Di fianco ad altri contributi che esaminano la produzione architettonica italiana nel bacino del Mediterraneo, diffondendo scelte stilistiche, tecniche e prassi di cantiere, Giuliana Ricci indaga un altro tipo di influenza della cultura italiana, quella esercitata sui giovani stranieri in formazione da parte di due istituti milanesi, l’accademia di Brera e il Politecnico di Milano. L’accademia svolgeva anche l’obiettivo di strutturare il mercato legato all’immagine, in modo particolare quella connessa al cantiere nei suoi aspetti di finitura e di definizione ornamentale e quella connessa alle arti decorative. Ii saggio introduce anche un episodio (putroppo soltanto un episodio), rilevante e inedito, che illustra il tentativo da parte dell’Italia, già dagli anni sessanta dell’Ottocento, di affiancare Francia e Germania nelle campagne di perlustrazione archeologica ad Atene. Il tentativo di fondare una scuola di archeologia, di ben più tarda definizione, è dovuto alla caparbietà di Terenzio Mamiani e all’intelligenza di Camillo Boito. La vicenda si svolge mentre sta ormai per tramontare un sogno europeo, quello di identificare nella città di Atene non più e non soltanto il luogo eletto di alcuni miti di fondazione, ma il luogo dell’esperienza precoce dell’organizzazione urbanistica ideale di una città, oltre che della sua invenzione architettonica. Tutto questo avviene a partire dagli anni trenta dell'Ottocento (il saggio illustra anche la vittoria ad un concorso di Brera da parte del greco Kaftangioglu) parallelamente alla costruzione di un’identità e di uno stato voluto dall’Europa mentre, in realtà, si darà forma all’aspirazione degli stati tedeschi di affacciarsi sul Mediterraneo e a una serie di attività di progetto 'bilingui'.
The Brera Academy and Polytechnic University of Milan: Forging Architects for Mediterranean Countries
RICCI, GIULIANA
2008-01-01
Abstract
Di fianco ad altri contributi che esaminano la produzione architettonica italiana nel bacino del Mediterraneo, diffondendo scelte stilistiche, tecniche e prassi di cantiere, Giuliana Ricci indaga un altro tipo di influenza della cultura italiana, quella esercitata sui giovani stranieri in formazione da parte di due istituti milanesi, l’accademia di Brera e il Politecnico di Milano. L’accademia svolgeva anche l’obiettivo di strutturare il mercato legato all’immagine, in modo particolare quella connessa al cantiere nei suoi aspetti di finitura e di definizione ornamentale e quella connessa alle arti decorative. Ii saggio introduce anche un episodio (putroppo soltanto un episodio), rilevante e inedito, che illustra il tentativo da parte dell’Italia, già dagli anni sessanta dell’Ottocento, di affiancare Francia e Germania nelle campagne di perlustrazione archeologica ad Atene. Il tentativo di fondare una scuola di archeologia, di ben più tarda definizione, è dovuto alla caparbietà di Terenzio Mamiani e all’intelligenza di Camillo Boito. La vicenda si svolge mentre sta ormai per tramontare un sogno europeo, quello di identificare nella città di Atene non più e non soltanto il luogo eletto di alcuni miti di fondazione, ma il luogo dell’esperienza precoce dell’organizzazione urbanistica ideale di una città, oltre che della sua invenzione architettonica. Tutto questo avviene a partire dagli anni trenta dell'Ottocento (il saggio illustra anche la vittoria ad un concorso di Brera da parte del greco Kaftangioglu) parallelamente alla costruzione di un’identità e di uno stato voluto dall’Europa mentre, in realtà, si darà forma all’aspirazione degli stati tedeschi di affacciarsi sul Mediterraneo e a una serie di attività di progetto 'bilingui'.File | Dimensione | Formato | |
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