L'articolo esamina, nel binomio "artigiano-architetto", la cultura poetica, tecnica e operativa di Vittorio Di Turi, la cui espressione progettuale risulta emblematica nel livello di manifestazione "disciplinare" della professione, come vera maturazione, contemporanea, dei principi determinati e tramandati intorno alla sapienza tecnico-costruttiva, alla conoscenza della realtà fisica, materica, concreta e alla "passione verso il fare". Il "metodo" operativo guarda alla tecnica come disposizione conoscitiva e strumentale, in opposizione alla visione artistica e progettuale contemporanea che "ha smarrito i riferimenti pratici ed è interessata alla sola ispirazione formale". L'elaborazione di Di Turi si precisa come procedimento esplorativo, come forma di "esperienza del reale", inerente ai vincoli e alle opportunità disposte dalla realtà produttiva, costruttiva e procedurale, in modo da concretare i contenuti del progetto in relazione alle verifiche di validità, di correttezza e di fattibilità: in questo senso, l'attività artigianale fonda la pratica progettuale su conoscenze principalmente funzionali, come "lavoro paziente, coscienzioso, preciso e competente", come "mestiere caratterizzato da un insieme di regole soprattutto pratiche che si sono sviluppate, consolidate e affinate". La sua poetica progettuale si esplicita nella volontà di intessere un percorso circolare che, nelle diverse fasi di approfondimento, dall'ideazione alla realizzazione, consente di raggiungere un risultato coerente e concreto: questo, rapportandosi alle possibilità a disposizione che devono essere sempre mediate dai vincoli, di ordine culturale, tecnico e produttivo.
L'artigiano-architetto
NASTRI, MASSIMILIANO
2004-01-01
Abstract
L'articolo esamina, nel binomio "artigiano-architetto", la cultura poetica, tecnica e operativa di Vittorio Di Turi, la cui espressione progettuale risulta emblematica nel livello di manifestazione "disciplinare" della professione, come vera maturazione, contemporanea, dei principi determinati e tramandati intorno alla sapienza tecnico-costruttiva, alla conoscenza della realtà fisica, materica, concreta e alla "passione verso il fare". Il "metodo" operativo guarda alla tecnica come disposizione conoscitiva e strumentale, in opposizione alla visione artistica e progettuale contemporanea che "ha smarrito i riferimenti pratici ed è interessata alla sola ispirazione formale". L'elaborazione di Di Turi si precisa come procedimento esplorativo, come forma di "esperienza del reale", inerente ai vincoli e alle opportunità disposte dalla realtà produttiva, costruttiva e procedurale, in modo da concretare i contenuti del progetto in relazione alle verifiche di validità, di correttezza e di fattibilità: in questo senso, l'attività artigianale fonda la pratica progettuale su conoscenze principalmente funzionali, come "lavoro paziente, coscienzioso, preciso e competente", come "mestiere caratterizzato da un insieme di regole soprattutto pratiche che si sono sviluppate, consolidate e affinate". La sua poetica progettuale si esplicita nella volontà di intessere un percorso circolare che, nelle diverse fasi di approfondimento, dall'ideazione alla realizzazione, consente di raggiungere un risultato coerente e concreto: questo, rapportandosi alle possibilità a disposizione che devono essere sempre mediate dai vincoli, di ordine culturale, tecnico e produttivo.File | Dimensione | Formato | |
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