L'articolo esamina la formulazione operativa delle strutture per lo sport, esplicitata nella messa a punto di organismi edilizi in cui l'architettura manifesta l'evoluzione delle metodologie progettuali, dei paradigmi prestazionali (fruitivi, distributivi, percettivi) e delle tecniche esecutive (specialmente strutturali e afferenti alle chiusure verticali e orizzontali), anche delle strategie di pianificazione infrastrutturale urbana multifunzionale. L'elaborazione tecnica e costruttiva degli impianti sportivi si collega a espressioni morfo-tipologiche vincolate a precise regole geometriche, a evocazioni di carattere simbolico e rappresentativo: queste integrate all'interno di unità sistemiche connesse con il funzionamento attivo delle pratiche incluse, con la gestione delle attrezzature, dei servizi e delle apparecchiature impiantistiche, con gli spazi rapportati al contesto di insediamento. Allo stesso tempo, i contenuti frutivi concentrano lo studio esecutivo rispetto ai principi percettivi degli eventi, che determinano l'applicazione costante di apparati costruttivi fondati sulla generale costituzione delle platee, delle tribune e degli spalti (lungo il perimetro dell'area attiva), nella generalità in calcestruzzo armato, talora prefabbricato. La monumentalità massiva è ora sostituita dalle intelaiature tridimensionali, dall'involucro che (in sintonia con la crescente presenza di funzioni di supporto) accoglie molteplici prestazioni accessorie e dalle coperture (nei tipi piano o "globale", come anche di "chiglia" o di sagoma "carenata", di supporto agli ausili per l'illuminazione artificiale e la sonorizzazione) su grandi luci capaci di enfatizzare la soluzione portante e connettiva: qui spesso operando tramite componenti esposti in tensione e in trazione combinate, tramite costolature interagenti nelle giunzioni meccaniche (come nel caso dei sistemi in acciaio o in legno lamellare), piuttosto che mediante sezioni sottoposte a logiche di sforzo a compressione.

L'elaborazione tecnica, funzionale ed esecutiva degli impianti sportivi

NASTRI, MASSIMILIANO
2009-01-01

Abstract

L'articolo esamina la formulazione operativa delle strutture per lo sport, esplicitata nella messa a punto di organismi edilizi in cui l'architettura manifesta l'evoluzione delle metodologie progettuali, dei paradigmi prestazionali (fruitivi, distributivi, percettivi) e delle tecniche esecutive (specialmente strutturali e afferenti alle chiusure verticali e orizzontali), anche delle strategie di pianificazione infrastrutturale urbana multifunzionale. L'elaborazione tecnica e costruttiva degli impianti sportivi si collega a espressioni morfo-tipologiche vincolate a precise regole geometriche, a evocazioni di carattere simbolico e rappresentativo: queste integrate all'interno di unità sistemiche connesse con il funzionamento attivo delle pratiche incluse, con la gestione delle attrezzature, dei servizi e delle apparecchiature impiantistiche, con gli spazi rapportati al contesto di insediamento. Allo stesso tempo, i contenuti frutivi concentrano lo studio esecutivo rispetto ai principi percettivi degli eventi, che determinano l'applicazione costante di apparati costruttivi fondati sulla generale costituzione delle platee, delle tribune e degli spalti (lungo il perimetro dell'area attiva), nella generalità in calcestruzzo armato, talora prefabbricato. La monumentalità massiva è ora sostituita dalle intelaiature tridimensionali, dall'involucro che (in sintonia con la crescente presenza di funzioni di supporto) accoglie molteplici prestazioni accessorie e dalle coperture (nei tipi piano o "globale", come anche di "chiglia" o di sagoma "carenata", di supporto agli ausili per l'illuminazione artificiale e la sonorizzazione) su grandi luci capaci di enfatizzare la soluzione portante e connettiva: qui spesso operando tramite componenti esposti in tensione e in trazione combinate, tramite costolature interagenti nelle giunzioni meccaniche (come nel caso dei sistemi in acciaio o in legno lamellare), piuttosto che mediante sezioni sottoposte a logiche di sforzo a compressione.
2009
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