Il saggio, esaminando la corrispondenza intercorsa tra Giuseppe Samonà e Vito Laterza dal 1956 al 1978, ripercorre le tappe di costruzione de L’urbanistica e l’avvenire della città negli stati europei. Nel carteggio non sono trattati solo i contenuti dei contratti e dei caratteri editoriali dei volumi, ma, soprattutto durante la preparazione delle prime due edizioni, in esso si rimanda ai contenuti del libro, alla sua strategia espositiva, alla sua forma testuale. Il carteggio, pertanto, può essere inteso come una sorta di cronaca del processo di produzione intellettuale e materiale del libro, costituendo una fonte di grande interesse per ricostruire la lunga genesi e l’evoluzione di uno dei più importanti libri dell’urbanistica italiana, a partire dalle testimonianze di soggetti che hanno avuto influenza sulla sua forma e, potremmo dire, anche sulla sua ricezione. Il saggio riconosce nella corrispondenza una serie di indizi relativamente a quattro temi: il primo concerne la metamorfosi che il libro subisce e la costruzione della sua struttura, il secondo concerne la genesi del titolo, il terzo il genere testuale del libro, il quarto le vicende che hanno avuto per oggetto la bibliografia. Tra il 1956 e il 1959, durante la scrittura della prima edizione, muta l’idea che, in precedenza e ognuno per proprio conto, autore ed editore si erano fatti del libro: muta la posizione che il volume avrebbe dovuto occupare nella produzione della casa editrice, si trasforma la strategia espositiva scelta dall’autore che scriverà capitoli non previsti. Nell’ipotesi della prima struttura era intenzione dell’autore mostrare immediatamente al lettore le condizioni che contrassegnavano una nuova dimensione urbana che nel libro egli comincia a trattare con il Piano della Grande Londra e con i capitoli sulla ricostruzione negli altri paesi europei. Solo in seguito, Samonà intendeva volgersi verso il passato e ricostruire a ritroso la nascita dell’urbanistica, dedicando un capitolo al fenomeno urbano dei due secoli precedenti, connotati dai processi di modernizzazione della società e dalla rivoluzione industriale. Sarebbe stata una strategia espositiva originale e innovativa che avrebbe forse evitato di far scambiare il suo libro per una “storia”, motivando ogni suo sguardo retrospettivo a partire da puntuali domande contemporanee. L’autore sottolinea più volte nella corrispondenza l’appartenenza al genere “saggistico” della sua opera e tenta di darne una definizione in più occasioni. La forma-saggio possiede per Samonà alcune specifiche caratteristiche. La «trattazione storica» vuole essere «esaustiva», mentre il saggio non ha questa ambizione. Il saggio stabilisce dei limiti per l’oggetto, pertanto il libro non potrebbe intitolarsi Urbanistica, titolo «esorbitante» i confini della trattazione e forse più consono ad indicare un manuale. Laterza partecipa a questo processo di definizione quando, per portare argomenti all’esclusione della bibliografia, ricorda che essa non è richiesta dalla forma saggistica quindi «non istituzionale» (non manualistica potremmo dire) che Samonà ha impiegato. Si contrappongono così due ipotesi diverse sul genere testuale. Si tratta di un saggio interpretativo per Samonà e di una storia per l’editore, due idee che hanno differenti effetti sulla rappresentazione del libro verso l’esterno, ma per l’autore siciliano, presuppongono anche differenti stili di scrittura e di contenuto. Lo dimostra soprattutto la genesi del titolo: un campo di conflitto che ha delle ricadute sulla definizione del genere testuale del libro. L’assenza della bibliografia, infine, preparata da Samonà, ma non pubblicata, è dovuta solo apparentemente alla mancanza di tempo per uniformare i principi di compilazione di ciascun riferimento, come aveva richiesto Laterza. I motivi sono invece strettamente editoriali e forse dovuti anche ad una ingenuità da parte dell’autore.

