Nel XV secolo la siderurgia italiana riesce a potenziare i sistemi produttivi mettendo a punto il ciclo di produzione indiretta di acciaio grazie all’opera di tecnici della zona alpina e prealpina. Tale ciclo utilizza lo sfruttamento della potenza soffiante fornita dai corsi d’acqua ottenuta per mezzo della ruota idraulica e talvolta dalla tromba idroeolica ideata e realizzata proprio da tecnici italiani. L’utilizzo di tale ciclo di produzione rende disponibile anche nell’Europa occidentale la ghisa per la produzione di getti, destinati in particolare alla realizzazione di manufatti bellici: cannoni, bombarde, ecc.. In Italia lo sviluppo di questi forni si differenzia a seconda delle varie regioni. A sud delle Alpi centrali, nella Valle dell’Adda e in quelle bergamasche e bresciane la tecnica del ciclo indiretto a carbone di legna sarà utilizzata fino alla fine del XIX secolo e alla metà del XVI secolo è possibile rilevare, dalle testimonianze storiche, la presenza di 22 di tali forni1. Nel resto d’Italia (in Piemonte come in Sud-Tirolo, in Liguria, nel Centro e nel Meridione) i forni per la produzione di ghisa fanno la loro comparsa a partire dalla fine del XV secolo. Una circostanza interessante è che per gestire molti di questi impianti sono spesso chiamati degli esperti che si fanno accompagnare da una schiera di maestranze specializzate, provenienti per lo più dalle zone prealpine, dove lo sviluppo di tali tecnologie si trova già in uno stadio avanzato. Per analizzare in dettaglio questa situazione risulta interessante studiare gli eventi salienti che portano alla realizzazione dell’insediamento di Fornovolasco, in Garfagnana, voluto dagli Estensi. I documenti conservati presso l’archivio di Stato di Modena sono molto precisi e riportano anche i dati di produzione delle campagne di lavoro. Questo ha permesso di formulare plausibili ipotesi di processo ed impiantistiche circa le dimensioni del forno (canecchio) e l’organizzazione dei reparti produttivi. Si è compreso, inoltre, il rendimento del processo e il motivo della dismissione di tale impianto a favore di quello realizzato successivamente nelle vicinanze, ad Isola Santa: la maggiore o minore disponibilità di buon minerale e di combustibile, il carbone di legna, sono rimasti per tre millenni i veri elementi vincolanti nello sviluppo dell’industria siderurgica.

La siderurgia rinascimentale: l’impianto estense in Garfagnana

BARELLA, SILVIA;MAPELLI, CARLO;NICODEMI, WALTER
2010-01-01

Abstract

Nel XV secolo la siderurgia italiana riesce a potenziare i sistemi produttivi mettendo a punto il ciclo di produzione indiretta di acciaio grazie all’opera di tecnici della zona alpina e prealpina. Tale ciclo utilizza lo sfruttamento della potenza soffiante fornita dai corsi d’acqua ottenuta per mezzo della ruota idraulica e talvolta dalla tromba idroeolica ideata e realizzata proprio da tecnici italiani. L’utilizzo di tale ciclo di produzione rende disponibile anche nell’Europa occidentale la ghisa per la produzione di getti, destinati in particolare alla realizzazione di manufatti bellici: cannoni, bombarde, ecc.. In Italia lo sviluppo di questi forni si differenzia a seconda delle varie regioni. A sud delle Alpi centrali, nella Valle dell’Adda e in quelle bergamasche e bresciane la tecnica del ciclo indiretto a carbone di legna sarà utilizzata fino alla fine del XIX secolo e alla metà del XVI secolo è possibile rilevare, dalle testimonianze storiche, la presenza di 22 di tali forni1. Nel resto d’Italia (in Piemonte come in Sud-Tirolo, in Liguria, nel Centro e nel Meridione) i forni per la produzione di ghisa fanno la loro comparsa a partire dalla fine del XV secolo. Una circostanza interessante è che per gestire molti di questi impianti sono spesso chiamati degli esperti che si fanno accompagnare da una schiera di maestranze specializzate, provenienti per lo più dalle zone prealpine, dove lo sviluppo di tali tecnologie si trova già in uno stadio avanzato. Per analizzare in dettaglio questa situazione risulta interessante studiare gli eventi salienti che portano alla realizzazione dell’insediamento di Fornovolasco, in Garfagnana, voluto dagli Estensi. I documenti conservati presso l’archivio di Stato di Modena sono molto precisi e riportano anche i dati di produzione delle campagne di lavoro. Questo ha permesso di formulare plausibili ipotesi di processo ed impiantistiche circa le dimensioni del forno (canecchio) e l’organizzazione dei reparti produttivi. Si è compreso, inoltre, il rendimento del processo e il motivo della dismissione di tale impianto a favore di quello realizzato successivamente nelle vicinanze, ad Isola Santa: la maggiore o minore disponibilità di buon minerale e di combustibile, il carbone di legna, sono rimasti per tre millenni i veri elementi vincolanti nello sviluppo dell’industria siderurgica.
2010
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