Dopo decenni di silenzio la nuova stagione dell’housing sociale diventa l’occasione per tornare a dibattere sulle questioni abitative e misurarsi nuovamente con l’affascinante universo della progettazione tipologica che è stato oggetto di tanti studi e ricerche all’inizio del secolo scorso producendo soluzioni ancora oggi di assoluto interesse. Se da una parte oggi, per rispondere ai bisogni che si evolvono e a un’utenza che si differenzia, la casa tende a specializzarsi e il modello abitativo proposto è quello dell’“alloggio di consumo” per rispondere a utenze frammentate di giovani, anziani, famiglie, immigrati, dall’altra l’alloggio è pensato per essere flessibile, per evolvere nel tempo, per trasformarsi anche nel corso della giornata, adattandosi ai bisogni dei suoi abitanti. Ma la vera sperimentazione tipologica è possibile solo se si offre un nuovo spazio alla ricerca progettuale, liberando e superando quelli che sono i limiti imposti dagli attuali regolamenti edilizi e di igiene, ancora derivanti dalle questioni igienico sanitarie ottocentesche, che vincolano la progettazione a standard obsoleti rendendo le soluzioni statiche e ancora una volta non flessibili alle nuove richieste che si presenteranno. Le nuove occasioni che si stanno aprendo sulla scena del progetto architettonico attraverso i bandi promossi per la realizzazione di interventi di h.s. sono sicuramente una occasione che non si verificava più da molto tempo per i progettisti di tornare a studiare e a interrogarsi sul tema della tipologia abitativa.

I nuovi requisiti tipologici per l'housing sociale

DELERA, ANNA CATERINA
2010-01-01

Abstract

Dopo decenni di silenzio la nuova stagione dell’housing sociale diventa l’occasione per tornare a dibattere sulle questioni abitative e misurarsi nuovamente con l’affascinante universo della progettazione tipologica che è stato oggetto di tanti studi e ricerche all’inizio del secolo scorso producendo soluzioni ancora oggi di assoluto interesse. Se da una parte oggi, per rispondere ai bisogni che si evolvono e a un’utenza che si differenzia, la casa tende a specializzarsi e il modello abitativo proposto è quello dell’“alloggio di consumo” per rispondere a utenze frammentate di giovani, anziani, famiglie, immigrati, dall’altra l’alloggio è pensato per essere flessibile, per evolvere nel tempo, per trasformarsi anche nel corso della giornata, adattandosi ai bisogni dei suoi abitanti. Ma la vera sperimentazione tipologica è possibile solo se si offre un nuovo spazio alla ricerca progettuale, liberando e superando quelli che sono i limiti imposti dagli attuali regolamenti edilizi e di igiene, ancora derivanti dalle questioni igienico sanitarie ottocentesche, che vincolano la progettazione a standard obsoleti rendendo le soluzioni statiche e ancora una volta non flessibili alle nuove richieste che si presenteranno. Le nuove occasioni che si stanno aprendo sulla scena del progetto architettonico attraverso i bandi promossi per la realizzazione di interventi di h.s. sono sicuramente una occasione che non si verificava più da molto tempo per i progettisti di tornare a studiare e a interrogarsi sul tema della tipologia abitativa.
2010
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