Abstract: La tesi sostenuta da Winckelmann nel consacrare Raffaello quale interprete elettivo della bellezza ideale in virtù del supremo magistero nell’uso del disegno inteso quale strumento di astrazione intellettuale, segna una netta cesura nei confronti della tradizione critica precedente, inaugurata da Vasari, il quale aveva attribuito a Michelangelo il primato per quanto concerne il Disegno, per esaltare Raffaello quale principe indiscusso della Composizione. Tale polarizzazione categoriale risale al De Pictura di Alberti e sottende una diarchia di principi fondativi delle arti figurative, in relazione alle finalità cognitive piuttosto che alle intenzionalità comunicative loro ascritte. Nella letteratura artistica post-vasariana emerge come il primato attribuito a Raffaello nella Composizione e nell’Espressione, si accompagni ad una valorizzazione della potenza della pittura come linguaggio persuasivo, secondo la categoria retorica dell’enargeia. Nota relativa alla pubblicazione: Il saggio è pubblicato in un volume in lingua italiana e tedesca che raccoglie contributi dei maggiori specialisti dell’opera e del pensiero di Winckelmann a livello internazionale (tra cui Édouard Pommier, già Professeur à l’Ecole du Louvre, Giorgio Cusatelli, Elena Agazzi, Michele Cometa e Max Kunze, Presidente della Winckelmann-Gesellschaft) e si pone come un fondamentale testo di riferimento, anche in virtù dell’approccio interdisciplinare, per la conoscenza di Winckelmann e della cultura europea nell’età del neoclassicismo.

Il «campo largo» di Raffaello e le «invenzioni dei componimenti». Pittura e retorica tra Alberti e l’età di Winckelmann

TESTA, FAUSTO CARLO
2009-01-01

Abstract

Abstract: La tesi sostenuta da Winckelmann nel consacrare Raffaello quale interprete elettivo della bellezza ideale in virtù del supremo magistero nell’uso del disegno inteso quale strumento di astrazione intellettuale, segna una netta cesura nei confronti della tradizione critica precedente, inaugurata da Vasari, il quale aveva attribuito a Michelangelo il primato per quanto concerne il Disegno, per esaltare Raffaello quale principe indiscusso della Composizione. Tale polarizzazione categoriale risale al De Pictura di Alberti e sottende una diarchia di principi fondativi delle arti figurative, in relazione alle finalità cognitive piuttosto che alle intenzionalità comunicative loro ascritte. Nella letteratura artistica post-vasariana emerge come il primato attribuito a Raffaello nella Composizione e nell’Espressione, si accompagni ad una valorizzazione della potenza della pittura come linguaggio persuasivo, secondo la categoria retorica dell’enargeia. Nota relativa alla pubblicazione: Il saggio è pubblicato in un volume in lingua italiana e tedesca che raccoglie contributi dei maggiori specialisti dell’opera e del pensiero di Winckelmann a livello internazionale (tra cui Édouard Pommier, già Professeur à l’Ecole du Louvre, Giorgio Cusatelli, Elena Agazzi, Michele Cometa e Max Kunze, Presidente della Winckelmann-Gesellschaft) e si pone come un fondamentale testo di riferimento, anche in virtù dell’approccio interdisciplinare, per la conoscenza di Winckelmann e della cultura europea nell’età del neoclassicismo.
2009
Winckelmann und die Mythologie der Klassik. Narrative Tendenzen in der Ekphrase der Kunstperiode
9783484670228
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