Questo lavoro è dedicato allo studio dell’evoluzione dei rivestimenti tipici delle parti calde delle turbine a gas, costituiti da uno strato metallico e da uno ceramico di zirconia parzialmente stabilizzata con ittria, con funzione di barriera termica. Vengono dapprima mostrati i risultati di una campagna sperimentale svolta su campioni invecchiati in prove di ossidazione ciclica a due diverse temperature e sottoposti ad analisi metallografiche per individuare i meccanismi di degrado indotti dall’esposizione alle elevate temperature e dall’azione di ripetuti cicli termici. Viene poi presa in esame la possibilità di applicare una tecnica di controllo non distruttivo (la spettroscopia d’impedenza elettrochimica) per rilevare il grado crescente di danneggiamento. La variazione degli spettri d’impedenza ottenuti ha confermato la sensibilità della tecnica allo spessore dello strato ceramico, alle sue caratteristiche (porosità e microcriccatura) e alla formazione dello strato di ossido all’interfaccia metallo/ceramico. I risultati ottenuti vengono discussi alla luce delle analisi metallografiche quantitative e delle informazioni reperibili in letteratura. Si suggeriscono infine alcune linee di ulteriore sviluppo.

POtenzialità della tecnica EIS per il rilievo del degrado delle barriere termiche sottoposte a prove di ossidazione ciclica

BESTETTI, MASSIMILIANO;
2008-01-01

Abstract

Questo lavoro è dedicato allo studio dell’evoluzione dei rivestimenti tipici delle parti calde delle turbine a gas, costituiti da uno strato metallico e da uno ceramico di zirconia parzialmente stabilizzata con ittria, con funzione di barriera termica. Vengono dapprima mostrati i risultati di una campagna sperimentale svolta su campioni invecchiati in prove di ossidazione ciclica a due diverse temperature e sottoposti ad analisi metallografiche per individuare i meccanismi di degrado indotti dall’esposizione alle elevate temperature e dall’azione di ripetuti cicli termici. Viene poi presa in esame la possibilità di applicare una tecnica di controllo non distruttivo (la spettroscopia d’impedenza elettrochimica) per rilevare il grado crescente di danneggiamento. La variazione degli spettri d’impedenza ottenuti ha confermato la sensibilità della tecnica allo spessore dello strato ceramico, alle sue caratteristiche (porosità e microcriccatura) e alla formazione dello strato di ossido all’interfaccia metallo/ceramico. I risultati ottenuti vengono discussi alla luce delle analisi metallografiche quantitative e delle informazioni reperibili in letteratura. Si suggeriscono infine alcune linee di ulteriore sviluppo.
2008
superleghe; corrosione; elettrochimica; ossidazione; rivestimenti; caratterizzazione materiali; microscopia elettronica; prove non distruttive; spettroscopia di impedenza elettrochimica; energia; turbine a gas
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