Il borgo di Gazzuolo è sorto in corrispondenza di uno storico passaggio fluviale: un ponte, conteso sin dal Medioevo fra le fazioni cremonesi e mantovane, fra quelle guelfe e ghibelline. Passato sotto il dominio dei Gonzaga all’esordio del XV secolo, l'abitato ha quindi conosciuto una rapida evoluzione a partire dalla fine del Quattrocento allorquando divenne sede del piccolo potentato retto dal marchese Gianfrancesco Gonzaga e dal fratello, il cardinale Francesco, entrambi figli di Ludovico II Gonzaga, signore di Mantova. Circondato da un’ampia fossa e fornito di un embrionale maglia viaria ad assi ortogonali impostata sulla contrada principale, il borgo fu dotato di palazzetti dal caratteristico assetto civile (allineati ed uniformati in altezza secondo i canoni albertiani), celanti alle spalle tutte le pertinenze tipiche della casa rurale padana (aia, rustici, fienili, stalle). Dotata di lunghi portici costituiti da una lunga sequenza di archi retti da colonne marmoree di pregevole fattura, la maggior contrada fu concepita per inquadrare prospetticamente il palazzo fortificato, avviato da Gianfrancesco e lasciato incompleto alla sua morte, nel 1496. In una ricca sequenza di artefici il saggio ricostruisce, alla luce di fonti inedite, la storia delle principali opere architettura del borgo, partendo dal Rinascimento sino al XX secolo.
Fonti per la storia del borgo di Gazzuolo
TOGLIANI, CARLO
2007-01-01
Abstract
Il borgo di Gazzuolo è sorto in corrispondenza di uno storico passaggio fluviale: un ponte, conteso sin dal Medioevo fra le fazioni cremonesi e mantovane, fra quelle guelfe e ghibelline. Passato sotto il dominio dei Gonzaga all’esordio del XV secolo, l'abitato ha quindi conosciuto una rapida evoluzione a partire dalla fine del Quattrocento allorquando divenne sede del piccolo potentato retto dal marchese Gianfrancesco Gonzaga e dal fratello, il cardinale Francesco, entrambi figli di Ludovico II Gonzaga, signore di Mantova. Circondato da un’ampia fossa e fornito di un embrionale maglia viaria ad assi ortogonali impostata sulla contrada principale, il borgo fu dotato di palazzetti dal caratteristico assetto civile (allineati ed uniformati in altezza secondo i canoni albertiani), celanti alle spalle tutte le pertinenze tipiche della casa rurale padana (aia, rustici, fienili, stalle). Dotata di lunghi portici costituiti da una lunga sequenza di archi retti da colonne marmoree di pregevole fattura, la maggior contrada fu concepita per inquadrare prospetticamente il palazzo fortificato, avviato da Gianfrancesco e lasciato incompleto alla sua morte, nel 1496. In una ricca sequenza di artefici il saggio ricostruisce, alla luce di fonti inedite, la storia delle principali opere architettura del borgo, partendo dal Rinascimento sino al XX secolo.File | Dimensione | Formato | |
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