L'articolo esamina i sistemi di involucro applicati al Musée du Quai Branly a Parigi, progettato dall'Atelier Jean Nouvel. I contenuti riguardano l'analisi delle facciate applicate ai diversi corpi edilizi, spiegate in forma funzionale e tecnico-costruttiva rispetto ai componenti strutturali e di chiusura verticale perimetrale (in forma opaca e trasparente). La costruzione, sia dell'apparato portante principale, sia dei sistemi di chiusura verticale esterni, associa i caratteri espressivi e le accezioni tettoniche del calcestruzzo, dell'acciaio, del legno e del vetro. Le facciate, nell'insieme, rivelano un volto eterogeneo contrassegnato da una varietà di tipologie funzionali ed esecutive che combinano reticoli metallici, lamelle frangisole, fino alla piantumazione di una parete perimetrale. La disposizione perimetrale è studiata per lo svolgimento, introverso, dell'esperienza emozionale nell'osservazione delle opere, con l'obiettivo sia di proteggerle dalla luce radiante sia di avvolgerle con disomogenei inserimenti e tenui vibrazioni luminose dall'esterno. L’apparato che racchiude il percorso museale è teso a rendere percepibili l'oblio, l'ossessione della procreazione come della morte negli oggetti, che rimandano agli stimoli dovuti a foreste, a corsi d'acqua, a riti pagani, all'invenzione di spiriti ancestrali. Qui la delimitazione prospettica sfida i tipi morfologici occidentali, e la variazione delle tecniche adottate si dispiega fino allo smarrimento di un ordine e di una logica aggregativa: le connessioni frontali appaiono disomogenee, raccordate esclusivamente dalla tematica organica e dal proseguimento delle sollecitazioni naturali date dai materiali impiegati in superficie (dove i settori trasparenti tendono a scaturire tra diaframmi e teli in osmosi con l'interno).

Dematerializzazione segnica ed eterogeneità

NASTRI, MASSIMILIANO
2008-01-01

Abstract

L'articolo esamina i sistemi di involucro applicati al Musée du Quai Branly a Parigi, progettato dall'Atelier Jean Nouvel. I contenuti riguardano l'analisi delle facciate applicate ai diversi corpi edilizi, spiegate in forma funzionale e tecnico-costruttiva rispetto ai componenti strutturali e di chiusura verticale perimetrale (in forma opaca e trasparente). La costruzione, sia dell'apparato portante principale, sia dei sistemi di chiusura verticale esterni, associa i caratteri espressivi e le accezioni tettoniche del calcestruzzo, dell'acciaio, del legno e del vetro. Le facciate, nell'insieme, rivelano un volto eterogeneo contrassegnato da una varietà di tipologie funzionali ed esecutive che combinano reticoli metallici, lamelle frangisole, fino alla piantumazione di una parete perimetrale. La disposizione perimetrale è studiata per lo svolgimento, introverso, dell'esperienza emozionale nell'osservazione delle opere, con l'obiettivo sia di proteggerle dalla luce radiante sia di avvolgerle con disomogenei inserimenti e tenui vibrazioni luminose dall'esterno. L’apparato che racchiude il percorso museale è teso a rendere percepibili l'oblio, l'ossessione della procreazione come della morte negli oggetti, che rimandano agli stimoli dovuti a foreste, a corsi d'acqua, a riti pagani, all'invenzione di spiriti ancestrali. Qui la delimitazione prospettica sfida i tipi morfologici occidentali, e la variazione delle tecniche adottate si dispiega fino allo smarrimento di un ordine e di una logica aggregativa: le connessioni frontali appaiono disomogenee, raccordate esclusivamente dalla tematica organica e dal proseguimento delle sollecitazioni naturali date dai materiali impiegati in superficie (dove i settori trasparenti tendono a scaturire tra diaframmi e teli in osmosi con l'interno).
2008
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11311/549917
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