Sono presi in esame i risultati di quattro successive indagini ambientali sviluppate tra il 1990 e il 2005 in un’acciaieria dove l’evoluzione tecnologica hanno subito una profonda evoluzione. La situazione dal 2005 indica una riduzione degli indici di rischio ambientali e personali per Mn e Ca, riconducibile all’ottimizzazione della captazione delle emissioni primarie, al migliorato controllo delle emissioni in fase di spillaggio, al nuovo impianto additivi segregato, alla insufflazione della calce tramite lancia e sistema pneumatico di trasporto. Gli indici di rischio personali per la frazione inalabile delle PNOC sono pressoché invariati rispetto agli anni precedenti, condizioni da attribuire principalmente alla necessità da parte degli addetti di effettuare un numero rivelante di interventi , in posizioni non protette, in particolare in presenza di anomalie del processo produttivo. Le concentrazioni di area e le esposizioni professionali a piombo, derivante dai rivestimenti del rottame e generato nelle fasi di carica, sono in netto aumento risetto a quelle nelle precedenti indagini, da ricondurre alla insufficiente capacità di aspirazione dei fumi secondari, dal 2004 inserito in una struttura completamente segregata, che evidenzia la necessità di ripristinare i ricambi d’aria, prima garantiti dalla ventilazione naturale. Fra il 1990 e il 2005 le operazioni di demolizione e rifacimento dei refrattari di usura hanno subito notevoli modifiche, introducendo significativi miglioramenti per quanto concerne i materiali utilizzati (sostituzione quasi completa di refrattari con silice cristallina, impiego di pannelli prefabbricati e malte refrattarie), la disposizione delle lavorazioni (lavorazioni di demolizione e ricostruzione segregate rispetto al forno), le tecniche operative (manutenzione del tino ogni 15 giorni, demolizione di tino freddo, applicazione di malto a umido, utilizzo di demolitori cabinati) e le procedure (minore numero di addetti esposti, tempi di esecuzione più brevi). Questi interventi hanno avuto, come effetto positivo, la riduzione della esposizione indebita a polveri e metalli provenienti dal forno. I campionamenti personali hanno tuttavia evidenziato una criticità che si mantiene, durante l’effettuazione di alcune demolizioni e di rifacimento del tino; le elevate concentrazioni di polveri inalabili, che hanno mantenuto su valori elevati anche gli indici di rischio per piombo e calcio.

Evoluzione delle esposizioni a polvere e metalli in un’acciaieria elettrica

BORRONI, ANGELO;
2006-01-01

Abstract

Sono presi in esame i risultati di quattro successive indagini ambientali sviluppate tra il 1990 e il 2005 in un’acciaieria dove l’evoluzione tecnologica hanno subito una profonda evoluzione. La situazione dal 2005 indica una riduzione degli indici di rischio ambientali e personali per Mn e Ca, riconducibile all’ottimizzazione della captazione delle emissioni primarie, al migliorato controllo delle emissioni in fase di spillaggio, al nuovo impianto additivi segregato, alla insufflazione della calce tramite lancia e sistema pneumatico di trasporto. Gli indici di rischio personali per la frazione inalabile delle PNOC sono pressoché invariati rispetto agli anni precedenti, condizioni da attribuire principalmente alla necessità da parte degli addetti di effettuare un numero rivelante di interventi , in posizioni non protette, in particolare in presenza di anomalie del processo produttivo. Le concentrazioni di area e le esposizioni professionali a piombo, derivante dai rivestimenti del rottame e generato nelle fasi di carica, sono in netto aumento risetto a quelle nelle precedenti indagini, da ricondurre alla insufficiente capacità di aspirazione dei fumi secondari, dal 2004 inserito in una struttura completamente segregata, che evidenzia la necessità di ripristinare i ricambi d’aria, prima garantiti dalla ventilazione naturale. Fra il 1990 e il 2005 le operazioni di demolizione e rifacimento dei refrattari di usura hanno subito notevoli modifiche, introducendo significativi miglioramenti per quanto concerne i materiali utilizzati (sostituzione quasi completa di refrattari con silice cristallina, impiego di pannelli prefabbricati e malte refrattarie), la disposizione delle lavorazioni (lavorazioni di demolizione e ricostruzione segregate rispetto al forno), le tecniche operative (manutenzione del tino ogni 15 giorni, demolizione di tino freddo, applicazione di malto a umido, utilizzo di demolitori cabinati) e le procedure (minore numero di addetti esposti, tempi di esecuzione più brevi). Questi interventi hanno avuto, come effetto positivo, la riduzione della esposizione indebita a polveri e metalli provenienti dal forno. I campionamenti personali hanno tuttavia evidenziato una criticità che si mantiene, durante l’effettuazione di alcune demolizioni e di rifacimento del tino; le elevate concentrazioni di polveri inalabili, che hanno mantenuto su valori elevati anche gli indici di rischio per piombo e calcio.
2006
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