L'articolo esamina il progetto di ampliamento e di riqualificazione della Scuola Edile di Perugia, degli Hof Associati (Paolo Belardi e Alessio Burini), proposto nella suggestiva concezione poetica, nella procedura progettuale che comporta l'organica "mutazione" funzionale e morfo-tipologica di un edificio esistente, sistematicamente al coinvolgimento e alla interpretazione sia dei caratteri del contesto sia delle metodologie operative dell'avanguardia architettonica contemporanea. In questo caso, gli Hof Associati intendono promuovere, per il territorio post-metropolitano, l'"architectura-scientia" definita dalla capacità di costruire luoghi adeguati all'uso, corrispondenti alle esigenze, costituiti da "ordini capaci di generare eresie", la cui virtù consista proprio nell'adattabilità alle situazioni funzionali e contestuali. L'"eresia" studiata per l'intervento sull'esistente si concentra sulla elaborazione di un groviglio di volumi che simulano l'ipotesi di un villaggio, di una stazione di frontiera, di un paesaggio in metamorfosi che allude alle mutazioni in atto, all'apparire e alla giustapposizione del nuovo, del diverso e dell'ibrido: inoltre, in grado di captare e di registrare esperienze molteplici, qui proprio in un tessuto sociale in cui l'intellettualità diffusa svolge un ruolo fondativo e storico. Il progetto assume, quale processo "metabolico", e interpreta le emergenze contestuali, così "decostruite" attraverso un'espressione fondata principalmente sulla "dissonanza scalare" (come manifestato dal contrasto tra l'"ordine gigante" della torre di ampliamento e l'articolazione "inferiore" dei corpi di sopraelevazione). Ancora, il progetto elabora e simboleggia le condizioni territoriali e antropologiche, le trasfigura attraverso la sapiente contaminazione tra "spontaneismo" e innovazione tecnologica, emblematizzata dalla falda inclinata della torre che, ribaltando virtualmente l'inquinamento visivo prodotto dalla proliferazione, nell'intorno, di parabole e pannelli solari, integra il ruolo di copertura e di strumento di captazione energetica.

Mutazione "metabolica"

NASTRI, MASSIMILIANO
2004-01-01

Abstract

L'articolo esamina il progetto di ampliamento e di riqualificazione della Scuola Edile di Perugia, degli Hof Associati (Paolo Belardi e Alessio Burini), proposto nella suggestiva concezione poetica, nella procedura progettuale che comporta l'organica "mutazione" funzionale e morfo-tipologica di un edificio esistente, sistematicamente al coinvolgimento e alla interpretazione sia dei caratteri del contesto sia delle metodologie operative dell'avanguardia architettonica contemporanea. In questo caso, gli Hof Associati intendono promuovere, per il territorio post-metropolitano, l'"architectura-scientia" definita dalla capacità di costruire luoghi adeguati all'uso, corrispondenti alle esigenze, costituiti da "ordini capaci di generare eresie", la cui virtù consista proprio nell'adattabilità alle situazioni funzionali e contestuali. L'"eresia" studiata per l'intervento sull'esistente si concentra sulla elaborazione di un groviglio di volumi che simulano l'ipotesi di un villaggio, di una stazione di frontiera, di un paesaggio in metamorfosi che allude alle mutazioni in atto, all'apparire e alla giustapposizione del nuovo, del diverso e dell'ibrido: inoltre, in grado di captare e di registrare esperienze molteplici, qui proprio in un tessuto sociale in cui l'intellettualità diffusa svolge un ruolo fondativo e storico. Il progetto assume, quale processo "metabolico", e interpreta le emergenze contestuali, così "decostruite" attraverso un'espressione fondata principalmente sulla "dissonanza scalare" (come manifestato dal contrasto tra l'"ordine gigante" della torre di ampliamento e l'articolazione "inferiore" dei corpi di sopraelevazione). Ancora, il progetto elabora e simboleggia le condizioni territoriali e antropologiche, le trasfigura attraverso la sapiente contaminazione tra "spontaneismo" e innovazione tecnologica, emblematizzata dalla falda inclinata della torre che, ribaltando virtualmente l'inquinamento visivo prodotto dalla proliferazione, nell'intorno, di parabole e pannelli solari, integra il ruolo di copertura e di strumento di captazione energetica.
2004
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