Agli albori della civiltà la presenza di corsi d’acqua imponeva ai viandanti di seguire tracciati certi e già da altri percorsi per garantire il passaggio sull’altra sponda, fattori che determinarono con il tempo l’intero tracciato stradale e determinano ancora oggi il transito lungo molte strade poderali, laddove solo punti specifici permettono di proseguire valicando rogge e canali. I confini amministrativi dei territori coincisero quindi con i limiti fisici naturali: i fiumi. E le strade lungo i corsi d’acqua (antica radice li- che significa scorre, da cui anche il greco leimon, luogo umido) rappresentavano quello che successivamente sarà definito dai romani come il “limites”, linea di confine contrassegnata da pietre che non possono essere spostate. I romani diedero poi una definizione “religiosa e normativa” a tali pietre ed era un reato oltrepassarle o spostarle. Il fiume proteggeva e, se non fosse stato sufficiente, si poteva sempre aggiungere a maggior tutela un fossato che avrebbe svolto la duplice funzione di “canale irrigatore” e difesa naturale ulteriore. Difesa naturale da molte avversità, anche il semplice trasferimento degli armenti da una località all’altra. Se da un lato quindi ci si proteggeva scavando, dall’altra gruppi interessati al potere iniziarono la costruzione di strade lungo le quali si poteva transitare previa corresponsione di un obolo. Si trovano tracce di strade e sentieri nell’etimologia delle parole e nelle frasi riportate in molti testi. Si trova conferma del fatto che le antiche strade fossero sempre parallele ai corsi d’acqua nell’etimologia della parola “itinerario” dal latino iter-itineris, formatosi sull’indoiranico (e poi ittita) itas, itar (andare) e che permane ad esempio nell’ungherese út (strada) e ital (liquido), ed il suffisso –neris che in molte lingue europee significa “fiume” o “flusso di acqua” o “canale”. Quindi itinerario nel senso di “procedere lungo un corso d’acqua”

Strade ed epigrafi: attribuzioni corrette

VILLANI, PAOLA MARIA CHIARA
2009-01-01

Abstract

Agli albori della civiltà la presenza di corsi d’acqua imponeva ai viandanti di seguire tracciati certi e già da altri percorsi per garantire il passaggio sull’altra sponda, fattori che determinarono con il tempo l’intero tracciato stradale e determinano ancora oggi il transito lungo molte strade poderali, laddove solo punti specifici permettono di proseguire valicando rogge e canali. I confini amministrativi dei territori coincisero quindi con i limiti fisici naturali: i fiumi. E le strade lungo i corsi d’acqua (antica radice li- che significa scorre, da cui anche il greco leimon, luogo umido) rappresentavano quello che successivamente sarà definito dai romani come il “limites”, linea di confine contrassegnata da pietre che non possono essere spostate. I romani diedero poi una definizione “religiosa e normativa” a tali pietre ed era un reato oltrepassarle o spostarle. Il fiume proteggeva e, se non fosse stato sufficiente, si poteva sempre aggiungere a maggior tutela un fossato che avrebbe svolto la duplice funzione di “canale irrigatore” e difesa naturale ulteriore. Difesa naturale da molte avversità, anche il semplice trasferimento degli armenti da una località all’altra. Se da un lato quindi ci si proteggeva scavando, dall’altra gruppi interessati al potere iniziarono la costruzione di strade lungo le quali si poteva transitare previa corresponsione di un obolo. Si trovano tracce di strade e sentieri nell’etimologia delle parole e nelle frasi riportate in molti testi. Si trova conferma del fatto che le antiche strade fossero sempre parallele ai corsi d’acqua nell’etimologia della parola “itinerario” dal latino iter-itineris, formatosi sull’indoiranico (e poi ittita) itas, itar (andare) e che permane ad esempio nell’ungherese út (strada) e ital (liquido), ed il suffisso –neris che in molte lingue europee significa “fiume” o “flusso di acqua” o “canale”. Quindi itinerario nel senso di “procedere lungo un corso d’acqua”
2009
Strade; itinerari; tunnel del Casale della Marcigliana; Via Salaria; i Chiaia di Luna; Ponza; Crypta Neapolitana; Posillipo; Duomo di Pozzuoli; Tempio di Augusto; San Colombano Val Trebbia; Cocceio
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