L'articolo esamina la de-composizione linguistica e le incongruenze "estetiche" applicate nell'assetto morfo-tipologico della Millennium Wing a Dublino, progettata da Benson & Forsyth. La costituzione della Millennium Wing, aggiunta alla National Gallery of Ireland a Dublino, occupa l'area collocata a nord-est del museo preesistente, definita da Clare Street (a nord) e da Clare Lane (a est). Gordon Benson e Alan Forsyth, dimostrando capacità "esplorativa", potenziale euristico e di sintesi, applicano le risorse, teoriche e geometriche, che si intersecano e si proiettano alla ricerca di nuove possibilità espressive per affrontare la complessità del nostro tempo: questo, partendo dall'idea che la costruzione museale debba diffondersi nello spazio pubblico aperto, quale sovversione dell'"antropocentrismo" (su cui insiste buona parte delle gallerie espositive) e, quindi, quale opera esaltante la dislocazione (Derrida), la "pluralità" dei contenuti (Deleuze), la deviazione e la distorsione (Guattari). La valutazione delle tensioni dinamiche generate attorno e all'interno del corpo architettonico si compiace, poi, nel superamento della geometria euclidea, attraverso uno spazio topologico multidimensionale. E qui i progettisti intervengono con un intervallo spaziale "temporalizzato", matrice di un flusso ininterrotto di relazioni tra fenomeni diversi e rivolto alla riconfigurazione dell'esperienza museale come attiva e mutevole, tramite discontinuità estremamente lavorate. La tessitura di rivestimento, un "opus quadratum" a strati alterni di diversa altezza, espone nel trattamento i segni di cesure, esili solchi che anticipano sensibilmente l'immaginario surreale che, poi, caratterizza le associazioni emergenti e le incongruenze "estetiche" interne. La sezione trasversale interna riflette il proposito di "humanise" la presenza monumentale, di combinarla agli stimoli delle sintassi d'avanguardia. E l'"ethos" neo-brutalista, unitamente all'assunzione criptica dell'affaccio urbano, sostiene l'ironico collage della sinergia tra l'estetismo antropologico (riferito al culto anti-artistico dell'"art brut") e l'insediamento delle gallerie museali. Le pareti murarie in calcestruzzo comunicano l'unità fisica prima che sia spezzata, eccitano la conformazione plastica, marcatamente purista, cesellata dai codici intrapresi nelle "risonanze" scultoree ed espressioniste (che vibrano e ridestano dal lessico di Le Corbusier per la Cappella a Ronchamp o dalla Philharmonie berlinese di Scharoun).

Manierismo d'avanguardia

NASTRI, MASSIMILIANO
2006-01-01

Abstract

L'articolo esamina la de-composizione linguistica e le incongruenze "estetiche" applicate nell'assetto morfo-tipologico della Millennium Wing a Dublino, progettata da Benson & Forsyth. La costituzione della Millennium Wing, aggiunta alla National Gallery of Ireland a Dublino, occupa l'area collocata a nord-est del museo preesistente, definita da Clare Street (a nord) e da Clare Lane (a est). Gordon Benson e Alan Forsyth, dimostrando capacità "esplorativa", potenziale euristico e di sintesi, applicano le risorse, teoriche e geometriche, che si intersecano e si proiettano alla ricerca di nuove possibilità espressive per affrontare la complessità del nostro tempo: questo, partendo dall'idea che la costruzione museale debba diffondersi nello spazio pubblico aperto, quale sovversione dell'"antropocentrismo" (su cui insiste buona parte delle gallerie espositive) e, quindi, quale opera esaltante la dislocazione (Derrida), la "pluralità" dei contenuti (Deleuze), la deviazione e la distorsione (Guattari). La valutazione delle tensioni dinamiche generate attorno e all'interno del corpo architettonico si compiace, poi, nel superamento della geometria euclidea, attraverso uno spazio topologico multidimensionale. E qui i progettisti intervengono con un intervallo spaziale "temporalizzato", matrice di un flusso ininterrotto di relazioni tra fenomeni diversi e rivolto alla riconfigurazione dell'esperienza museale come attiva e mutevole, tramite discontinuità estremamente lavorate. La tessitura di rivestimento, un "opus quadratum" a strati alterni di diversa altezza, espone nel trattamento i segni di cesure, esili solchi che anticipano sensibilmente l'immaginario surreale che, poi, caratterizza le associazioni emergenti e le incongruenze "estetiche" interne. La sezione trasversale interna riflette il proposito di "humanise" la presenza monumentale, di combinarla agli stimoli delle sintassi d'avanguardia. E l'"ethos" neo-brutalista, unitamente all'assunzione criptica dell'affaccio urbano, sostiene l'ironico collage della sinergia tra l'estetismo antropologico (riferito al culto anti-artistico dell'"art brut") e l'insediamento delle gallerie museali. Le pareti murarie in calcestruzzo comunicano l'unità fisica prima che sia spezzata, eccitano la conformazione plastica, marcatamente purista, cesellata dai codici intrapresi nelle "risonanze" scultoree ed espressioniste (che vibrano e ridestano dal lessico di Le Corbusier per la Cappella a Ronchamp o dalla Philharmonie berlinese di Scharoun).
2006
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/567727
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