Attraversare luoghi densi di presenze evocative, siano esse opere di valore artistico assoluto, piuttosto che documenti della quotidianità. Acuire le capacità percettive dei nostri sensi, tese a cogliere i messaggi che emanano dal frammento come dall’insieme. Rincorrere il filo del racconto sotteso alla mostra che ci ha attirato a sé e intrattenuto. Queste azioni e le numerose altre che ne derivano, in un intreccio relazionale sempre più fitto che genera stratificazioni di comportamenti, scoperte e riflessioni, costituiscono il fine e l’esito del progetto di allestimento, operazione di messa a punto delle strategie espositive di un evento culturale. Esso affronta, infatti, non soltanto il già complesso livello della resa funzionale di disposizione di opere e di tracciamento di percorsi, in un rimando continuo tra controllo della conformazione spaziale degli ambienti e definizione degli strumenti espositivi, quanto soprattutto (e qui ne risiede il senso più profondo e attuale) un intenso lavoro di attuazione e coordinamento di più discipline tra loro affini, spesso complementari, applicabili entro il medesimo scenario solo in virtù della comprensione e del controllo delle loro regole d’uso e dell’intuizione delle loro reciproche interazioni. Ordinamento storico-scientifico, architettura, design, prossemica, progettazione visiva, tecnologia: la realizzazione di una mostra vede convergere nel suo impianto ideativo ed esecutivo l’espressione di innumerevoli saperi che concorrono a definire possibili interpretazioni di modalità d’espressione della cultura, delineando così un profilo di completa integrazione multidisciplinare tra attività progettuali di relazione con l’ambiente, riletto in divenire quale luogo reso diversamente accessibile, tramite un atto rappresentativo e comunicativo.
Fruttiere: il progetto di allestimento tra luogo e arte
BORSOTTI, MARCO
2009-01-01
Abstract
Attraversare luoghi densi di presenze evocative, siano esse opere di valore artistico assoluto, piuttosto che documenti della quotidianità. Acuire le capacità percettive dei nostri sensi, tese a cogliere i messaggi che emanano dal frammento come dall’insieme. Rincorrere il filo del racconto sotteso alla mostra che ci ha attirato a sé e intrattenuto. Queste azioni e le numerose altre che ne derivano, in un intreccio relazionale sempre più fitto che genera stratificazioni di comportamenti, scoperte e riflessioni, costituiscono il fine e l’esito del progetto di allestimento, operazione di messa a punto delle strategie espositive di un evento culturale. Esso affronta, infatti, non soltanto il già complesso livello della resa funzionale di disposizione di opere e di tracciamento di percorsi, in un rimando continuo tra controllo della conformazione spaziale degli ambienti e definizione degli strumenti espositivi, quanto soprattutto (e qui ne risiede il senso più profondo e attuale) un intenso lavoro di attuazione e coordinamento di più discipline tra loro affini, spesso complementari, applicabili entro il medesimo scenario solo in virtù della comprensione e del controllo delle loro regole d’uso e dell’intuizione delle loro reciproche interazioni. Ordinamento storico-scientifico, architettura, design, prossemica, progettazione visiva, tecnologia: la realizzazione di una mostra vede convergere nel suo impianto ideativo ed esecutivo l’espressione di innumerevoli saperi che concorrono a definire possibili interpretazioni di modalità d’espressione della cultura, delineando così un profilo di completa integrazione multidisciplinare tra attività progettuali di relazione con l’ambiente, riletto in divenire quale luogo reso diversamente accessibile, tramite un atto rappresentativo e comunicativo.File | Dimensione | Formato | |
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