L’integrità strutturale dei componenti di sicurezza durante l’esercizio è strettamente legata a diversi fattori quali: 1) le performance del controllo non distruttivo (“CND”) impiegato; 2) il comportamento a frattura del materiale impiegato; 3) l’andamento dei carichi nel tempo. Considerando componenti soggetti a carichi di fatica, è lecito prevedere la nucleazione e la conseguente propagazione di cricche nei punti più sollecitati e in corrispondenza di difetti dovuti alle operazioni tecnologiche o alle eventuali aggressioni ambientali. L’approccio “Damage Tolerant” alla progettazione richiede quindi di ispezionare periodicamente, mediante CND, il componente durante il servizio in modo da individuare tali cricche e difetti prima che essi possano portare a conseguenze catastrofiche. Fino ad ora, le capacità di rilevazione di discontinuità dei CND sono state quantificate e sintetizzate nelle curve di Probability of Detection (“POD”) che riportano la probabilità di individuare il difetto in funzione della dimensione lineare caratteristica dello stesso (profondità, diametro, ecc.). La presente memoria, sulla base di recenti studi pubblicati dagli autori, propone una nuova e più efficiente ottica nella derivazione e nella caratterizzazione delle curve POD in termini di area del difetto invece di dimensione lineare. Tale approccio ha già mostrato vantaggi indiscussi, per esempio, nel riuscire ad accomunare le risposte UT di difetti artificiali e naturali.

Una nuova prospettiva nella derivazione e nella caratterizzazione delle curve POD

CARBONI, MICHELE;BERETTA, STEFANO
2009-01-01

Abstract

L’integrità strutturale dei componenti di sicurezza durante l’esercizio è strettamente legata a diversi fattori quali: 1) le performance del controllo non distruttivo (“CND”) impiegato; 2) il comportamento a frattura del materiale impiegato; 3) l’andamento dei carichi nel tempo. Considerando componenti soggetti a carichi di fatica, è lecito prevedere la nucleazione e la conseguente propagazione di cricche nei punti più sollecitati e in corrispondenza di difetti dovuti alle operazioni tecnologiche o alle eventuali aggressioni ambientali. L’approccio “Damage Tolerant” alla progettazione richiede quindi di ispezionare periodicamente, mediante CND, il componente durante il servizio in modo da individuare tali cricche e difetti prima che essi possano portare a conseguenze catastrofiche. Fino ad ora, le capacità di rilevazione di discontinuità dei CND sono state quantificate e sintetizzate nelle curve di Probability of Detection (“POD”) che riportano la probabilità di individuare il difetto in funzione della dimensione lineare caratteristica dello stesso (profondità, diametro, ecc.). La presente memoria, sulla base di recenti studi pubblicati dagli autori, propone una nuova e più efficiente ottica nella derivazione e nella caratterizzazione delle curve POD in termini di area del difetto invece di dimensione lineare. Tale approccio ha già mostrato vantaggi indiscussi, per esempio, nel riuscire ad accomunare le risposte UT di difetti artificiali e naturali.
2009
Atti 13° Congresso Nazionale AIPnD
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