Il volume costituisce la principale opera completa di Fernando Távora, figura di grande rilievo dell’architettura e della cultura portoghese, assurta ad importanza e notorietà internazionale. Il principale centro di elaborazione e sperimentazione dell’architettura in Portogallo è stato la città di Porto. Due sono stati i riferimenti principali intorno ai quali la vicenda della «scuola di Porto» si è dipanata: una figura e un’opera: Távora e Siza. Per Távora hanno contato più la persona, l’umanità, la ricchezza culturale, il magistero. Per Siza un’opera che si è costruita febbrilmente, in modo sperimentale, con grande densità, lasciando indietro il discorso. Nella scuola Távora ha avuto ruolo centrale, l’ha unita e ne ha imbastito le fila, ne ha rappresentato per molti versi la coscienza. Ha avuto un ruolo simile a quello che, anche se in modi assai diversi, Ernesto Rogers ha avuto in Italia. Quella di Távora è un’architettura che non muove mai da a priori teorici, ma dall’esperienza e dal suo arricchirsi nel tempo. E tuttavia è solita accompagnarsi allo sforzo di commentare e ordinare pensieri, e questi commenti e riflessioni finiscono per assumere peso pubblico. Tranne che per pochi testi più estesi, e tranne che per la forma quotidiana del diario, Távora scrive poco e in rapporto alle occasioni, ma lo fa allora in modo diretto e con semplicità, con concisione e con afflato poetico, tanto che, osserverà il razionalista Keil de Amaral, «si legge d’un fiato, senza inciampare in parole spigolose». Il saggio si basa su una certa frequentazione e sulla conoscenza personale della figura del maestro, e insieme su un lavoro di indagine svolto sui materiali del suo studio e su fonti diverse. Cerca di individuare i temi fondativi del suo lavoro, della sua ideologia, della sua poetica, del suo insegnamento. Távora è stato non solo grande architetto, ma grande e riconosciuto «professore» della facoltà di architettura dell’università di Porto. Ha posto, in modo non pedissequo e non folcloristico, la questione dell’appartenenza necessaria dell’architettura a una regione del mondo e a una civiltà.

Távora. Nostalgia e civiltà

VITALE, DANIELE
2005-01-01

Abstract

Il volume costituisce la principale opera completa di Fernando Távora, figura di grande rilievo dell’architettura e della cultura portoghese, assurta ad importanza e notorietà internazionale. Il principale centro di elaborazione e sperimentazione dell’architettura in Portogallo è stato la città di Porto. Due sono stati i riferimenti principali intorno ai quali la vicenda della «scuola di Porto» si è dipanata: una figura e un’opera: Távora e Siza. Per Távora hanno contato più la persona, l’umanità, la ricchezza culturale, il magistero. Per Siza un’opera che si è costruita febbrilmente, in modo sperimentale, con grande densità, lasciando indietro il discorso. Nella scuola Távora ha avuto ruolo centrale, l’ha unita e ne ha imbastito le fila, ne ha rappresentato per molti versi la coscienza. Ha avuto un ruolo simile a quello che, anche se in modi assai diversi, Ernesto Rogers ha avuto in Italia. Quella di Távora è un’architettura che non muove mai da a priori teorici, ma dall’esperienza e dal suo arricchirsi nel tempo. E tuttavia è solita accompagnarsi allo sforzo di commentare e ordinare pensieri, e questi commenti e riflessioni finiscono per assumere peso pubblico. Tranne che per pochi testi più estesi, e tranne che per la forma quotidiana del diario, Távora scrive poco e in rapporto alle occasioni, ma lo fa allora in modo diretto e con semplicità, con concisione e con afflato poetico, tanto che, osserverà il razionalista Keil de Amaral, «si legge d’un fiato, senza inciampare in parole spigolose». Il saggio si basa su una certa frequentazione e sulla conoscenza personale della figura del maestro, e insieme su un lavoro di indagine svolto sui materiali del suo studio e su fonti diverse. Cerca di individuare i temi fondativi del suo lavoro, della sua ideologia, della sua poetica, del suo insegnamento. Távora è stato non solo grande architetto, ma grande e riconosciuto «professore» della facoltà di architettura dell’università di Porto. Ha posto, in modo non pedissequo e non folcloristico, la questione dell’appartenenza necessaria dell’architettura a una regione del mondo e a una civiltà.
2005
Fernando Távora. Opera completa
8837020457
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