Riassunto Il lavoro comincia con una analisi delle ragioni dello sviluppo dei metodi qualitativi. Se sul piano tecnico questo è dovuto ad un passaggio, nell’uso del calcolatore, dalla semplice elaborazione numerica ad un maggior numero di compiti, sul più generale piano epistemologico ciò è dovuto alla nuova scienza dei sistemi complessi, dove il qualitativo è rivalutato come segno stesso della complessità. Si mostra che, per trattare in modo rigoroso l’informazione qualitativa, si hanno molti modi. In qualche caso, la memoria ed il potere computazionale della macchina sono sufficienti ad affrontare problemi qualitativi, altrimenti non affrontabili. In altri casi, l’obbiettivo è raggiunto tramite la visualizzazione della informazione o “soluzioni cooperative” (attraverso la comunicazione) permesse dal computer. In altri casi ancora la soluzione è offerta dagli algoritmi o dal passaggio al quantitativo (e ritorno al qualitativo/probabilistico). Poi, anche se i metodi stanno rapidamente aumentando, si propone una classificazione in rapporto alle possibilità d’uso nella geografia e nella pianificazione. Così, riferendosi alla funzione di specificazione degli oggetti territoriali, o alla analisi statistica, o alla modellizzazione, ogni metodo qualitativo (ad esempio, le mappe concettuali, le ontologie, la regressione qualitativa …) viene inquadrato e descritto nei suoi aspetti fondamentali. E per una migliore comprensione di significato e potenzialità dei metodi sono brevemente presentati quattro casi di studio. Le ontologie sono usate per mappare un sistema di relazioni tra agenti; le statistiche testuali analizzano la percezione del paesaggio descritta in un questionario a domande “aperte”; l’analisi degli impatti incrociati consente la definizione di scenari progettuali qualitativi; l’analisi multi criteri valuta la scelta del sito per una grande infrastruttura. ABSTRACT The paper begins with an analysis of reasons for the development of qualitative methods. Operationally, this is due to a shift in computer use: from simply “number crunching” to performing several tasks. More generally, this technical change is induced by the “complex systems” epistemological perspective, where “the qualitative” is re-valued as a signature of complexity. It is shown that, in order to deal in a rigorous way with qualitative information, we can try many tricks. In some cases, the large memories and the power of computation of the machine are enough for facing problems with qualitative data, otherwise non treatable; in other cases, this goal is reached by the possibility of “visualization” of information or “cooperative solution” (through communication) allowed by the computer. Moreover, in some cases the qualitative is managed by means of algorithms; in other cases the problem is made quantitative, then the output is “relaxed” to a probabilistic result. Even if the set of methods is rapidly increasing, we look for a taxonomy of the bulk of tools, according to potential use in geography and planning. Considering, for instance, characterization of geographical objects, spatial statistical analysis, territorial modeling and simulation …every qualitative method (e.g. conceptual maps, ontologies, qualitative regression …) is classified, with a short description of its main features. For a better understanding of meaning, procedures and potentialities of qualitative methods, a brief account of four case-studies is given. A software for building “ontology” is used to map a system of interacting agents; “textual statistics” are applied for analyzing the perception (imagines and emotions) of landscape on the basis of an “open answer” (qualitative) survey; the “cross impact analysis” is the qualitative modeling tool built for the evaluation of the consequences of a land-use project; in a qualitative “multi-criteria evaluation” it is grounded the site selection for location of a big infrastructure.

QUALITATIVE METHODS IN GEOGRAPHY ANDPLANNING

RABINO, GIOVANNI;CAGLIONI, MATTEO
2009-01-01

Abstract

Riassunto Il lavoro comincia con una analisi delle ragioni dello sviluppo dei metodi qualitativi. Se sul piano tecnico questo è dovuto ad un passaggio, nell’uso del calcolatore, dalla semplice elaborazione numerica ad un maggior numero di compiti, sul più generale piano epistemologico ciò è dovuto alla nuova scienza dei sistemi complessi, dove il qualitativo è rivalutato come segno stesso della complessità. Si mostra che, per trattare in modo rigoroso l’informazione qualitativa, si hanno molti modi. In qualche caso, la memoria ed il potere computazionale della macchina sono sufficienti ad affrontare problemi qualitativi, altrimenti non affrontabili. In altri casi, l’obbiettivo è raggiunto tramite la visualizzazione della informazione o “soluzioni cooperative” (attraverso la comunicazione) permesse dal computer. In altri casi ancora la soluzione è offerta dagli algoritmi o dal passaggio al quantitativo (e ritorno al qualitativo/probabilistico). Poi, anche se i metodi stanno rapidamente aumentando, si propone una classificazione in rapporto alle possibilità d’uso nella geografia e nella pianificazione. Così, riferendosi alla funzione di specificazione degli oggetti territoriali, o alla analisi statistica, o alla modellizzazione, ogni metodo qualitativo (ad esempio, le mappe concettuali, le ontologie, la regressione qualitativa …) viene inquadrato e descritto nei suoi aspetti fondamentali. E per una migliore comprensione di significato e potenzialità dei metodi sono brevemente presentati quattro casi di studio. Le ontologie sono usate per mappare un sistema di relazioni tra agenti; le statistiche testuali analizzano la percezione del paesaggio descritta in un questionario a domande “aperte”; l’analisi degli impatti incrociati consente la definizione di scenari progettuali qualitativi; l’analisi multi criteri valuta la scelta del sito per una grande infrastruttura. ABSTRACT The paper begins with an analysis of reasons for the development of qualitative methods. Operationally, this is due to a shift in computer use: from simply “number crunching” to performing several tasks. More generally, this technical change is induced by the “complex systems” epistemological perspective, where “the qualitative” is re-valued as a signature of complexity. It is shown that, in order to deal in a rigorous way with qualitative information, we can try many tricks. In some cases, the large memories and the power of computation of the machine are enough for facing problems with qualitative data, otherwise non treatable; in other cases, this goal is reached by the possibility of “visualization” of information or “cooperative solution” (through communication) allowed by the computer. Moreover, in some cases the qualitative is managed by means of algorithms; in other cases the problem is made quantitative, then the output is “relaxed” to a probabilistic result. Even if the set of methods is rapidly increasing, we look for a taxonomy of the bulk of tools, according to potential use in geography and planning. Considering, for instance, characterization of geographical objects, spatial statistical analysis, territorial modeling and simulation …every qualitative method (e.g. conceptual maps, ontologies, qualitative regression …) is classified, with a short description of its main features. For a better understanding of meaning, procedures and potentialities of qualitative methods, a brief account of four case-studies is given. A software for building “ontology” is used to map a system of interacting agents; “textual statistics” are applied for analyzing the perception (imagines and emotions) of landscape on the basis of an “open answer” (qualitative) survey; the “cross impact analysis” is the qualitative modeling tool built for the evaluation of the consequences of a land-use project; in a qualitative “multi-criteria evaluation” it is grounded the site selection for location of a big infrastructure.
2009
Handbook of Theoretical and Quantitative Geography
9782940368082
Metodi qualitativi; significato e principi di funzionamento; esempi di applicazione
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