Lo studio esamina l'elaborazione morfologica, percettiva e funzionale del sistema di facciata a doppio involucro applicato al settore "Mac567" relativo al Maciachini Center di Milano, progettato da Matthias Sauerbruch e Louisa Hutton. La poetica progettuale in esame costruisce, con la policromia applicata alle facciate, l'intensità visiva delle cortine perimetrali e, di conseguenza, sia la luminosità dei riverberi indotti dal materiale di rivestimento, sia la dissoluzione dell'unità esterna mediante la suddivisione e la moltiplicazione di una miriade di patterns colorati, con ritmi costanti. L'impatto dell'innesto edilizio è allora alleggerito dalle chiusure colorate che frammentano la lettura delle superfici e accentuano la vibrazione sui piani di facciata: pertanto, lo spettro cromatico è molto differenziato, proiettandosi verso la configurazione funzionale e plastica e verso l'esecuzione sensibile del vissuto urbano. Sauerbruch e Hutton affermano, così, come con il colore sia possibile influenzare fortemente l'effetto spaziale e ambientale. Nello specifico, la fantasia geometrica definita dal mosaico dei moduli di facciata ripetuti dall'accesa policromia è tesa a innescare sorprendenti fenomeni percettivi, avvolgendo le chiusure verticali dei puri parallelepipedi con afflato quasi pittorico. L'involucro è formulato per esaltare la verticalità attraverso la combinazione seriale dei moduli lineari di facciata, a loro volta costituiti da sei componenti parziali, unificati nelle geometrie e nelle sezioni di interfaccia. La concezione funzionale e ambientale è stabilita in accordo alla finalità di porre in equilibrio climatico, percettivo e sensoriale gli spazi interni con il contesto esterno, ponendo l'attenzione sulle esigenze di climatizzazione naturale e passiva dei luoghi costruiti: inoltre, l'insieme della cortina verticale perimetrale aderisce alla "rivoluzione cromatica" propria di Sauerbruch e Hutton, in grado di incidere all'interno del costruito massivo e compatto dell'intorno. L'uso del "vocabolario" dei colori e la ricerca intorno agli effetti visivi caratterizzano questo stile applicato alle facciate, secondo la concezione per cui, nel pensiero di Louisa Hutton, il "potere magico" del colore (rivolto a definire un tipo di "architettura sensuale") è in grado di trasformare lo spazio e di dare alle superfici il "senso della tridimensionalità". Tale procedimento conferisce plasticità ai prospetti, quale risultato di uno studio svolto con procedimento "trial and error", senza l'utilizzo di una particolare dottrina cromatica ma con l'ausilio di un esercizio ottico di carattere pittorico, compositivo e modellato, eseguito fino al giungere dell’ispirazione creativa. Il sistema di involucro, tramite l'utilizzo di due pannelli in vetro separati da un'intercapedine in cui fluisce l'aerazione convettiva, è eseguito da componenti a cellula, in cui le fasce vetrate si alternano ai parapetti fissi orizzontali continui (provvisti di materiale fonoisolante). I serramenti sono protetti dalla "pelle" costituita dai frangisole orientabili, regolati in modo automatico secondo l'incidenza della luce solare. I pannelli e i frangisole sono prodotti con lo stesso tipo di vetro, trattato tramite la serigrafia opaca colorata che consente un elevato livello di trasparenza (anche quando le schermature sono chiuse) e una altrettanto elevata protezione solare.

Le superfici dell'"architettura sensuale"

NASTRI, MASSIMILIANO
2010-01-01

Abstract

Lo studio esamina l'elaborazione morfologica, percettiva e funzionale del sistema di facciata a doppio involucro applicato al settore "Mac567" relativo al Maciachini Center di Milano, progettato da Matthias Sauerbruch e Louisa Hutton. La poetica progettuale in esame costruisce, con la policromia applicata alle facciate, l'intensità visiva delle cortine perimetrali e, di conseguenza, sia la luminosità dei riverberi indotti dal materiale di rivestimento, sia la dissoluzione dell'unità esterna mediante la suddivisione e la moltiplicazione di una miriade di patterns colorati, con ritmi costanti. L'impatto dell'innesto edilizio è allora alleggerito dalle chiusure colorate che frammentano la lettura delle superfici e accentuano la vibrazione sui piani di facciata: pertanto, lo spettro cromatico è molto differenziato, proiettandosi verso la configurazione funzionale e plastica e verso l'esecuzione sensibile del vissuto urbano. Sauerbruch e Hutton affermano, così, come con il colore sia possibile influenzare fortemente l'effetto spaziale e ambientale. Nello specifico, la fantasia geometrica definita dal mosaico dei moduli di facciata ripetuti dall'accesa policromia è tesa a innescare sorprendenti fenomeni percettivi, avvolgendo le chiusure verticali dei puri parallelepipedi con afflato quasi pittorico. L'involucro è formulato per esaltare la verticalità attraverso la combinazione seriale dei moduli lineari di facciata, a loro volta costituiti da sei componenti parziali, unificati nelle geometrie e nelle sezioni di interfaccia. La concezione funzionale e ambientale è stabilita in accordo alla finalità di porre in equilibrio climatico, percettivo e sensoriale gli spazi interni con il contesto esterno, ponendo l'attenzione sulle esigenze di climatizzazione naturale e passiva dei luoghi costruiti: inoltre, l'insieme della cortina verticale perimetrale aderisce alla "rivoluzione cromatica" propria di Sauerbruch e Hutton, in grado di incidere all'interno del costruito massivo e compatto dell'intorno. L'uso del "vocabolario" dei colori e la ricerca intorno agli effetti visivi caratterizzano questo stile applicato alle facciate, secondo la concezione per cui, nel pensiero di Louisa Hutton, il "potere magico" del colore (rivolto a definire un tipo di "architettura sensuale") è in grado di trasformare lo spazio e di dare alle superfici il "senso della tridimensionalità". Tale procedimento conferisce plasticità ai prospetti, quale risultato di uno studio svolto con procedimento "trial and error", senza l'utilizzo di una particolare dottrina cromatica ma con l'ausilio di un esercizio ottico di carattere pittorico, compositivo e modellato, eseguito fino al giungere dell’ispirazione creativa. Il sistema di involucro, tramite l'utilizzo di due pannelli in vetro separati da un'intercapedine in cui fluisce l'aerazione convettiva, è eseguito da componenti a cellula, in cui le fasce vetrate si alternano ai parapetti fissi orizzontali continui (provvisti di materiale fonoisolante). I serramenti sono protetti dalla "pelle" costituita dai frangisole orientabili, regolati in modo automatico secondo l'incidenza della luce solare. I pannelli e i frangisole sono prodotti con lo stesso tipo di vetro, trattato tramite la serigrafia opaca colorata che consente un elevato livello di trasparenza (anche quando le schermature sono chiuse) e una altrettanto elevata protezione solare.
2010
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/579268
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