L'articolo esamina i contenuti e le procedure per la marcatura CE delle facciate continue, attraverso l'apporto di una serie di produttori e di costruttori impegnati nell'adeguamento normativo, considerati e chiamati in causa secondo le diverse collocazioni e i ruoli aziendali nell'attuale mercato. Tale analisi si propone nella forma di un percorso di lettura critica dell'apparato normativo per la marcatura CE, articolato mediante le spiegazioni, le riflessioni e le prese di posizione espresse da alcuni esponenti aziendali sia della produzione sia della costruzione delle facciate continue. Si mette in rilievo la visione e l'assunzione della logica "imperativa" e "prescrittiva" dei dettami normativi, a esclusione dei principali produttori e costruttori di facciate continue, che si esplicita quale contesto prioritario di applicazione dei processi di marcatura CE e, spesso, propulsore delle strategie di impiego (anche mediante personalità affermate nel settore). Al contrario rispetto a questa situazione, appunto, si rileva come i parametri normativi per la marcatura CE non siano affatto interpretati come un riferimento operativo, come una linea guida per la "misurazione prestazionale", come una serie di raccomandazioni per lo svolgimento delle azioni all'interno della produzione e per la successiva costruzione: i parametri sono intesi nei termini di "doverosità", e non di "opportunità" o di "orientamento" all'azione aziendale. Essi appartengono alla logica di un "valore" che è accolto nella incidenza negativa sulla cultura dell'"artigianato tecnologico", costantemente in evoluzione, fondato su strategie di equilibrio e su procedimenti programmatici e organizzativi, su relazioni commerciali consolidate e continue. Ancora, si manifesta il possibile scenario restrittivo verso l'applicazione puntuale, da sempre fondamento della sperimentazione e dell'impiego innovativo, verso le "regole dell'arte" (e, quindi, verso la perizia tecnica, verso il controllo conoscitivo globale), queste intese come il vero fenomeno della "qualità".

Obbligatorietà CE facciate: mancano riferimenti e supporti

NASTRI, MASSIMILIANO
2006-01-01

Abstract

L'articolo esamina i contenuti e le procedure per la marcatura CE delle facciate continue, attraverso l'apporto di una serie di produttori e di costruttori impegnati nell'adeguamento normativo, considerati e chiamati in causa secondo le diverse collocazioni e i ruoli aziendali nell'attuale mercato. Tale analisi si propone nella forma di un percorso di lettura critica dell'apparato normativo per la marcatura CE, articolato mediante le spiegazioni, le riflessioni e le prese di posizione espresse da alcuni esponenti aziendali sia della produzione sia della costruzione delle facciate continue. Si mette in rilievo la visione e l'assunzione della logica "imperativa" e "prescrittiva" dei dettami normativi, a esclusione dei principali produttori e costruttori di facciate continue, che si esplicita quale contesto prioritario di applicazione dei processi di marcatura CE e, spesso, propulsore delle strategie di impiego (anche mediante personalità affermate nel settore). Al contrario rispetto a questa situazione, appunto, si rileva come i parametri normativi per la marcatura CE non siano affatto interpretati come un riferimento operativo, come una linea guida per la "misurazione prestazionale", come una serie di raccomandazioni per lo svolgimento delle azioni all'interno della produzione e per la successiva costruzione: i parametri sono intesi nei termini di "doverosità", e non di "opportunità" o di "orientamento" all'azione aziendale. Essi appartengono alla logica di un "valore" che è accolto nella incidenza negativa sulla cultura dell'"artigianato tecnologico", costantemente in evoluzione, fondato su strategie di equilibrio e su procedimenti programmatici e organizzativi, su relazioni commerciali consolidate e continue. Ancora, si manifesta il possibile scenario restrittivo verso l'applicazione puntuale, da sempre fondamento della sperimentazione e dell'impiego innovativo, verso le "regole dell'arte" (e, quindi, verso la perizia tecnica, verso il controllo conoscitivo globale), queste intese come il vero fenomeno della "qualità".
2006
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