La presente invenzione concerne un procedimento per il filtraggio di interferogrammi generati da immagini SAR acquisite sulla stessa area. Operativamente, data una serie di N immagini SAR acquisite sulla stessa area in tempi diversi, ma ricampionate su griglia comune, si vuole calcolare, per ogni pixel dell’immagine, una serie storica di N valori di fase (ovvero un valore per ogni acquisizione effettuata sull’area di interesse), ove applicare opportuni algoritmi di stima degli eventuali spostamenti del bersaglio radar lungo la direzione identificata dalla congiungente sensore-bersaglio. La qualità della stima dipende fortemente dal fatto che la fase della riflettività di una certa cella di risoluzione risulti costante nel tempo. Infatti, se questa ipotesi è verificata, calcolando le differenze dei valori di fase delle diverse acquisizioni rispetto, ad esempio, alla prima immagine, è possibile mettere in luce i soli contributi dovuti alle variazioni di cammino ottico. È da notare, pertanto, che solo la differenza tra i valori di fase di due acquisizioni porta informazione e non la fase della singola immagine, dato che i valori di fase della riflettività sono incogniti e variabili da pixel a pixel: è pertanto la fase interferometrica che permette di evidenziare la mappa delle eventuali deformazioni superficiali.
Procedimento per il filtraggio di interferogrammi generati da immagini SAR acquisite sulla stessa area.
RUCCI, ALESSIO;TEBALDINI, STEFANO;FERRETTI, ALESSANDRO;
2009-01-01
Abstract
La presente invenzione concerne un procedimento per il filtraggio di interferogrammi generati da immagini SAR acquisite sulla stessa area. Operativamente, data una serie di N immagini SAR acquisite sulla stessa area in tempi diversi, ma ricampionate su griglia comune, si vuole calcolare, per ogni pixel dell’immagine, una serie storica di N valori di fase (ovvero un valore per ogni acquisizione effettuata sull’area di interesse), ove applicare opportuni algoritmi di stima degli eventuali spostamenti del bersaglio radar lungo la direzione identificata dalla congiungente sensore-bersaglio. La qualità della stima dipende fortemente dal fatto che la fase della riflettività di una certa cella di risoluzione risulti costante nel tempo. Infatti, se questa ipotesi è verificata, calcolando le differenze dei valori di fase delle diverse acquisizioni rispetto, ad esempio, alla prima immagine, è possibile mettere in luce i soli contributi dovuti alle variazioni di cammino ottico. È da notare, pertanto, che solo la differenza tra i valori di fase di due acquisizioni porta informazione e non la fase della singola immagine, dato che i valori di fase della riflettività sono incogniti e variabili da pixel a pixel: è pertanto la fase interferometrica che permette di evidenziare la mappa delle eventuali deformazioni superficiali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.