Il progetto di architettura coinvolge numerosi fronti decisionali e di sperimentazione. L’atto creativo si rivolge alla possibilità di prefigurare spazi e linguaggi espressivi, e nello stesso tempo alla capacità sintetica di inserirli all’interno di un processo che li renda idonei a rappresentare le trasformazioni d’uso della città contemporanea. Parti sociali, attività culturali, abitanti mappano incessantemente percorsi che pongono l’individuo al centro di un processo tentativo di coniugazione tra le possibilità di mutazione fisica dei luoghi urbani e le opzioni del vivere associato, che intersecano variamente i concetti di abitare, lavorare, studiare, incontrarsi, muoversi. L’interpretazione diacronica dei luoghi urbani è oggi fatto imprescindibile per ogni intervento, non solo mettendosi in rapporto critico con la storia che ha configurato i luoghi stessi, con l’obiettivo di una loro trasformazione, ma attivando prefigurazioni spaziali e organizzative di attività che – tra preesistenze e nuova architettura – muovono verso sostanziali acquisizioni indirizzate a prospettive di cambiamento e transitorietà dell’evento architettonico. La sperimentazione progettuale relativa alla trasformazione dei “luoghi” della Triennale verifica questi assunti incrociando esigenze di rifunzionalizzazione e l’opportunità di costruire nuovi paesaggi urbani interessanti e condivisibili: nella sede storica, rinnovando il rapporto tra il Palazzo dell’Arte e il margine del Parco Sempione; a Bovisa, consolidando la presenza della sede BVS all’interno del nuovo circuito dedicato all’arte, alla cultura e alla creatività.
Triennale e dintorni: interpretazioni diacroniche di luoghi per l'arte e la cultura a Milano
GALLIANI, PIERFRANCO
2010-01-01
Abstract
Il progetto di architettura coinvolge numerosi fronti decisionali e di sperimentazione. L’atto creativo si rivolge alla possibilità di prefigurare spazi e linguaggi espressivi, e nello stesso tempo alla capacità sintetica di inserirli all’interno di un processo che li renda idonei a rappresentare le trasformazioni d’uso della città contemporanea. Parti sociali, attività culturali, abitanti mappano incessantemente percorsi che pongono l’individuo al centro di un processo tentativo di coniugazione tra le possibilità di mutazione fisica dei luoghi urbani e le opzioni del vivere associato, che intersecano variamente i concetti di abitare, lavorare, studiare, incontrarsi, muoversi. L’interpretazione diacronica dei luoghi urbani è oggi fatto imprescindibile per ogni intervento, non solo mettendosi in rapporto critico con la storia che ha configurato i luoghi stessi, con l’obiettivo di una loro trasformazione, ma attivando prefigurazioni spaziali e organizzative di attività che – tra preesistenze e nuova architettura – muovono verso sostanziali acquisizioni indirizzate a prospettive di cambiamento e transitorietà dell’evento architettonico. La sperimentazione progettuale relativa alla trasformazione dei “luoghi” della Triennale verifica questi assunti incrociando esigenze di rifunzionalizzazione e l’opportunità di costruire nuovi paesaggi urbani interessanti e condivisibili: nella sede storica, rinnovando il rapporto tra il Palazzo dell’Arte e il margine del Parco Sempione; a Bovisa, consolidando la presenza della sede BVS all’interno del nuovo circuito dedicato all’arte, alla cultura e alla creatività.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.