Il “volumetto sull’urbanistica” nel carteggio con Vito Laterza

INFUSSI, FRANCESCO
2006-01-01

Abstract

Il saggio, esaminando la corrispondenza intercorsa tra Giuseppe Samonà e Vito Laterza dal 1956 al 1978, ripercorre le tappe di costruzione de L’urbanistica e l’avvenire della città negli stati europei. Nel carteggio non sono trattati solo i contenuti dei contratti e dei caratteri editoriali dei volumi, ma, soprattutto durante la preparazione delle prime due edizioni, in esso si rimanda ai contenuti del libro, alla sua strategia espositiva, alla sua forma testuale. Il carteggio, pertanto, può essere inteso come una sorta di cronaca del processo di produzione intellettuale e materiale del libro, costituendo una fonte di grande interesse per ricostruire la lunga genesi e l’evoluzione di uno dei più importanti libri dell’urbanistica italiana, a partire dalle testimonianze di soggetti che hanno avuto influenza sulla sua forma e, potremmo dire, anche sulla sua ricezione. Il saggio riconosce nella corrispondenza una serie di indizi relativamente a quattro temi: il primo concerne la metamorfosi che il libro subisce e la costruzione della sua struttura, il secondo concerne la genesi del titolo, il terzo il genere testuale del libro, il quarto le vicende che hanno avuto per oggetto la bibliografia. Tra il 1956 e il 1959, durante la scrittura della prima edizione, muta l’idea che, in precedenza e ognuno per proprio conto, autore ed editore si erano fatti del libro: muta la posizione che il volume avrebbe dovuto occupare nella produzione della casa editrice, si trasforma la strategia espositiva scelta dall’autore che scriverà capitoli non previsti. Nell’ipotesi della prima struttura era intenzione dell’autore mostrare immediatamente al lettore le condizioni che contrassegnavano una nuova dimensione urbana che nel libro egli comincia a trattare con il Piano della Grande Londra e con i capitoli sulla ricostruzione negli altri paesi europei. Solo in seguito, Samonà intendeva volgersi verso il passato e ricostruire a ritroso la nascita dell’urbanistica, dedicando un capitolo al fenomeno urbano dei due secoli precedenti, connotati dai processi di modernizzazione della società e dalla rivoluzione industriale. Sarebbe stata una strategia espositiva originale e innovativa che avrebbe forse evitato di far scambiare il suo libro per una “storia”, motivando ogni suo sguardo retrospettivo a partire da puntuali domande contemporanee. L’autore sottolinea più volte nella corrispondenza l’appartenenza al genere “saggistico” della sua opera e tenta di darne una definizione in più occasioni. La forma-saggio possiede per Samonà alcune specifiche caratteristiche. La «trattazione storica» vuole essere «esaustiva», mentre il saggio non ha questa ambizione. Il saggio stabilisce dei limiti per l’oggetto, pertanto il libro non potrebbe intitolarsi Urbanistica, titolo «esorbitante» i confini della trattazione e forse più consono ad indicare un manuale. Laterza partecipa a questo processo di definizione quando, per portare argomenti all’esclusione della bibliografia, ricorda che essa non è richiesta dalla forma saggistica quindi «non istituzionale» (non manualistica potremmo dire) che Samonà ha impiegato. Si contrappongono così due ipotesi diverse sul genere testuale. Si tratta di un saggio interpretativo per Samonà e di una storia per l’editore, due idee che hanno differenti effetti sulla rappresentazione del libro verso l’esterno, ma per l’autore siciliano, presuppongono anche differenti stili di scrittura e di contenuto. Lo dimostra soprattutto la genesi del titolo: un campo di conflitto che ha delle ricadute sulla definizione del genere testuale del libro. L’assenza della bibliografia, infine, preparata da Samonà, ma non pubblicata, è dovuta solo apparentemente alla mancanza di tempo per uniformare i principi di compilazione di ciascun riferimento, come aveva richiesto Laterza. I motivi sono invece strettamente editoriali e forse dovuti anche ad una ingenuità da parte dell’autore.
2006
Giuseppe Samonà e la scuola di architettura di Venezia
8871154169
Samonà; storia dell'urbanistica
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