L’articolo propone una rilettura secondo una chiave di “sostenibilità” di alcuni aspetti salienti dell’operazione urbanistica condotta a Jesi dai primi anni 2000, e del “progetto di territorio” che il nuovo piano urbanistico ha concorso a promuovere. Nei quattro passaggi in cui si struttura il contributo si argomenta (primo paragrafo: “Sostenibilità come programma e regole nel contesto”) che contenuti di sostenibilità richiedono innanzitutto forme e processi del progetto urbanistico sostenibili, non irrigiditi e burocratizzati in configurazioni eccessivamente codificate, che non riducano, cioè, il progetto stesso ad un atto di mero adempimento, ma che anzi lo sollecitino a fogge e risposte originali nel contesto, in operazioni “su misura”. (Oggetto del secondo paragrafo: “Sostenibilità come dimensionamento e composizione”) le quantità e il loro comporsi – temi classici del progetto urbanistico e dei suoi strumenti, caduti un po’ in disgrazia – reimpongono drammaticamente la loro problematica attualità, in territori insediati in cui dissipazione, esaurimento, conflitto, degrado non sono più proiezioni teoriche di infausti scenari futuribili, ma fenomeni accelerati e tangibili nell’esperienza quotidiana della nuova città “esplosa”. Sono fenomeni che travalicano i confini amministrativi e che solo uno sguardo che si interroghi sul campo territoriale pertinente del progetto può tentare di trattare (terzo paragrafo: “Sostenibilità come progetto di territorio”). Tuttavia, la grande difficoltà della sfida per un progetto ricompositivo dei territori contemporanei sta soprattutto nel fatto che esso richiede la capacità di innescare azioni in discontinuità, spesso radicale, con i processi inerziali (quarto paragrafo: “Sostenibilità come discontinuità”).

Jesi: per un progetto di territorio sostenibile

BONFANTINI, GIUSEPPE BERTRANDO
2010-01-01

Abstract

L’articolo propone una rilettura secondo una chiave di “sostenibilità” di alcuni aspetti salienti dell’operazione urbanistica condotta a Jesi dai primi anni 2000, e del “progetto di territorio” che il nuovo piano urbanistico ha concorso a promuovere. Nei quattro passaggi in cui si struttura il contributo si argomenta (primo paragrafo: “Sostenibilità come programma e regole nel contesto”) che contenuti di sostenibilità richiedono innanzitutto forme e processi del progetto urbanistico sostenibili, non irrigiditi e burocratizzati in configurazioni eccessivamente codificate, che non riducano, cioè, il progetto stesso ad un atto di mero adempimento, ma che anzi lo sollecitino a fogge e risposte originali nel contesto, in operazioni “su misura”. (Oggetto del secondo paragrafo: “Sostenibilità come dimensionamento e composizione”) le quantità e il loro comporsi – temi classici del progetto urbanistico e dei suoi strumenti, caduti un po’ in disgrazia – reimpongono drammaticamente la loro problematica attualità, in territori insediati in cui dissipazione, esaurimento, conflitto, degrado non sono più proiezioni teoriche di infausti scenari futuribili, ma fenomeni accelerati e tangibili nell’esperienza quotidiana della nuova città “esplosa”. Sono fenomeni che travalicano i confini amministrativi e che solo uno sguardo che si interroghi sul campo territoriale pertinente del progetto può tentare di trattare (terzo paragrafo: “Sostenibilità come progetto di territorio”). Tuttavia, la grande difficoltà della sfida per un progetto ricompositivo dei territori contemporanei sta soprattutto nel fatto che esso richiede la capacità di innescare azioni in discontinuità, spesso radicale, con i processi inerziali (quarto paragrafo: “Sostenibilità come discontinuità”).
2010
Sostenibilità; progetto urbanistico; progetto di territorio
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