Inedite fonti d’archivio restituiscono la storia delle prime attendibili rappresentazioni a volo d’uccello del territorio e della città di Mantova: la coppia di autore anonimo dipinta ad affresco nella Galleria vaticana delle Carte Geografiche (curata da Egnazio Danti fra 1580 e 1581) e quella disegnata, incisa e data alle stampe dall’ingegnere mantovano Gabriele jr. Bertazzolo (fra 1596 e 1597). Al di là delle differenti impostazioni, le similitudini, le coincidenze e un’indagine sugli artefici al servizio di Guglielmo e Vincenzo I Gonzaga nel quindicennio che separa le due redazioni, consentono di avanzare ipotesi sulla paternità delle raffigurazioni romane, maturate durante la prefettura mantovana dell’architetto e pittore Bernardino Brugnoli. Prefettura durante la quale erano presenti a Mantova di Curzio Ardizio e Giacomo Critonio e attivi gli ingegneri agrimensori Giovan Buono, Giovan Angelo e Lorenzo Bertazzolo. Quest’ultimo, padre di Gabriele jr., fu col figlio a Roma in anni imprecisati compresi comunque fra il settimo e l’ottavo decennio del secolo. Nel saggio è ricostruita la fornitura di disegni preparatori per i dipinti vaticani, sono individuati i prototipi e le dinamiche di redazione delle vedute bertazzoliane (una delle quali servì da modello per la decorazione delle Stanze delle Città in Palazzo Ducale), i rapporti della corte mantovana con Giovanni Antonio Magini durante la stesura dell’atlante geografico “Italia”. La cartografia prodotta da Gabriele jr. Bertazzolo (anche con l'aiuto del cugino Giovan Battista Bertazzolo) ebbe a Mantova larga fortuna anche dopo la morte dell'ingegnere che al suo perfezionamento ancora lavorava nel 1626. Una fortuna che ha determinato la ripetizione di quei prototipi in molte incisioni prodotte nel XVII e ancora nel XVIII secolo.
Iconografia mantovana. Dall'affresco vaticano di Ignazio Danti alle incisioni di Gabriele Bertazzolo
TOGLIANI, CARLO
2002-01-01
Abstract
Inedite fonti d’archivio restituiscono la storia delle prime attendibili rappresentazioni a volo d’uccello del territorio e della città di Mantova: la coppia di autore anonimo dipinta ad affresco nella Galleria vaticana delle Carte Geografiche (curata da Egnazio Danti fra 1580 e 1581) e quella disegnata, incisa e data alle stampe dall’ingegnere mantovano Gabriele jr. Bertazzolo (fra 1596 e 1597). Al di là delle differenti impostazioni, le similitudini, le coincidenze e un’indagine sugli artefici al servizio di Guglielmo e Vincenzo I Gonzaga nel quindicennio che separa le due redazioni, consentono di avanzare ipotesi sulla paternità delle raffigurazioni romane, maturate durante la prefettura mantovana dell’architetto e pittore Bernardino Brugnoli. Prefettura durante la quale erano presenti a Mantova di Curzio Ardizio e Giacomo Critonio e attivi gli ingegneri agrimensori Giovan Buono, Giovan Angelo e Lorenzo Bertazzolo. Quest’ultimo, padre di Gabriele jr., fu col figlio a Roma in anni imprecisati compresi comunque fra il settimo e l’ottavo decennio del secolo. Nel saggio è ricostruita la fornitura di disegni preparatori per i dipinti vaticani, sono individuati i prototipi e le dinamiche di redazione delle vedute bertazzoliane (una delle quali servì da modello per la decorazione delle Stanze delle Città in Palazzo Ducale), i rapporti della corte mantovana con Giovanni Antonio Magini durante la stesura dell’atlante geografico “Italia”. La cartografia prodotta da Gabriele jr. Bertazzolo (anche con l'aiuto del cugino Giovan Battista Bertazzolo) ebbe a Mantova larga fortuna anche dopo la morte dell'ingegnere che al suo perfezionamento ancora lavorava nel 1626. Una fortuna che ha determinato la ripetizione di quei prototipi in molte incisioni prodotte nel XVII e ancora nel XVIII secolo.File | Dimensione | Formato | |
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