Nel caso di corsi d’acqua che scorrono in zone fortemente antropizzate e sono quindi i ricettori di sistemi di drenaggio urbano, la criticità è quasi sempre rappresentata da emissioni puntuali provenienti da scarichi sia permanenti che di tempo piovoso, soprattutto in condizioni di magra e solitamente nel periodo estivo in cui alla scarsità d’acqua va sommato l’effetto dell’elevata temperatura. Di conseguenza uno dei principali obiettivi della modellazione quali-quantitativa dei corsi d’acqua diviene lo studio degli effetti di tali scarichi, con particolare riferimento all’impatto sull’ossigeno disciolto nel ricettore, in funzione delle dinamiche di trasporto degli inquinanti e della morfologia fluviale. L’analisi quali-quantitativa del fenomeno complessivo non può quindi prescindere da modellistiche atte a riprodurre transitori anche rapidamente variabili, soprattutto nel caso di ricettori a regime torrentizio e di scarichi di tempo piovoso. In questa memoria, dopo aver richiamato il modello ADEK già proposto dagli Autori, attraverso una serie di esempi numerici calibrati su molteplici dati sperimentali si richiamano i risultati ottenuti da precedenti lavori mostrando l’influenza della morfologia del corso d’acqua sulla capacità di autodepurazione nei confronti di scarichi intermittenti, quali quelli provenienti dagli scolmatori di piena delle reti fognarie in tempo piovoso. In particolare si determina lo scadimento della qualità dell’acqua tramite la valutazione delle concentrazioni massime di sostanze inquinanti assunte come indicatori e in termini di concentrazioni minime di ossigeno disciolto, che devono essere compatibili con quelle necessarie alla sopravvivenza dell’ecosistema acquatico. Viene inoltre mostrato che, in generale, per determinare l’impatto di un sistema di drenaggio urbano sui ricettori è necessario considerare sia gli scarichi intermittenti di tempo piovoso, causa di forti shock all’ecosistema specialmente in sezioni vicine all’immissione, sia gli scarichi continui, per i quali l’effetto della dispersione è trascurabile mentre divengono molto influenti le distanze dall’immissione e i tassi di decadimento e di riaerazione.
Trasporto degli inquinanti e capacità di autodepurazione dei corsi d’acqua
PAOLETTI, ALESSANDRO;INNOCENTI, ILARIA;SANFILIPPO, UMBERTO
2009-01-01
Abstract
Nel caso di corsi d’acqua che scorrono in zone fortemente antropizzate e sono quindi i ricettori di sistemi di drenaggio urbano, la criticità è quasi sempre rappresentata da emissioni puntuali provenienti da scarichi sia permanenti che di tempo piovoso, soprattutto in condizioni di magra e solitamente nel periodo estivo in cui alla scarsità d’acqua va sommato l’effetto dell’elevata temperatura. Di conseguenza uno dei principali obiettivi della modellazione quali-quantitativa dei corsi d’acqua diviene lo studio degli effetti di tali scarichi, con particolare riferimento all’impatto sull’ossigeno disciolto nel ricettore, in funzione delle dinamiche di trasporto degli inquinanti e della morfologia fluviale. L’analisi quali-quantitativa del fenomeno complessivo non può quindi prescindere da modellistiche atte a riprodurre transitori anche rapidamente variabili, soprattutto nel caso di ricettori a regime torrentizio e di scarichi di tempo piovoso. In questa memoria, dopo aver richiamato il modello ADEK già proposto dagli Autori, attraverso una serie di esempi numerici calibrati su molteplici dati sperimentali si richiamano i risultati ottenuti da precedenti lavori mostrando l’influenza della morfologia del corso d’acqua sulla capacità di autodepurazione nei confronti di scarichi intermittenti, quali quelli provenienti dagli scolmatori di piena delle reti fognarie in tempo piovoso. In particolare si determina lo scadimento della qualità dell’acqua tramite la valutazione delle concentrazioni massime di sostanze inquinanti assunte come indicatori e in termini di concentrazioni minime di ossigeno disciolto, che devono essere compatibili con quelle necessarie alla sopravvivenza dell’ecosistema acquatico. Viene inoltre mostrato che, in generale, per determinare l’impatto di un sistema di drenaggio urbano sui ricettori è necessario considerare sia gli scarichi intermittenti di tempo piovoso, causa di forti shock all’ecosistema specialmente in sezioni vicine all’immissione, sia gli scarichi continui, per i quali l’effetto della dispersione è trascurabile mentre divengono molto influenti le distanze dall’immissione e i tassi di decadimento e di riaerazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.