gestione ed investimento a livello regionale o sub-ragionale, vengano istituiti uffici locali dell'autorità centrale in grado di supportare l'applicazione della tutela degli utenti a livello decentrato.
2011
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/580487
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