L’intreccio tra il punto di vista dell’archeologia e quello dell’architettura diventa motivo per approfondire il tema dell’ideazione del progetto nel rapporto con la stratificazione della città, considerata come campo di ricerca di un ordine celato e profondo delle cose, delle forme. Come nel lavoro dell’archeologo, si pesca negli “strati” della città, estraendo ordini celati, strato per strato, che vengono restituiti con nuovo significato. Così la contemporaneità prende senso proprio nel dialogo con l’antico e il procedimento stratigrafico dell’archeologia diventa metafora per il progetto: lo scavo è una forma di conoscenza che destabilizza la continuità della storia e l’uniformità apparente del tessuto urbano e porta ad una nuova definizione formale della città, dove ogni strato è un sistema di appartenenza e può essere identificato con un proprio sistema formale. Il nuovo agisce in mezzo alle fratture, ai cambiamenti di orientazione, ai vuoti, ma non per completare, ma per dare un ordine e una ragione ai frammenti. In questo modo si fanno apparire diversi passati, diverse forme di concatenazione, diverse gerarchie di importanza, diversi reticoli di determinazioni; unità architettoniche dei sistemi delle quali si individuano le coerenze interne, le concatenazioni, le compatibilità. L’antica rovina è vista come spazio e materia pura, archetipo primario dell’inizio e della fine di tutte le possibili architetture e allo stesso tempo vincolo e regola su cui impostare il progetto; il rudere diventa principio insediativo. Il libro presenta i progetti di ricerca in corso svolti dal gruppo di ricerca coordinato dall’autore in lacune importanti aree archeologiche di Alessandria d’Egitto Noi mettiamo insieme i cocci casualmente superstiti di un intero infranto e i frammenti, le aree di scavo, i ruderi, i pezzi di un’antica forma urbis acquistano senso solo se compresi entro un progetto urbano esteso e articolato. L’attuale difficoltà nell’assegnare un ruolo ai siti archeologici nella prefigurazione dei futuri sviluppi della città (e del territorio), può essere così affrontata con un progetto urbano, definito attraverso un itinerario museale metropolitano: un museo-scuola articolato e multidisciplinare i cui luoghi chiave sono in grado di esprimere i caratteri strutturali del territorio, di rivelare forme latenti dell’insediamento. Si ricorda che nell’antichità a partire dalla scuola aristotelica il termine “museo” passa a indicare, come è testimoniato nel Museo di Alessandria d’Egitto, un luogo riservato allo studio e all’istruzione, dove potenzialità come la raccolta, l’inventario, la collocazione, la rielaborazione, la ridestinazione operativa di conoscenze sono articolate nello spazio. In questo museo originario la compresenza tra diverse discipline è sostanziale così come il passaggio tra interno ed esterno, ove vengono necessariamente e più specificatamente coinvolte la cultura, la tipologia dell’architettura e dell’insediamento, il paesaggio. Nella definizione della direzione visiva, il camminare costruisce una sequenza di frammenti, parti, dettagli di oggetti, di edifici, di natura e permette di rilevare l’interezza dei corpi, le loro relazioni, la loro unità.

Scavi, trame e metafore del progetto/Excavations, Traces and Metaphores of the Project

FERRO, LUISA
2009-01-01

Abstract

L’intreccio tra il punto di vista dell’archeologia e quello dell’architettura diventa motivo per approfondire il tema dell’ideazione del progetto nel rapporto con la stratificazione della città, considerata come campo di ricerca di un ordine celato e profondo delle cose, delle forme. Come nel lavoro dell’archeologo, si pesca negli “strati” della città, estraendo ordini celati, strato per strato, che vengono restituiti con nuovo significato. Così la contemporaneità prende senso proprio nel dialogo con l’antico e il procedimento stratigrafico dell’archeologia diventa metafora per il progetto: lo scavo è una forma di conoscenza che destabilizza la continuità della storia e l’uniformità apparente del tessuto urbano e porta ad una nuova definizione formale della città, dove ogni strato è un sistema di appartenenza e può essere identificato con un proprio sistema formale. Il nuovo agisce in mezzo alle fratture, ai cambiamenti di orientazione, ai vuoti, ma non per completare, ma per dare un ordine e una ragione ai frammenti. In questo modo si fanno apparire diversi passati, diverse forme di concatenazione, diverse gerarchie di importanza, diversi reticoli di determinazioni; unità architettoniche dei sistemi delle quali si individuano le coerenze interne, le concatenazioni, le compatibilità. L’antica rovina è vista come spazio e materia pura, archetipo primario dell’inizio e della fine di tutte le possibili architetture e allo stesso tempo vincolo e regola su cui impostare il progetto; il rudere diventa principio insediativo. Il libro presenta i progetti di ricerca in corso svolti dal gruppo di ricerca coordinato dall’autore in lacune importanti aree archeologiche di Alessandria d’Egitto Noi mettiamo insieme i cocci casualmente superstiti di un intero infranto e i frammenti, le aree di scavo, i ruderi, i pezzi di un’antica forma urbis acquistano senso solo se compresi entro un progetto urbano esteso e articolato. L’attuale difficoltà nell’assegnare un ruolo ai siti archeologici nella prefigurazione dei futuri sviluppi della città (e del territorio), può essere così affrontata con un progetto urbano, definito attraverso un itinerario museale metropolitano: un museo-scuola articolato e multidisciplinare i cui luoghi chiave sono in grado di esprimere i caratteri strutturali del territorio, di rivelare forme latenti dell’insediamento. Si ricorda che nell’antichità a partire dalla scuola aristotelica il termine “museo” passa a indicare, come è testimoniato nel Museo di Alessandria d’Egitto, un luogo riservato allo studio e all’istruzione, dove potenzialità come la raccolta, l’inventario, la collocazione, la rielaborazione, la ridestinazione operativa di conoscenze sono articolate nello spazio. In questo museo originario la compresenza tra diverse discipline è sostanziale così come il passaggio tra interno ed esterno, ove vengono necessariamente e più specificatamente coinvolte la cultura, la tipologia dell’architettura e dell’insediamento, il paesaggio. Nella definizione della direzione visiva, il camminare costruisce una sequenza di frammenti, parti, dettagli di oggetti, di edifici, di natura e permette di rilevare l’interezza dei corpi, le loro relazioni, la loro unità.
2009
Alessandria d’Egitto oltre il mito. Architettura archeologia trasformazioni urbane/Alexandria Beyond the Myth. Architecture Archaeology Urban Change
9788895853406
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/566177
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