Il saggio propone un resoconto dettagliato dei luoghi visitati dal Belli nei tre soggiorni milanesi, durante i quali la sua guida principale fu l’architetto Giacomo Moraglia, illustre epigono del neoclassicismo in Lombardia. Sono passati in rassegna anzitutto i luoghi milanesi visitati dallo scrittore romano: chiese, cimiteri, ospedali, teatri, palazzi privati, il Palazzo Reale, i Giardini, le Porte (in particolare la Porta Comasina del Moraglia e l’Arco della Pace del Cagnola, che era in costruzione), e quelle sistemazioni architettoniche ed urbanistiche che conferivano a Milano una particolare «magnificenza civile». Anche le Gallerie, le Pinacoteche, le Biblioteche, i luoghi dell’arte e della cultura milanese furono tra le mete più assidue del soggiorno milanese del Belli, che fu anche molto attratto dal mondo dei mestieri, del lavoro e del commercio, come la Zecca, La Polveriera, una modernissima segheria per marmi e diversi laboratori artigiani. Il saggio esamina anche le mete lombarde visitate dal Belli: Magenta, la Brianza, Monza, il Lago Maggiore, il Lago di Como e quello di Lugano, Pavia, Varese e varie località minori. Il saggio si conclude con un capitolo sui ‘ciceroni’ del Belli: dal Moraglia, di cui viene tracciata una significativa biografia, a Carlo Paris, da Gerolamo Luigi Calvi, letterato e pittore, e Carlo Manzi, pittore e inventore, coi quali visitò librerie e opifici, nonché le case di alcuni intellettuali milanesi che dimostrarono al poeta romano tutta la vivacità e operosità della capitale lombarda.
Belli, Moraglia e la Milano Imperial Regia
FARINA, PAOLO MARIA
2009-01-01
Abstract
Il saggio propone un resoconto dettagliato dei luoghi visitati dal Belli nei tre soggiorni milanesi, durante i quali la sua guida principale fu l’architetto Giacomo Moraglia, illustre epigono del neoclassicismo in Lombardia. Sono passati in rassegna anzitutto i luoghi milanesi visitati dallo scrittore romano: chiese, cimiteri, ospedali, teatri, palazzi privati, il Palazzo Reale, i Giardini, le Porte (in particolare la Porta Comasina del Moraglia e l’Arco della Pace del Cagnola, che era in costruzione), e quelle sistemazioni architettoniche ed urbanistiche che conferivano a Milano una particolare «magnificenza civile». Anche le Gallerie, le Pinacoteche, le Biblioteche, i luoghi dell’arte e della cultura milanese furono tra le mete più assidue del soggiorno milanese del Belli, che fu anche molto attratto dal mondo dei mestieri, del lavoro e del commercio, come la Zecca, La Polveriera, una modernissima segheria per marmi e diversi laboratori artigiani. Il saggio esamina anche le mete lombarde visitate dal Belli: Magenta, la Brianza, Monza, il Lago Maggiore, il Lago di Como e quello di Lugano, Pavia, Varese e varie località minori. Il saggio si conclude con un capitolo sui ‘ciceroni’ del Belli: dal Moraglia, di cui viene tracciata una significativa biografia, a Carlo Paris, da Gerolamo Luigi Calvi, letterato e pittore, e Carlo Manzi, pittore e inventore, coi quali visitò librerie e opifici, nonché le case di alcuni intellettuali milanesi che dimostrarono al poeta romano tutta la vivacità e operosità della capitale lombarda.File | Dimensione | Formato | |
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