Partendo dal riconoscimento del ruolo chiave della prevenzione nella strategia di conservazione dei beni culturali, l’articolo affronta, con particolare riferimento al patrimonio architettonico, la relazione fra una adeguata conoscenza del comportamento di un organismo architettonico e la definizione di idonei strumenti progettuali che possano supportare anche attività preventive e di controllo. Lo sviluppo di una efficace politica di prevenzione, infatti, deve necessariamente partire da un adeguato livello di conoscenza del bene che richiede competenze specialistiche in grado di riconoscere i fenomeni di degrado e le patologie in atto, ma anche di interpretare il comportamento del manufatto e dei singoli elementi che lo compongono per metterne in luce i fattori di degrado potenzialmente più pericolosi e i punti maggiormente esposti, che possono essere definite “zone a rischio”. Da una corretta analisi delle informazioni specifiche sul bene può discendere, quindi, una strategia mirata di prevenzione che focalizzi l'attenzione sui problemi più rilevanti e sulle zone più sensibili, anche in funzione delle condizioni di utilizzo, e renda più efficace l'azione preventiva avvalendosi di strumenti operativi ad uso dei diversi attori: non solo per i tecnici incaricati di attività di controllo e monitoraggio ma anche per i proprietari e gli utenti di un edificio. Sulla scorta dell’esperienza di una ricerca, promossa dalla Regione Lombardia e sviluppata dal Politecnico di Milano, nel corso della quale era stato elaborato un primo prototipo per la mappatura delle zone a rischio come strumento per la conservazione programmata del patrimonio storico architettonico, il contributo indaga le possibilità di mettere a punto codici di rappresentazione che possano da un lato rendere più efficaci e tempestive le attività di controllo e dall’altro favorire una maggiore consapevolezza sul tema della prevenzione da parte di tutti gli attori attraverso un processo di di coinvolgimento dei tecnici e degli utenti.
La prevenzione come processo: conoscenza, diagnosi, strumenti del progetto e attività preventive
LEONI, MARCO
2010-01-01
Abstract
Partendo dal riconoscimento del ruolo chiave della prevenzione nella strategia di conservazione dei beni culturali, l’articolo affronta, con particolare riferimento al patrimonio architettonico, la relazione fra una adeguata conoscenza del comportamento di un organismo architettonico e la definizione di idonei strumenti progettuali che possano supportare anche attività preventive e di controllo. Lo sviluppo di una efficace politica di prevenzione, infatti, deve necessariamente partire da un adeguato livello di conoscenza del bene che richiede competenze specialistiche in grado di riconoscere i fenomeni di degrado e le patologie in atto, ma anche di interpretare il comportamento del manufatto e dei singoli elementi che lo compongono per metterne in luce i fattori di degrado potenzialmente più pericolosi e i punti maggiormente esposti, che possono essere definite “zone a rischio”. Da una corretta analisi delle informazioni specifiche sul bene può discendere, quindi, una strategia mirata di prevenzione che focalizzi l'attenzione sui problemi più rilevanti e sulle zone più sensibili, anche in funzione delle condizioni di utilizzo, e renda più efficace l'azione preventiva avvalendosi di strumenti operativi ad uso dei diversi attori: non solo per i tecnici incaricati di attività di controllo e monitoraggio ma anche per i proprietari e gli utenti di un edificio. Sulla scorta dell’esperienza di una ricerca, promossa dalla Regione Lombardia e sviluppata dal Politecnico di Milano, nel corso della quale era stato elaborato un primo prototipo per la mappatura delle zone a rischio come strumento per la conservazione programmata del patrimonio storico architettonico, il contributo indaga le possibilità di mettere a punto codici di rappresentazione che possano da un lato rendere più efficaci e tempestive le attività di controllo e dall’altro favorire una maggiore consapevolezza sul tema della prevenzione da parte di tutti gli attori attraverso un processo di di coinvolgimento dei tecnici e degli utenti.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.